Dopo il discorso del preside, veniamo nuovamente radunati in cortile. Dopodiché ci chiamano per nome e veniamo divisi in classi. Stranamente mi ritrovo in classe con Sabo, Ace, Rufy e Chopper. Credo che Sabo sia riuscito in qualche modo a corrompere il preside e mi dispiaccio di non averci pensato io. Con molto ordine ci dirigiamo in classe. Vorrei dire disordine ma poi mi pentirei sicuramente di averlo scritto perché non era colpa nostra. Naturalmente chi guidava il nostro piccolo gruppetto era Sabo. Ovvero l'unico a parte me che non si faceva distrarre dalla folla. Avevo proposto di guidare io, ma i miei compagni inorriditi hanno subito proposto Sabo con mio grande rammarico. Ero arrivato a dire che non era colpa nostra se arrivammo in classe in disordine. Appunto. Non era colpa ne mia ne degli altri se tantissime ragazze ci circondarono subito subbissandoci di domande inutili come: in che classe siete? Quali sono i vostri nomi? Posso avere il vostro numero? Sabo rispondeva ad ogni richiesta con un sorriso, mentre io e Ace avevamo perso da tempo e stavamo per fare fuori tutte. Anche Luffy inizialmente era dalla nostra parte, ma si era fatto comprare da una coscia di pollo. In nostro aiuto fortunatamente erano arrivate Nami e Hancock. Che in qualche modo fecero fuggire tutte le ragazze. Dopodiché entrambe andarono a chiedere al capitano come stesse, e lui rispose sorridendo a 36 denti:- mai stato meglio ragazze!- non dissi niente del fatto che si erano preoccupate solo per Luffy, tanto non sarebbe servito. E poi... anche se si fosse trattato della ragazza più bella del mondo (cosa che Hancock era) non mi sarebbe importato molto.
Avevo voglia di prendermi a pugni. Ero riuscito a non pensare a lei, che guarda caso il suo volto sorridente si intrufola nella mia mente e non la lascia in pace. Non potevo chiamarla Demone, non potevo chiamarla Strega. Allora come dovevo chiamarla? Molti anni fa le avevo posto questa domanda e lei semplicemente mi aveva risposto che potevo chiamarla Robin. A quel pensiero mi misi quasi a ridere, cosa ero diventato per colpa sua? Un vecchietto che pensa sempre al passato? Non avevo voglia di rinsecchirmi prima di aver saputo definitivamente cosa ero io per lei. Altrimenti mi avrebbe risposto seriamente:- mio nonno- e io non lo volevo assolutamente. Senza neanche che me ne fossi accorto eravamo arrivati davanti alla nostra futura classe, e non mi ero perso. Non che mi perdessi spesso si intende. Le ragazze erano sparire e al loro posto erano comparsi altri ragazzi che non avevo mai visto prima. Mi sbrigai a prendere posto in classe, non avendo voglia di perdere il mio tempo proferendo parole inutili. L'ultimo banco vicino al muro era libero. Anzi, tutta la classe era libera. Ero arrivato primo e mi ripromessi che non sarebbe mai più successo. Il tempo di attesa mi sembrava talmente lungo che decisi di schiacciare un pisolino. Ma mentre dormivo i miei sensi erano comunque all'erta perciò appena sentii qualcuno che probabilmente cercava di sedersi nel banco affianco al mio presi una spada e aprendola alla velocità della luce la inficcai nello spigolo della sedia:- questo posto è occupato- avevo ancora gli occhi chiusi. In qualche modo persi la presa sulla spada e non trovavo più neanche le altre due, perciò fui obbligato ad aprire gli occhi. Un viso intelligente mi sorrideva tra il divertito e l'esasperato:- Roronoa. Può utilizzare le spade solo in palestra. Per questa volta non la puniró.- saldando meglio la presa sulle mie spade e allontanandosi si girò nuovamente e mi disse:- Venga a riprendersi ciò che le appartiene questa sera alle sei. D'accordo?- e senza lasciarmi dire nulla si corresse:- No. Meglio di no. Vengo a prenderla io al termine delle lezioni. Arrivederci - Tutto questo mi fece rimanere a bocca aperta. La docente si era ora accomodata sulla sedia dietro la cattedra e aveva accavallato elegantemente la gamba. Lo stretto vestito che portava le stava divinamente e non potei non pensare che fosse meravigliosa. Non ero preoccupato per le mie spade. In fondo erano con la persona di cui mi fidavo di più.
Non avevo più voglia di dormire, allora mi limitai ad osservare quella splendida donna senza pensare a niente di particolare. La professoressa Nike aspettava l'inizio delle lezioni leggendo. Più la fissavo e più il suo volto diveniva scarlatto. Sorrisi tra me e capii che era in grado di leggere nei miei pensieri come tutti gli insegnanti. E se capiva ciò che pensavo, voleva dire che si ricordava di me. E questo era un bene. Se non mi ha parlato, deve avere un motivo. Ma io non ho intenzione di lasciarla stare. Lei è mia! Avevo pensato ciò intenzionalmente per vedere la sua reazione. Il suo viso sembrava inespressivo ma ad uno sguardo attento come il mio, non era sfuggito che aveva accavallato l'altra gamba, segno di esitazione e un po' di ansia. Ma soprattutto un grande imbarazzo e un po' di orgoglio. Insomma, i miei pensieri le avevano fatto piacere!
In quel momento cominciano ad entrare altri ragazzi e capisco che il mio momento di solitudine con Nico Robin, è finito. Ma sbaglio o lo ha detto lei che alla fine delle lezioni abbiamo un appuntamento dove io devo riprendermi ciò che mi appartiene? Penso tutto questo con un sorriso malizioso in faccia. Sicuro che lei abbia capito.Continua...
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cercando di non pensare a lei
FanfictionE se i nostri amati personaggi di One piece venissero considerati ragazzi con qualche particolarità di troppo e sarebbero costretti a frequentare una scuola in cui gli insegnanti leggono nel pensiero? leggete per scoprirlo!