Capitolo IV

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"Amore, mi sento poco bene"
"Jack mi ha chiamato, ha bisogno di me"
"Oggi proprio non ce la faccio a venire"
"Sono stanchissimo, devo svegliarmi presto domani"

Ormai erano settimane che non facevo altro che ricevere messaggi del genere da Ryan.
All'inizio erano credibili, ma poi avevo iniziato a pensare mi stesse evitando.
Cosí, durante il mio giorno libero, una volta tornata dall'università, avevo preso il primo autobus che portava verso casa sua.
Ero rimasta stupita peró, quando, una volta arrivata, sua madre mi aveva detto: "Ryan è partito, tesoro, vuoi fermarti per un caffé?" Io semplicemente non riuscivo a capire perchè non me ne avesse parlato, così, una volta salutata Mrs. Mclaine, avevo preso il telefono e lo avevo chiamato immediatamente, sarebbe stato meglio per lui se mi avesse risposto, altrimenti sarei anche andata a cercarlo, ovunque fosse stato.
Uno squillo.
Due squilli.
Tre squilli.
"Andiamo Ryan rispondi" sussurravo impaziente.
Quattro squilli.
Cinqu- "Pronto amore?" Aveva risposto tranquillamente.
La mia idea era quella di far finta di niente per vedere se me l'avrebbe detto lui.
"Ryan,disturbo?"
"In effetti sì, sono a lavoro ad una riunione sai..." Lo conoscevo troppo bene per non capire stesse mentendo, ma volevo comunque reggergli il gioco.
"Ah sì? Non me ne avevi parlato... Vabbeh vengo in ufficio così poi andiamo in gi-"
"NO NO, cioè, ehm, tranquilla amore non scomodarti sono molto stanco ci vediamo uno di questi giorni"
"Ah ma per me nessun problema, anzi vado direttamente a casa tua così ti preparo la cena e vai subito a dormire, che ne dici?"
"Guarda Jo non me la sento oggi, ci sentiamo ok? Ti amo ciao"
Ero spiazzata totalmente, ma la cosa peggiore non era stata quella, assolutamente, la cosa peggiore era stata rendersi conto che lui non aveva spento la chiamata, infatti potevo sentire delle voci, ma una in particolare mi aveva distrutto.
Quella di Megan, la sua ex, che diceva "Ora torna a letto amore, quella chiamata non finiva più."
Mi sentivo una stupida per non essermene accorta prima.
Lui faceva tanto il fidanzato geloso o poi andava a letto con lei e chissà con chi altra.
Lo odio.
Mi aveva usata, e io avevo creduto veramente ai suoi "ti amo", ma erano più falsi delle tette di Megan, e credetemi, quelle erano decisamente rifatte.
Lo odio.
E con questi pensieri in qualche modo ero finita al pub in cui lavoravo, il destino mi portava sempre lì in qualche modo.
Ne avevo approfittato quindi per entrare e bere una birra, una sola, o magari due.

ADDICTED [n.h.]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora