33 ~ Per amore di Mauro

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«Signor questore, tutti questi discorsi sono fini a se stessi. Io pretendo che l'agente Moras venga sospeso e a tempo indeterminato. Ha tirato troppo la corda, si comporta come un idiota, sfigura la nostra divisa. Al massimo potrei tollerare che venga sbattuto dietro una scrivania per il resto dei suoi giorni... ma anche in quel caso, il più lontano possibile dal mio commissariato!»

Vinicio trattenne il respiro, domandandosi se l'uomo si stesse riferendo al suo agente Moras. Non era stata sua intenzione origliare la conversazione tra i due uomini comodamente seduti intorno a un tavolinetto della saletta fumatori, ma ormai aveva sentito quelle parole pronunciate a voce abbastanza alta da arrivare alle sue orecchie e non poteva in alcun modo ignorarle.

I due uomini rivolsero accidentalmente lo sguardo nella sua direzione, attirati dal rumore della porta del bagno degli uomini che si apriva proprio nel piccolo disimpegno che separava i servizi e fungeva anche da ingresso alla saletta, abbassando immediatamente i toni, quindi tornarono a ignorarlo. Vinny deglutì. Aveva il cuore che batteva all'impazzata per la follia che gli era venuta in mente e non aveva alcuna intenzione di stare a pensarci troppo, altrimenti avrebbe di sicuro cambiato idea.

«Chiedo scusa» disse avvicinandosi, tentando di essere quanto più educato possibile, nonostante ciò che stava facendo non potesse in alcun modo considerarsi tale: dopotutto si stava intromettendo nell'intima conversazione tra due persone a lui estranee. «Permette una parola?»

«Dice a me o al Signor questore?» domandò il commissario De Santis, alquanto infastidito da quella interruzione.

«Non era mia intenzione ascoltare» iniziò Vinicio, chinando la testa a mo' di scusa e parlando più velocemente di quanto avrebbe voluto, a causa dell'agitazione. «Ma ho sentito che parlavate dell'agente Moras e vorrei solo informarvi che sabato è stato a causa mia che non si è presentato a lavoro. Sono stato coinvolto in un incidente stradale e l'agente mi ha prestato i primi soccorsi.»

Si sentiva paonazzo per la vergogna, specie dopo il tono che aveva usato l'uomo che gli aveva risposto, tuttavia non voleva tirarsi indietro.

«Ma lei chi diavolo è, mi scusi?» gli domandò il commissario, aggrottando la fronte.

Il questore gli rivolse un'occhiataccia, battendo pigramente una mano sulla superficie del tavolino.

«Calma, commissario. Non c'è motivo di aggredire così un rispettabile cittadino. Dopotutto, sembra che ci stia fornendo una testimonianza importante, seppure inaspettata» disse, rivolgendo un sorriso di incoraggiamento nei confronti di Vinicio. «Qual è il suo nome, giovanotto?»

«Vinicio Leonetti» si presentò, rincuorato, il giovane.

«Ha detto che è stato vittima di un incidente, come si sente adesso?» gli chiese il questore, mentre il commissario sbuffava, accendendosi l'ennesima sigaretta.

«Mi sono quasi completamente rimesso, ed è solo grazie all'agente Moras, che come stavo poc'anzi dicendo mi ha prestato i primi soccorsi. Sono stato giusto oggi in commissariato per sporgere denuncia. La ringrazio per il suo interessamento» spiegò Vinicio sentendosi più a suo agio, cercando di usare un po' di buone maniere.

«Bene. Quindi, desumo che sia stato tutto ufficialmente verbalizzato. Hanno già arrestato il colpevole?»

«Purtroppo è scappato. Ma ho saputo che anche l'agente Moras ha segnalato il fatto. Ho molta stima delle nostre forze dell'ordine» disse con sincerità Vinny.

«E ci mancherebbe!» borbottò il commissario, tossicchiando. «È parte del suo lavoro.»

«Ha visto, commissario? Dopotutto, anche lei ha appena ammesso che l'agente Moras è in grado di svolgere il suo lavoro. Potrebbe dargli un'altra possibilità, non crede? Magari potrebbe metterlo a seguire l'indagine in favore di questo giovanotto» propose il questore, rivolgendo all'altro uomo un sorrisino ossequioso.

INDISPONENTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora