Capitolo 1: Un risveglio inaspettato.

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Merlino si voltò e vide due ragazzi: uno moro e l'altro biondo. Non aveva parole per descrivere ciò che stava vedendo il corvino e una parte di lui cadde in pezzi. Il moro, aveva uno sguardo vano, perso, triste, ma nonostante il dolore che aveva per una spada nel suo addome, disse le sue ultime parole:"L'ho vendicata e tra poco la raggiungerò, raccontandole che proprio io ho ucciso Artù Pendragon. " E così facendo cadde, rannicchiato a terra in posizione fetale. Aveva ancora lo sguardo beffardo e vittorioso, finché non si spense anche quello, insieme alla sua anima. Il druido, fidato e alleato di Morgana Pendragon, Mordred, aveva espresso il suo ultimo desiderio.
Nel frattempo Artù, con una spada insanguinata tra le mani, appena levatasi dal proprio addome, si sedette a terra, appoggiando la schiena in un enorme masso e crollò, stanco morto, assonnato. Non era ancora giunta la sua ora.

***

"Parsifal, non m'interessa quanto ci mettiate, dovete trovarlo!!"

La regina di Camelot, Ginevra, con i capelli sciolti e degli insoliti pantaloni aderenti marroni, si chiedeva dove fosse il suo re. Ormai non smetteva più di camminare avanti e indietro per la sua tenda d'accampamento, preoccupata, e teneva stretto nelle mani l'anello che le aveva donato lui stesso, pregando che non gli fosse successo nulla. Si doveva tenere impegnata in qualche modo, allora andò ad aiutare Gaius, il vecchio cerusico, fidato di corte, a curare le ferite di battaglia.

*Tre ore dopo*

Gwen stava bendando il braccio ferito di un cavaliere, quando Parcifal entrò e vide la regina con le gote rosse per il sudore e l'agitazione. Allora si girò verso di lui, speranzosa, ma il ragazzo scosse il capo:" Mi dispiace mia Signora, continueremo a cercare..." ma prima di lasciare la regina nelle sue lacrime e a stringere l'anello del marito, si ritrovò stretto dalle sue braccia e in un attimo il suo braccio si bagnò di lacrime:" Ti prego Parcifal, devi trovarlo. Devi. Farlo..."  disse chiarendone ogni sillaba piano piano. Dopo questo, la ragazza lasciò il macho, ancora sbalordito, e le diede il permesso di congedarsi, per continuare a bendare il braccio del cavaliere e bagnandolo di lacrime, in silenzio.

***

Emrys ritornò nelle sembianze del ragazzo di ogni giorno, il "Merlino" che tutti conoscevano. Scese nel campo dove prima c'era stata una battaglia, lunga e dolorosa e trovò Artù addormentato. Avrebbe pensato che fosse un angelo tranquillo ed etereo, se solo non fosse per la ferita: dalla sua bocca uscivano dei gemiti di dolore per il buco che aveva sull'addome, che era alquanto profondo. Il corvino lo prese a fatica e si fece passare il suo braccio sinistro sulla sua spalla, anche se, con il corpo magro ed esile che aveva, temeva di non farcela con tutti quei muscoli e massa in più rispetto alla sua, temeva addirittura che si potesse spezzare da un momento all'altro, ma non lo fece, non lo fece per lui.
Per quello che per più di cinque anni aveva definito più di un semplice padrone.
Più di un semplice re.
Più di un semplice amico.
Entrambi sapevano, per quanto ne sapeva Merlino, almeno, che loro si reputavano migliori amici, ma il corvino, a suo malgrado, lo vedeva come più di un semplice "migliore amico" e più di un fratello. Lui lo amava da quando aveva messo per la prima volta piede a Camelot.

Dopo ore e ore, il ragazzo dal biondo naturale si svegliò, stordito e addolorato sempre per quella maledetta ferita. Era più che confuso: ma come? Non era nel campo di battaglia? E...dove si trovava? Tutto questo ancora non lo capiva. Scrutò tutto ciò che lo attorniava: non c'era molto, se non alberi, che nell'alto, in cielo, formavano degli spazi tra chioma e chioma che sembravano le fessure dei puzzle.
L'unica cosa che Artù riuscì ad apprezzare in quel momento era il silenzio, la quiete, la pace, fin quando vide il suo amico Merlino scrutarlo dalla parte opposta alla sua, cambiò idea: non era mai stato più felice di vedere quegli occhi blu, come i suoi, quei capelli in disordine e quelle adorabili orecchie a sventola che un tempo, e perché no anche ora, riteneva ridicole:"ARTÙ!!! TEMEVO DI AVERVI PERSO!!" rispose il servo dall'altra parte, quasi saltellando di gioia, con il sorriso che quasi quasi arrivava alle orecchie:"MERLINO!! Perché non eri con me in battaglia?" il corvino distolse lo sguardo, facendo svanire il sorriso sul volto e guardando le sue stesse scarpe:"Oh cielo, spero che tu non ti sia illuso che ti saresti facilmente liberato di me, vero?" disse il re, beffardo, e facendosi sfuggire un sorrisetto sarcastico, cambiando discorso, per evitare discussioni, poi perché, notando lo sguardo dell'amico (evidentemente con le lacrime, a parere di Artù, sentendo i singhiozzi provenire dal ragazzo) capì che c'era un motivo molto, molto, molto ma molto più urgente per averlo lasciato a se stesso. Il giovane mago, tuttavia, capì l'intenzione del biondo e, facendosi sfuggire un sorriso triste, colpevole e pieno di lacrime, come supponeva Artù, si alzò e si mise a sedere accanto il re, sdraiato per terra. Lo guardò negli occhi poi parlò, Merlino si era deciso, magari non c'erano più occasioni per dirglielo e confessò l'inevitabile.

ANGOLO AUTRICE:
HELLO GUYS!!!! QUESTA È LA MIA PRIMA FAN FICTION SULLA MERTHUR E ANCHE IN ASSOLUTO...SPERO VI PIACCIA PER ADESSO E SO CHE NON È IL MASSIMO PERCHÉ PER ADESSO (la maggior parte, almeno) HO PRESO DALL'ULTIMA PUNTATA, MA PIÙ AVANTI CAMBIERÒ QUALCOSINA 😉😏
RAGAZZI  PLEASE, LASCIATEMI DEI VOTI(⭐️)
Alla prossima, byyyyeeeeeee

Lady Morgana🦋

Merthur: Merlin&Arthur  (REVISIONATA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora