29 ~ In cerca di Mauro

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Anche se la prima volta aveva fatto una figuraccia, Vinicio era voluto tornare al commissariato dove sapeva che lavorava Mauro, per la denuncia relativa all'incidente. Non avrebbe voluto recarsi proprio lì, ma quando aveva raccontato a Edo tutto ciò che gli era capitato in quei giorni, quello aveva insistito. Beh, non proprio tutto: aveva omesso la parte relativa alle molestie.

Edoardo era corso da lui e il fratello gli aveva raccontato a grandi linee anche quanto era successo con Mauro, anche lì tralasciando qualche piccolo dettaglio, in primis perché non voleva svelare neanche a lui le confidenze di Mauro, poi perché era da parecchio tempo che non si apriva così tanto con Edo e si sentiva un po' a disagio.

Lui, d'altro canto, aveva capito perfettamente che quella non era tutta la verità, ma gli aveva anche detto di comprendere che c'erano cose che non poteva dirgli. Gli aveva anche raccontato che Giulia – la sua fidanzata – era diventata più possessiva da quando le aveva chiesto di sposarla, solo qualche giorno prima.

Non aveva gradito il fatto che lui avesse preso due giorni di ferie, nonostante la storia dell'incidente, e in verità quel fatto contrariava un po' Edoardo, dato che non aveva alcuna intenzione di dimenticarsi della sua famiglia soltanto perché pensava di sposarsi. Vinicio si era sentito in colpa, tuttavia Edo l'aveva fatto riflettere sul fatto che se non si fossero verificate circostanze simili lui non avrebbe scoperto quel lato di Giulia prima di sposarla.

Era saggio, suo fratello. Gli aveva detto che la vera natura di una persona si vede nei momenti di difficoltà, perciò gli era grato. Vinny aveva dovuto rifletterci su per un po', prima di convenire con lui, però alla fine aveva capito.

Dal momento che temeva di confrontarsi con Mauro o con l'agente Rossi, il suo partner, aveva convinto il fratello a restare fuori dalla questione, il che implicava semplicemente che Edoardo lo aspettasse all'esterno del commissariato. Quella era una cosa che aveva dovuto fare da solo e già la semplice presenza di suo fratello per lui aveva un grandissimo significato.

In realtà, aver completato la denuncia relativa all'incidente in pochi minuti, con un agente che non aveva mai visto, da un lato lo salvò da eventuali imbarazzi, dall'altro lo lasciò quasi deluso, visto che non aveva altre scuse per rivedere Mauro.

"Quanto sono patetico."

Mentre usciva dall'edificio, però, distratto com'era, urtò la spalla di un agente e si scusò immediatamente, mortificato, chinando il capo più volte, poi si accorse che si trattava proprio del partner di Mauro.

«Agente Rossi, mi scusi» disse stupito, cercando con lo sguardo la presenza di Mauro. Ma non era il suo partner? Come mai lui non c'era? «Mi vorrei scusare anche per l'altra volta» aggiunse con un certo imbarazzo di fronte allo sguardo serio dell'altro; tra le altre cose, poi, la divisa gli faceva sempre un certo effetto.

«Leonetti» lo salutò molto formalmente Claudio, rivolgendogli un cenno del capo. «Non deve scusarsi di nulla» aggiunse poco dopo, tenendo per sé quello che pensava davvero riguardo la scelta del giovane: non era pagato per instillare intelligenza nelle menti altrui.

Per qualche attimo Vinicio osservò attentamente l'agente, che comunque non accennava a muoversi, e si chiese quanto l'altro sapesse riguardo alla sua relazione con Mauro.

«Mauro... cioè, l'agente Moras, non c'è?» si decise a chiedere, prima di perdere quell'occasione.

«Ho un nuovo partner» disse l'uomo, indicando un tizio alle proprie spalle, impegnato in una conversazione telefonica. «Quello vecchio me lo sono giocato» continuò, senza riuscire a fare a meno di assumere un tono sprezzante.

«Come...? Allora gli è successo qualcosa?» domandò confuso, riportando alla mente i vaghi ricordi che aveva della visita di Mauro all'ospedale.

INDISPONENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora