62Capitolo

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Pov's Aisha

Cosa diavolo era appena successo?

Avevo il respiro affannato mentre correvo velocemente per il bosco, l'uomo si era lanciato contro Xander con rabbia, avevao cominciato a darsele di santa ragione prima che la mia dolce Lilli decidesse di fare una leggera visita rilasciando per una manciata di secondi la sua aura per poi scomparire a nuovo, lasciandomi come un idota circondata da cacciatori che avevano scoperto la mia natura e cercavano di ammazzarmi.

-Perdonami, non volevo combinare questo casino o solo cercato di riprendermi ma credo di essere ancor troppo debole

si scuso Lilli con voce intrisa di dispiacere..ma no non preoccuparti ne riparliamo quando mi taglieranno a fettine.

-Non preoccuparti, torna a riposarti stai sprecando troppa energia, continuando cosi non ti riprenderai mai

Inciampando rotolai giù graffiandomi il viso e le braccia con i cespugli, mi misi seduta cercando di togliere il fango ...rimangio ciò che ho detto oddio la pioggia.

"Dove pensi di andare piccoletta ?" proruppe una voce decisamente troppo vicina cercai di scappare ma senza alcun successo dato che venni afferrata per i capelli e tirata indietro ricadendo al indietro, alzai lo sguardo trovando quello malizioso di un uomo, ad occhio e croce, sulla quarantina.

"Lasciami bastardo"  ringhiai graffiandogli il volto "Brutta puttana " urlo tirandomi uno schiaffo mentre si portava una mano sul volto che sanguinava, mi limitai a sorridere compiaciuta dando una veloce occhiatina ai miei artigli, "Tua madre" gli sputai in un occhio , prima che potesse toccarmi mi rialzai di scatto,  ero decisamente in svantaggio sia Lilli che Eva erano fuori gioco  l'unica cosa che potessi fare al momento era  graffiarlo con gli artigli oppure sperare che sia uno dei più deboli del gruppo, avevo praticato diversi sport per migliorare le mie capacita fisiche ma ero stanca e mal nutrita da troppo tempo perché potessi realmente uscirne idonea.
"Una cagna" lo senti sputare mentre mi inseguiva, basandosi molto probabilmente sugli artigli che gli avevano sfregiato il viso, se l'era cercata.

Non seppi quanto corsi ancora prima che un coltellino si conficcasse nella tenera carne del mio braccio facendomi cadere in avanti per la sorpresa ed il dolore che in forti scariche si espanse per tutto la lunghezza del braccio.
"Non avresti dovuto fare ciò che hai fatto- mi girai a guardarlo mentre si avvicinava lentamente come sguardo furioso- ci saremmo solo divertiti un po', poi ti avrei lasciato andare, che peccato che ora mi tocchi ucciderti" sospiro fermandosi ad un passo da me, lo guardai silenziosamente prima ch potessi anche solo rilasciare una sillaba il suo scarpone si scontrò con forza con il mio viso, mi aveva tirato un calcio bello forte che mi costrinse ad afferrarmi il volto allontanandomi senza proferire alcun lamento "Sei un codardo" ringhia alzandomi con l'aiuto dell'albero più vicino, non si mosse continuando a fissarmi divertito, bastardo.

"Codardo dici ? Non crederai che mi lasci ferire dalle parole di una cagnetta" scoppiò a ridere avvicinandosi pericolosamente a me, mi sentivo decisamente stanca e la testa si faceva sempre più pesante per non parlare del sangue che imbrattava tutto il mio viso, era molto probabile che mi avesse rotto il setto nasale, mi era successo di peggio non mi sarei certo lamentata per questo.

Il codardo si mostrò ancora più effimero quando tirò fuori un'altro coltellino, più meschino di quanto credessi, sospirai al contato, del materiale freddo del coltello, com la mia pelle calda.
Mi rimaranno delle bruttissime cicatrici...sempre se no esco viva.

Cercai comunque di allontanarmi da lui, non potevo credere di aver passato così tanto tempo rinchiusa nelle più fronde viscere della terra, per poi dover perire per le mani di un sudicio cacciatore, sangue sporco e geloso.

-Avrei preferito proferire il mio ultimo respiro nel inferno, sarebbe stato più dignitoso gongolo Lilli con voce fiacca e stanca

Fu un attimo, prima era davanti a me con lo sguardo pieno di pazzia è quello dopo il suo corpo giaceva metri lontano senza testa- che giaceva sul fertile terriccio davanti a me- cosa diavolo era appena successo?
Un ringhio pieno di rabbia e possessione, mi fece rabbrividire prima che la testa si facesse più pesante e lo sguardo sfuocato, ancora una volta il mio corpo cade al indietro, non senti il terriccio bagnato ma delle forti braccia avvolgermi, mi strinsi a quella fonte di calore che mi ricordava casa, lasciandomi andare nel oblio sapendo ormai di essere al sicuro.

"Mia"

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