REQUIEM DI PRIMAVERA

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Sono assolutamente onorata di pubblicare la prima recensione del concorso di storie Colours for Words dell'anno 2020!

La storia vincitrice della Categoria Bianca per il premio di Miglior Invenzione è Requiem di primavera!

La storia vincitrice della Categoria Bianca per il premio di Miglior Invenzione è Requiem di primavera!

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Copertina:

In questo caso non posso giudicarla perché tra i premi in palio c'era "disponibilità grafica perenne" e lei ha scelto pacchetto completo. Quindi la cover l'ho fatta io (Vuli Anso).

Trama:

Lenora ha tutto ciò che potrebbe desiderare: è giovane, bella, ricca, anche se sprovvista di un titolo nobiliare. Eppure la sua vita non è come quella delle altre fanciulle dell'alta società, sue coetanee. Per lei, il profumo inebriante dei narcisi che tanto ama e le maschere di pizzo e tessuti preziosi dei raffinati balli aristocratici nascondono misteri legati alla morte e alla sorte dell'anima. Misteri noti solo a quelli come lei: gli Oboli.

In una società rigidamente divisa in caste, dove il denaro può comprare un posto nei Campi Fioriti dell'oltretomba, dietro lauti compensi Lenora presta i suoi servigi a facoltosi borghesi e a influenti aristocratici. Protetta dall'irruente Julian e desiderata per le sue doti dall'affascinante duca di Burdak, la ragazza si occupa di accompagnare i defunti oltre la soglia dell'Ade, prima che l'anima fugga dal corpo e si trasformi in un'ombra che non trova pace.

Ma, durante una delle sue "traversate", qualcosa sembra andare storto e il bacio letale ricevuto dal Sommo Giudice dell'Ade cambierà per sempre il suo destino.

Davvero ben scritta. Fin da questa prima lettura si può notare le tue capacità grammaticali e descrittive. Sei riuscita a dare un'idea generale che invoglia a leggere il racconto senza dire troppo, e quest'abilità non è da tutti!

Forse le prime due frasi possono sembrare quelle di una storia d'amore cliché, ma come che bisogna leggere più pagine per capire la bellezza del libro, anche per una trama bisogna andare oltre le prime apparenze, e, in questo caso, quelle non deludono affatto. Anzi!

Grammatica:

Talmente tanto ben scritta che mi ha fatto trovare alcune parole di cui non conoscevo l'esistenza. Davvero tutto ciò è soddisfacente! Maiuscole tutte presenti, punteggiatura fantastica e verbi corretti. Nessuna, se non rara, ripetizione; ha scelto anche le parole giuste per particolari descrizioni senza sembrare noiosa o esagerata. Grande Kri!

Contenuti:

Mi ha impressionata particolarmente la conoscenza dell'autrice di tematiche politiche e sociali riportate molto accuratamente nei giusti pezzi trattati.

E' riuscita ad intersecare momenti sensuali con altri di dolore e altri ancora storici. Alcune situazioni sono lievemente inventate, ma calzano a pennello con la narrazione.

E' proprio una di quelle storie che narrano più avvenimenti in più posti e situazioni diverse senza rischiare di creare confusione e dimenticare pezzi indietro, magari invitando il lettore ad abbandonare la lettura.

Ciò che invece fa spiccare questa storia rispetto alle altre è la ricerca storica che ha fatto l'autrice per scriverla: l'Obolo era una moneta che veniva messa nella bocca dei morti per pagare Caronte per l'attraversamento dell'Acheronte. Anche i narcisi inseriti hanno un significato particolare e l'unione di tutto quello descritto è pazzesco. Non ho letto tutta la storia, ma già avendo letto solo questo e avendo visto quanto studio, impegno e dedizione l'autrice ha dedicato per essa, posso immaginare quanti altre genialità ha raccontato legati ad avvenimenti o culture realmente esistite. Personalmente questa storia meriterebbe un premio Nobel!

