Vinicio sorrise, soddisfatto delle reazioni di Mauro. Si impose di evitare di essere troppo irruente fin da subito – anche se dubitava che sarebbe riuscito a tenere fede ai propri propositi – e fece scorrere la lingua lentamente per tutta la lunghezza dell'erezione dell'uomo, facendola roteare sulla punta e lubrificandolo completamente.
Avvertì la mano stringersi di più tra i suoi capelli, mentre Mauro si lasciava sfuggire di tanto in tanto dei piccoli gemiti dalle labbra, e si decise ad accontentare quel desiderio inespresso a parole: cominciò a succhiarlo, a sua volta eccitato dalla durezza che percepiva in bocca.
Gli sembrava che fosse l'intera persona di Mauro a essergli penetrata nella testa – e non solo la sua erezione. Voleva sentirlo il più possibile e farlo impazzire di piacere.
«Stai diventando troppo pretenzioso, ragazzino» ringhiò Mauro, cercando di dissimulare l'emozione che gli alterava la voce.
«Mhh» mugolò Vinny, con la bocca leggermente impegnata.
«Finirò per legarti per davvero» disse l'uomo mentre un brivido di pura lussuria gli correva lungo la schiena.
«Mhh» ripeté ancora il giovane, continuando il proprio lavoro.
L'uomo si morse le labbra, inspirò e rilasciò il respiro molto lentamente, cercando di concentrarsi e, soprattutto, di richiamare a sé abbastanza prontezza di spirito per interrompere il sublime lavoro del suo amante, che intanto si stava accarezzando da sopra i vestiti. Lo spinse lontano da sé, obbligandolo a tornare in piedi.
«Non ti muovere» sussurrò sulle sue labbra, risollevando slip e jeans sui fianchi, nonostante l'erezione che premeva contro la stoffa, per potersi muovere meglio.
Sparì per qualche secondo dentro la sua camera da letto e quando tornò stringeva in una mano un paio di manette. Fece scorrere il freddo metallo di un braccialetto sulle labbra, puntando gli occhi in quelli dell'altro.
Vinicio deglutì pesantemente a quella vista, in parte eccitato e in parte preoccupato. Mauro era davvero di parola, quando diceva qualcosa. L'uomo lo fece voltare di spalle e chiuse il primo braccialetto intorno al polso destro di Vinny, ma quel piccolo rumore a cui lui era abituato fece scattare qualcosa dentro la sua mente.
Anche se il giovane non aveva opposto resistenza, Mauro si ricordò delle sue lacrime della notte precedente. Non aveva nessuna intenzione di spaventarlo di nuovo; sapeva che non se lo sarebbe perdonato. Sospirò, scrollò le spalle e lo fece voltare verso di sé, chiudendo il secondo braccialetto sul polso sinistro, rinunciando ad ammanettarlo nel modo in cui aveva preventivato.
«Così non ti faranno male le spalle e potrai comunque muoverti» disse percependo una certa ansia appesantirgli il respiro.
Era vero, non voleva allarmarlo, non voleva fargli del male. Se per lui avesse dovuto rinunciare a quella parte di se stesso era sicuro che ci avrebbe almeno provato. Aveva sempre creduto, durante la sua relazione con Dario, di vivere la propria sessualità in modo libero e spontaneo, eppure da quando aveva incontrato Vinny si era reso conto che ciò non era del tutto vero.
Vinicio gli aveva fatto comprendere che forse il gioco della seduzione poteva anche essere diverso rispetto a quello a cui lui era abituato – e non per forza meno travolgente.
«Tutto bene?» gli domandò, continuando a fissarlo negli occhi e accarezzandogli una guancia con gentilezza.
«Sì» disse il giovane, spingendosi contro la sua mano. «Sono solo un po' agitato. Non sono mai stato ammanettato.»
«Se vuoi te le tolgo. Non devi dirmi di sì per forza» sussurrò l'uomo, percependo un principio di panico nella voce dell'altro.
Nonostante i suoi buoni propositi, stava esagerando?
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INDISPONENTE
RomanceDopo una lunga giornata di lavoro, Vinicio decide di concedersi un attimo di pausa, rintanandosi all'interno di un bar: uno di quei luoghi poco frequentati della periferia romana, dove ogni cosa pare prendere le distanze dal tran tran cittadino. Pr...