21. Un "adorabile" allievo

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KRISTIN

«E uno, due, tre... casquè!»

Percepii le mani impacciate del mio allievo ultracinquantenne sfiorarmi la schiena e portarmi giù titubante, sempre più in basso, anche troppo! Poi sentii qualcuno schiarirsi la voce e salvarmi da quella caduta libera verso il parquet. Tornai su con il cuore che mi rimbombava nelle orecchie per lo sforzo di dovermi risollevare praticamente da sola. Il non avere un partner fisso e soprattutto con le mie stesse esperienze non mi aiutava per niente.

Vidi sull'uscio della porta Ryan fissarmi divertito, forse dovevo sul serio accettare la sua proposta. Me l'aveva detto più volte che sarebbe stato disposto ad affiancarmi durante le lezioni di tango, ma io orgogliosa e imperterrita com'ero avevo rifiutato. E ora iniziavo seriamente a pentirmene.

«Posso disturbarti un attimo?»

«Certo» risposi leggermente allarmata per quella richiesta insolita.

«Abbiamo un nuovo iscritto e vorrebbe provare già da oggi a cimentarsi nel tango, ti dispiace se lo faccio entrare?»

«Ma no, anzi, abbiamo iniziato da poco, non ci sono problemi!»

Ryan si voltò verso il corridoio e con un gesto rapido invitò il nuovo iscritto a farsi avanti. Avevo ancora il fiato corto e una sensazione appiccicosa di calore sulla schiena, quando udii il nome "Steven" uscire dalla bocca del mio capo.

Volevo morire, perché quando quel "Steven" si avvicinò all'entrata della sala con i suoi occhi verdi, il viso incorniciato dalla barba incolta, i capelli biondo cenere e quel sorriso smagliante, per poco non collassai.

Che ci faceva nella mia sala di tango, in una mia lezione? Quali erano le sue intenzioni esattamente? Mettermi a disagio davanti a tutti? Digrignai i denti per la rabbia, più non volevo vederlo, più si ostinava a invadere i miei spazi. Perfino il mio lavoro non era più un rifugio sicuro.

«Tutto bene, Kristin?» La domanda di Ryan mi distaccò per un attimo dalle mie paturnie. Sapevo che dovevo essere professionale e fare finta di nulla, ma con Steven davanti a me non ci riuscivo, dannazione!

«S-sì, perché?» replicai indifferente, ma dentro avrei voluto strozzare entrambi.

«Uhm, niente di che...» Lo sguardo perplesso del mio titolare si spostò ancora una volta verso il ragazzo che aveva di fianco. «Steven, lei è Kristin, la tua insegnante.»

A malincuore li raggiunsi, per stringere inutilmente la mano del mio nuovo allievo. Tra di noi non erano necessarie presentazioni, ma questo Ryan non poteva saperlo.

«Piacere di conoscerti, Kristin.» Mi strinse il palmo con dolcezza, accarezzandolo per qualche istante con il pollice.

Che sfrontatezza accarezzarmi come se intorno a noi non ci fossero persone, irritata tirai via la mano. A che gioco stava giocando? Sorrisi impassibile e mi liberai dalla sua espressione furba. Si fingeva un estraneo quando invece non lo era affatto per il mio cuore.

«Bene, buona prima lezione...» e con quelle parole Ryan andò via, lasciandomi in balia di quegli occhi come il mare, sempre più verdi e minacciosi.

Lo guidai verso Telma una bellissima signora di cinquantasei anni, nonché la moglie del mio partner momentaneo. Era seduta sulla panca, in attesa di riprendere a ballare con il marito, ma ero certa che non le sarebbe dispiaciuto farsi condurre da un bel ragazzo giovane, alto e forte. Come la sua dolce metà era piuttosto impacciata; lo feci apposta ad affidarlo a lei, volevo vedere fino a che punto Steven si sarebbe divertito a ballare con i miei alunni di età mista e con esperienze diverse.

Quella rosa tra i capelliDove le storie prendono vita. Scoprilo ora