«Stai piangendo?» sussurrò preoccupato Mauro, stringendo Vinicio dolcemente, terrorizzato all'idea di avere esagerato. Il giovane non rispose subito, ancora scosso dal recente orgasmo, e mosse debolmente le braccia per tentare di ricambiare quell'abbraccio, girandosi verso di lui, mentre il suo respiro perdeva gradualmente la sua irregolarità. «Va tutto bene? Ho esagerato?» gli domandò Mauro, sentendo il cuore in gola.
«Sto bene» confermò Vinicio, portandosi le mani al viso; non si era neppure accorto di essersi messo a piangere. «Scusa, è stato così... intenso» disse, come a giustificarsi.
Si sentiva vulnerabile e non capiva bene neppure il perché.
«È stato troppo... Non ho mantenuto la promessa, mi dispiace» mormorò l'uomo mortificato, nascondendo il volto nell'incavo del suo collo.
Vinny alzò la testa verso di lui.
«Guardami» gli ordinò. Mauro tremò violentemente, sentendosi schiacciare dal senso di colpa, rifiutandosi di ricambiare lo sguardo del suo amante, approfittando della loro posizione per nascondergli la propria espressione. «Ho detto guardami» ripeté Vinicio in un tono che non ammetteva repliche, ma senza forzarlo.
Mauro percepì un altro brivido corrergli lungo la schiena e sollevò appena il viso, ma ostinandosi a tenere gli occhi sulla pelle del suo amante.
«Sto bene, dico sul serio» affermò con decisione Vinny, iniziando ad accarezzargli i capelli, ma l'altro scosse la testa non ancora del tutto convinto. «Non mi credi?» insistette il giovane.
«Ho paura» mormorò Mauro, stringendolo ancora di più a sé.
«Di cosa?»
«Del tuo odio. Del tuo disprezzo.»
Vinicio rallentò le sue carezze per qualche attimo, mentre cercava di intuire il percorso mentale che stava seguendo Mauro.
«Non potrei mai fare certe cose con qualcuno che odio o che disprezzo... So che magari ti sembro una puttana, ma non sono il tipo di ragazzo che va col primo che incontra.»
«Non ho mai pensato questo di te. Anzi. Per essere sincero fino in fondo: è un termine che ho utilizzato nei tuoi confronti, ma non in senso dispregiativo. Lo so che sembra un discorso folle e forse avrei fatto meglio a non dirtelo. Però... scopi dannatamente bene, ma non penso che tu lo faccia con chiunque.»
«Non sono neanche un santarellino, eh!» disse Vinicio ridacchiando. «Credo di essere una persona banalmente normale.»
«Sei un uomo. Il sesso fa parte della nostra natura» ribatté Mauro. «E no, non puoi essere banalmente normale.»
«La mia vita la pensa diversamente» osservò con una certa amarezza il giovane, continuando a tenere l'altro tra le braccia.
«Durante quest'ultima settimana ho avuto modo di conoscerti abbastanza da poter affermare che quella che hai detto è un'enorme cazzata!»
Il giovane non si scompose minimamente.
«Sai, è difficile crederci se tutto il resto del mondo la pensa diversamente e si comporta di conseguenza.»
«So che il mio parere non vale un cazzo, però, beh... è davvero così, che tu ci creda o no» mormorò l'uomo, spalancando gli occhi, impedendosi di battere le palpebre, sentendoli bruciare a sufficienza da fargli temere il rischio di commuoversi davanti al suo amante.
«Io so soltanto che l'ultima volta che ho creduto a parole simili sono stato ferito» sussurrò Vinicio ripensando a Nicola.
«Da una persona di merda, probabilmente» borbottò Mauro, atono. «Nessuno può permettersi di ferire una persona che ama profondamente.»
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INDISPONENTE
RomanceDopo una lunga giornata di lavoro, Vinicio decide di concedersi un attimo di pausa, rintanandosi all'interno di un bar: uno di quei luoghi poco frequentati della periferia romana, dove ogni cosa pare prendere le distanze dal tran tran cittadino. Pr...