Il treno scorreva rapido lungo i binari, scandendo un ritmo incalzante che poco si confaceva alla canzone classica che stavo ascoltando.
Nel sedile di fronte al mio vi era l'unico passeggero di quel veicolo maledetto, che non si era mai fermato da quando era partito.
Correva inarrestabile in una gara contro il tempo, lo spazio e l'esistenza.
Si scagliava in tutta la sua forza contro il muro invisibile del finito, sfrecciando fra nuvole, animali di tutti i tipi, oggetti mai visti ed esseri altrettanto bizzarri.
E così, avvolto in un manto di dolce inconsapevolezza, sedevo sul treno diretto verso l'ignoto.