Capitolo 4:"Hai ragione, Merlino, sono una testa di fagiolo."

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La sera stessa che il corvino rivelò la sua natura al re, si creò un altro problema: il biondo non aveva intenzione di parlare con lui, si rifiutava anche di rivolgergli un misero sguardo, quindi...come avrebbe potuto dirgli che la mattina successiva avrebbero dovuto viaggiare insieme per altri giorni? O almeno...per i giorni che ad Artù restavano, ma Merlino non si scoraggiò, c'era ancora un barlume di speranza dentro il suo cuore infranto dall'indifferenza del biondo. Così egli si avvicinò al maggiore, steso ancora a terra e, con voce tremula, si chinò per sussurrargli all'orecchio:"Artù...domani, se non vi dispiace, continueremo il viaggio, anche se con i nostri rischi e pericoli. Non possiamo rimanere fermi qui, immobili, aspettando che il fato possa far avvenire qualcosa, non possiamo esitare ancora. Buonanotte Sire." egoisticamente, il re pensò che il mago aveva ragione, ma volle comunque ribattere e con stupore di Merlino, tornò a parlargli con quella presunzione che gli era mancata tantissimo. Ahimè, anche se gli rivolse la parola, il corvino era ancora convinto che nulla fosse tornato più come prima.

"Merlino, ricordati chi è il re qua. Non tu, io. Sono io a decidere qua, non tu, e se non lo dico io, non ci muoviamo." Il mago ebbe solo un pensiero per la testa 'Non ci credo, anche in equilibrio tra la vita e la morte, riesce ad essere cocciuto e presuntuoso! Già, è proprio una testa di fagiolo, un asino reale, uno zuccone...' ma alla fine, il silenzio che si era messo in mezzo tra i due ragazzi cessò, sì ruppe per terra, e colui che l'aveva rotto, non aveva intenzione di lasciar perdere la sua testardaggine:"Sarò io a deciderlo, domani ti dirò la mia decisione. Ricorda che sei ancora un servo e non puoi dare un ordine a un re, perché ora come ora, la tua parola non conta niente per me." Merlino sapeva che la sua parola, del resto, non contava nulla messa a confronto di quella del grande re di Camelot, ma sentirle dire da lui, sentire quelle parole uscire dalle sue labbra, lo avevano spiazzato, gli avevano fatto venire un mancamento, si sentì semplicemente spaesato.

"Cerca di non russare questa notte"
"Per vostra informazione, Sire...io non russo. Sogni d'oro."
Allora il biondo, ignorando totalmente la prima frase del suo servo, sì appoggiò la testa sul tronco e dicendo l'ultima parola di quel dì "Notte." Lo disse più che altro a se' stesso, ma Merlino non lo notò, l'unica cosa che parve notare, era che quella parola l'aveva detta in modo distaccato e quasi perso tra sé.

Quella notte fu' turbolenta per entrambi, ma soprattutto per il re. Non era ancora nato il Sole, quando il suo sonno in dormiveglia fu' interrotto da quello che riconobbe il vecchio cerusico di corte. Provò a far finta di dormire, ma quando il buon vecchio Gaius cominciò a parlare, aprì gli occhi. Era girato sul fianco, fu' per questo che il medico non lo vide, ma sapeva che era desto.

"Oh, Sire...Grazie al cielo siete con Merlino!"
"GRAZIE AL CIELO?" Non riuscì più a trattenersi, allora lentamente si mise in posizione supina per vedere almeno l'ombra del vecchio, nell'oscurità più ignota e per niente paurosa per Artù. Esitò e ricominciò a parlare : "Gaius...fuggiamo, farò strada con te, sei un medico e puoi curarmi! Non ci possiamo più fidare di Merlino. Lui è un...un...m-....mag...-...UN MAGO, GAIUS!!"
Il cerusico fece una faccia colpevole, una faccia che diceva di sapere cose che il re, sì, esatto, il re, non sapeva. Il giovane afferrò l'espressione fatta dall'uomo dinanzi a lui e riuscì solo a malapena a balbettare: " COSA?!?! TU LO SAPEVI?"

"Sire, vi assicuro che Merlino usa la magia per il bene...lui ha sempre usato la magia a un buon fine, l'ha usata per Camelot e a scopo principale, per voi." Vedendo che il re non fiatava decise di continuare

"Se desiderate degli esempi...ricordate quando vi ha morso la bestia errante?" Il biondo annuì
"Lui ha donato la sua vita per voi, nell'Isola dei Beati, ma Nimueh lo ingannò, prendendo la vita di sua madre, che per questa causa si ammalò. Era intento a tornare sull'Isola a parlare con la strega che da tanto tempo lo tormentava, ma soprattutto, tormentava Camelot, ma io lo precedetti ed ero intenzionato a donare la mia vita insignificante per lui, ma quello straordinario ragazzo raggiunse l'Isola dei Beati mentre stavo morendo e uccise Nimueh, così rispettando l'equilibrio del mondo dei morti e dei vivi, cosa che nessun mago qualsiasi avrebbe fatto. È riuscito a padroneggiare il potere della vita e della morte e lo fece per un buon gesto."
Artù ne rimase sbalordito, aveva addirittura aperto la sua bocca sghemba e riuscì a malapena a parlare: "Allora, se ho capito bene, non sei stato tu a salvarmi la vita, ma Mer...lui?" Gaius annuì lentamente prima di riprendere il suo discorso.

Merthur: Merlin&Arthur  (REVISIONATA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora