Capitolo 6: Il dolore per congiungere.

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"Be', Merlino, per mangiare dovremmo accendere qualcosa...sai che intendo..."

"Eh? Cosa? Oh sì, perdonatemi, Sire: 'Forberna' " Mormorò, facendo illuminare i suoi occhi dorati. "...impressionante vero, Artù?"
Il sovrano era impressionato, ma non lo diede a vedere e sbuffò all'aria. E lui che a volte lo chiamava 'idiota' oppure 'incapace', o ancora meglio 'servo sfaticato', quando era tutt'altro, in realtà.

"Non riuscite ad alzarvi, aspettate."
Allora il corvino mise le mani nella schiena di Artù, mettendolo seduto per degli istanti e si sedette dietro di lui, in modo tale da poterlo far stare seduto senza stancarsi. Allora, il biondo seduto con la schiena appoggiata nel petto dell'altro, si mise a respirare rumorosamente, il cuore all'impazzata e il petto che si alzava e si chinava velocemente.
"Calmatevi, è solo per farvi stare più comodo mentre mangiate, io mangerò appena avrete finito voi." Il biondo annuì nervosamente e con l'ansia che lo assaliva. Sentire così vicino il fiato del giovane mago addosso gli faceva questo effetto: i brividi che partivano dal collo e scendevano per la schiena, il giramento di testa, le farfalle nello stomaco, il nodo alla gola, la scomparsa della fame. In effetti, ingoiò quel boccone con difficoltà e furono delle grandi ardue sfide digerire il tutto con lui alle sue spalle. Lui era totalmente incapace di capire perché quando era eccessivamente troppo vicino a lui aveva questi effetti -o una parte di lui forse lo sa-. Be' sì, in quel momento si sentiva senza dubbio bene, si sentiva protetto da ogni cosa negativa del mondo e come sempre, Merlino gli stava facendo da scudo. Non ne poteva fare a meno, eh? Era così entusiasta, confuso e distratto da quel pranzo, che non si accorse che la ferita pulsava, si stava infettando nel corpo e che la benda posizionata dal mago era sporca di sangue e inzuppata di sudore. Quando il minore si allontanò e il maggiore ritornò sdraiato che lo sentì. Il ragazzo stava cominciando a mangiare, finalmente, che Artù gemette:

"Mer- Merlino...non ce la faccio più...ho sempre avuto un impulso nel trattenere il dolore quando mi ferisco, ma è diverso, non ce la faccio. E si vede anche dal fatto che te lo stia dicendo!" sbuffò frustrato.

"Già, è strano" commentò.

Lui, ignorando il commento dell'altro continuò "È come se...se...il dolore stesse prendendo il sopravvento del mio corpo ed è come se mi stesse prosciugando organo dopo organo, la mia anima che si spezza, il cuore che sta urlando, piangendo e prendendo a pugni e a schiaffi i miei polmoni. Merlino è insopportabile!!" Una lacrima scese dal suo volto quando il ragazzo -meravigliato dal fatto che, dopo aver descritto un dolore insopportabile, una sola e unica lacrima fosse scesa dai suoi occhi doloranti, ma comunque, era evidente, avevano questa ardua voglia di piangere per tanto tempo, ma si trattenevano, perché la parte orgogliosa del re diceva e voleva così- , privo ancora di cibo, gli strinse la mano alla metà dell'ultima frase e si fece scivolare anche lui alcune lacrime per lui.

"Artù mi dispiace, io non ho potuto fare nulla. Avrei voluto fare qualcosa, ma...Mordred vi ha infilzato con una spada forgiata dal fiato di un drago e l'unica cura è alla fine della nostra meta e-..."

"...sempre se ci arrivo, 'Emrys' "fece le virgolette con le dita e posò la sua mano destra sulla testa del servitore, chino su di lui, scombinando la chioma corvina e ribelle, mentre la sua mano sinistra accarezzò delicatamente il palmo della mano oblunga del ragazzo dinanzi a lui, ma quando Il biondo tolse la mano destra dal capo del suo amato, per metterla negli zigomi molto in evidenza sul suo volto e accarezzarli con il pollice, sorrise tristemente e poi:"Resisterò per quanto posso, per te, ma non so quanto potrò rimanere qua al tuo fianco."