Descrizioni:

Genuinamente perfette, ma dato che la perfezione non esiste, sensazionali. Descrivono la giusta quantità di azioni e aspetti fisici, fanno sentire parole che si adattano al momento rendendoti partecipe e facendoti provare esattamente ciò che prova il determinato personaggio.

Utilizza termini mediamente ricercati a volte e accattivanti altre. Alcune descrizioni ti fanno venire letteralmente la pelle d'oca, leggendole provi quelle emozioni che puoi vivere solo con un libro davvero ben scritto. Inutile dire che è stata una lettura a dir poco appassionante.

Invenzione:

Ed eccoci giunti al punto più importante: l'invenzione. Voglio sperare di non trovarmi a spoilerare qualcosa, ma tutto ciò che racconta non credo di averlo mai letto in nessuna storia. I colpi di scena sono continui e ti lasciano sempre col fiato sul collo.

A differenza di tante storie magari troppo lunghe o magari che non hanno capito bene quali parti conviene lasciare e quali togliere, questa parte fin da subito con scatti scenici interessanti di personaggi da odiare e amare.

L'argomento dell'aldilà in molte storie è rappresentato in modo abbastanza banale, qui è assolutamente nuovo e geniale. Inoltre, il modo in cui si interseca con le usanze e credenze (non di cibo ;)) dell'epoca è proprio ben studiato.

In particolare mi ha sorpresa la scelta del ruolo di Maximus, che trovate fin dei primi capitoli: un uomo geniale e tra i miei preferiti per come si comporta con Lenora, la protagonista. Alcuni momenti non sai di chi fidarti e il modo in cui la storia ti descrive l'incertezza che uno di loro prova contagia la tua immaginazione.

Quindi ciò che mi ha catturato l'attenzione per la consegna di questo premio è stato l'utilizzo del tema "Aldilà", il modo in cui l'autrice l'ha intersecato con la storia, gli usi e i costumi, per metà inventati e per metà reali. Anche le descrizioni sono spettacolari, non sono inserite solo per fare un gran numero di parole, hanno un senso logico e ti prendono fino a farti mancare il fiato.

Estratto:

Io avverto i battiti del mio cuore accelerare, mentre le sue labbra sfiorano le mie, cominciando a penetrare nella mia anima, suggendone la forza vitale. Quando sfila la mano dalla mia per togliermi la maschera che dovrebbe proteggermi dal potere dei Giudici dell'Ade, resto immobile, incapace di oppormi.

Senza più alcuna difesa, sento che la vita sta rapidamente lasciando il mio corpo, che si accascia tra le braccia della creatura oltremondana.

L'uomo mi stringe a sé e il suo petto nudo mi trasmette un freddo gelido che sembra potersi avvinghiare al mio io più profondo.

– Vi prego, risparmiatemi – riesco a mormorare.

Di colpo, avverto che la sua bocca non sta più nutrendosi del mio soffio vitale, eppure non abbandona la mia. Al contrario, insiste sulle mie labbra inesperte, con delicatezza, fino a farle schiudere per far sì che accolgano la sua lingua, che saggia il mio sapore.

E io non posso fare a meno di cogliere il suo – dolce di sangue e di fiori. Chiudo scioccamente gli occhi mentre, contro ogni ragione, mi lascio travolgere da un'ondata di calore che mi sale su dallo stomaco, fino a farmi ardere il petto e bruciare la lingua.

– Mio... mio signore – farfuglio confusamente quando l'uomo scosta il viso dal mio, pur continuando a stringermi.

– Che cosa avete fatto? – gli domando, ansante, guardandolo negli occhi che hanno assunto le sfumature dello stesso cielo primaverile sopra di noi.

Le sue dita giocherellano con una ciocca bruna dei miei capelli, per poi sfiorarmi la pelle nell'incavo tra le clavicole, strappandomi l'ennesimo brivido. – Ti ho dato il tuo primo bacio. L'unico che non ricorderai.


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