"No, no e no testa di fagiolo! Voi vivrete, non demordete, non rassegnatevi. Fatelo per me, pessimista che non siete altro." Disse infine ricambiando la stretta di mano, poggiando l'unica mano libera sulla nuca e avvicinandosi al suo re così da far sbattere dolcemente la sua fronte contro quella del ragazzo dinanzi a lui. Il dolore atroce e mortale di Artù durò per tanto tempo per essere decifrato, ma fu' in quel tempo che rimase accanto al suo adorato Merlino, a stringersi le mani, ad accarezzasi a vicenda e fu' lì che il re rimase bagnato fradicio dalle lacrime del ragazzo minore, che, ogni volta che gliele asciugava dolcemente con i pollici, ritornavano a cadere sul suo viso. Si chiese come mai, alla fine, finì al contrario, lui, ferito mortalmente, stava consolando Merlino, sano come un pesce, o quasi. Ma il nobile, in ogni caso, era quasi indeciso se soffrire per la ferita, o per il dolore e i pianti del suo servitore. Artù, infatti, si addormentò mentre stava continuando, senza sosta, ad accarezzare gli zigomi e le gote di Merlino. Egli, vedendolo addormentarsi così tra le sue braccia, non potè che pensare che il maggiore si trovasse accolto, come a casa, come se fosse nel suo comodo letto a baldacchino, ovviamente, matrimoniale. Si sentiva bene, per quanto aveva riflettuto il ragazzo dai capelli corvini, il biondo d'oro non avrebbe voluto essere altrove, se non con lui. Ebbene sì, Artù Pendragon era felice di stare tra quelle braccia esili di Merlino (Emrys) di Ealdor, lui gli bastava e gli avanzava.
Il corvino, non si potè trattenere, e, anche se non aveva messo nulla in mezzo ai denti, si addormentò accanto al re, al suo re, che dormiva beato negli angeli, il più bello ed etereo. Caduto ormai nella tentazione, avvolse la vita di Artù con il suo lungo braccio destro e lo strinse a sé, dopodiché sussurrò all'orecchio destro del biondo:"Buonanotte, mio asino reale. Spero che almeno i vostri sogni siano più incantevoli della realtà. Sogni d'oro, mio re."
E si addormentò nella fessura tra il collo e lo sterno , giudicando quel momento, il più bello della sua breve e giovane vita.

La mattina seguente, finalmente, Merlino mangiò qualcosa, il coniglio rimasto della sera precedente, e parve 'berlo' più che mangiarlo. Evidentemente Artù pensò che il giorno prima, occupato nell'intrattenerlo, non ebbe neanche odorato quella prelibatezza ed egoisticamente ne fu' grato. Dopo che il minore finì di mangiare, si avvicinò al re e cominciò a parlare:

"Artù..." il suo volto era rosso, ancora un po' assonnato e teneva lo sguardo basso, trovando estremamente interessante i suoi stivaletti

"..riguardo a quello che è successo ieri mattina, alle prime luci- è stata colpa mia, non volevo, mi dispiace profondamente per quello che è successo. L'ho fatto solo per farvi stare zitto, visto che della mia mano ve ne siete sbarazzato subito, non trovavo modo differente di questo, più sbagliato. Voi, dopotutto, amate Gwen ed è come se ve l'avessi fatta tradire. Non succederà più" il biondo non era per nulla pentito di ciò che era accaduto, anzi, è stata la cosa più bella che avesse ricevuto negli ultimi cinque anni, ovvero da quando conosceva Merlino. Era dispiaciuto che, invece, il corvino si fosse scusato per questo errore, anche se l'errore più bello della loro vita. Avrebbe tanto voluto dire 'Non comprendi che se io me ne fossi dispiaciuto, mi sarei scostato dalle tue calde labbra? Non comprendi forse che anche da parte mia c'è stato un bacio sincero? Non comprendi le parole mute, ma pienamente comprensibili di quel sincero bacio? E poi sarei io la testa di fagiolo in questione!' ma si limitò solo ad annuire lentamente e senza darlo a vedere, fece scatenare l'inferno dentro di sé.

I due risalirono a cavallo, Hengroen, il fedele animale di Artù, da sempre. Neanche partiti che il maggiore sentì provenire un rumore grezzo, ma acuto, da dietro di lui, da Merlino; si accigliò, ma poi capì cosa fosse: era il solito singhiozzo del minore, che faceva risalire l'azione di aver mangiato troppo in fretta, nella mente di entrambi. Il mago cercò di coprire l'imbarazzo che aveva, con dei sorrisi distratti e dando alcune 'pacche amichevoli' sulla nuca di Artù, mentre quest'ultimo, ghignava divertito e quando le mani calde di Merlino si avvicinavano al suo collo per dargli dei piccoli pugni, rideva ancora di più e basta solo immaginare che questo viaggio andò così per più di cinque ore. Per il tragitto solo risate si potevano udire dai due, ma non una parola osò uscire da nessuno. Il biondo naturale era nuovamente semi seduto, con le spalle appoggiate al petto di Merlino, che erano fondamentali per lui, sia perché sentirlo vicino lo faceva sentire bene e anche perché con la mancanza di quella massa corporea, quasi inesistente, che faceva di tutto per reggerlo, sarebbe sicuramente rotolato giù dal cavallo in un attimo.
Silenzio. Solo bellissimo, ma frustante silenzio.






ANGOLO AUTRICE:
HI GUYS!!!! COME STATE?? SPERO BENE...MI DISPIACE AGGIORNARE ALL'ORA DI CENA, COSE CHE CAPITANO AHAHAHAHA!!! DI SOLITO AGGIORNO NELLA PAUSA DELLA PRIMA VIDEO LEZIONE, MA NON AVEVO ANCORA DEL TUTTO FINITO IL CAPITOLO, MI MANCAVANO DETTAGLI. LASCIATEMI STELLINE PLEASE⭐️❤️ CHE DEVO AGGIUNGERE?? SOLO...ALLA PROSSIMA!!!
CHE CAMELOT SIA CON VOI, MIEI CAVALIERI E SUDDITI❤️🙂

~Lady Morgana🦋

Merthur: Merlin&Arthur  (REVISIONATA) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora