Capitolo 3

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CAPITOLO 3.

Quella mattina Shoyo dopo essersi preparato preparò il pranzo per sé e la sorella.

Fecero colazione e si prepararono per andare a scuola.

Usciti di casa il ragazzo prese la bici e fece salire la sorella sul portapacchi alle sue spalle per poi salire a sua volta dicendole: «Tieniti forte, Natsu. Non vorrei che cadessi»

«Va bene, fratellone!» esclamò lei sorridendo felice legandogli le braccia attorno ai fianchi.

Il ragazzo iniziò a pedalare percorrendo il solito tragitto.

«Fratellone, quando arriva la squadra contro il quale dovete giocare?» gli domandò la bambina sorprendendolo per un attimo, ma poi sorrise divertito rispondendole: «Oggi per gli allenamenti del pomeriggio. Rivedrò dopo tanto il mio amico Kenma e gli altri ragazzi. Sarà divertente»

«Quanto si fermano?» chiese lei curiosa.

«Per tre settimane. Ci prepariamo per il torneo invernale tra le squadre delle varie scuole» aggiunse lui tranquillamente.

Arrivarono a scuola nell'arco di venti minuti ed una volta che furono scesi dalla bici, Shoyo, la parcheggiò al solito posto.

«Siamo arrivati in tempo. Adesso dobbiamo andare in classe» disse prendendola per mano.

«Fratellone, se c'è qualcosa che nei miei compiti non capisco posso chiedere aiuto ai tuoi professori?» chiese lei con un filo di voce.

«Certo, Natsu. Non penso che ci siano problemi» rispose lui per poi domandarle: «Che compiti devi fare?»

«Matematica, storia e inglese» rispose lei.

Il ragazzo sorrise divertito: «Sei fortunata. Oggi ho le stesse materie del quale devi fare i compiti»

Arrivati in classe Shoyo s'accomodò al suo posto facendo mettere la sorella vicino a lui.

I compagni di classe lo guardarono perplessi aspettando delle spiegazioni, ma non ebbero il tempo di rispondere perchè il professore entrò in classe dicendo loro il motivo per cui la sorella del ragazzo era in classe.

Le ore di lezioni passarono tranquille ed i professori furono ben felici di spiegare le cose alla bambina che non riusciva a comprendere e fare da sola.

Al termine delle lezioni uscirono dall'edificio scolastico per andare in palestra, ma Shoyo vedendo arrivare l'autobus della squadra dei Nekoma disse: «Andiamo, Natsu. Sono arrivati»

«Sì!» rispose lei tirandosi dietro il fratello mentre lo portava fino al cancello della scuola.

I ragazzi vedendolo lo guardarono perplessi, ma Kuroo gli domandò: «Shoyo, chi è quella bambina?»

«Mia sorella, Natsu. Oggi è venuta a scuola con me perchè non potevo lasciarla da sola a casa» rispose lui a quella domanda.

La bambina sorrise felice saltellando: «Andiamo! Andiamo in palestra!»

«Natsu, calmati!» disse Shoyo cercando di fermarla.

«No!» esclamò di nuovo lei: «Voglio vedervi giocare!»

Lev prese la bambina per i fianchi sollevandola di peso e lei rise divertita: «Sto volando!»

Shoyo rise divertito: «Oh sì. Lev, fa volare tutti in alto»

«Anche a te?» chiese lei divertita.

«Sì anche a me ha fatto volare senza fatica» rispose lui a quella domanda per poi borbottare: «Mi aveva scambiato per un bambino»

A quelle parole tutti i misero a ridere divertiti e si avviarono verso la palestra.

Arrivati a destinazione entrarono tranquillamente.

Si prepararono con calma, ma Tobio era perplesso mentre fissava un foglietto:

"Ecco il secondo messaggio per capire chi sono: Ti ho osservato per tanto tempo, ti ho parlato moltissime volte. Ho imparato a vedere oltre quella tua impassibilità che mi ha fatto spesso impazzire. Mi sei entrato dentro come la peggiore delle droghe assuefandomi completamente a te. Vorrei tenerti tra le mie braccia ancora una volta, vorrei tenerti stretto a me mentre dormi. Per fare questo dovremmo aspettare il settimo giorno, nel quale spero tu abbia capito quello chi si nasconde dietro queste frasi"

«Tutto bene, Tobio?» gli chiese con dolcezza Hinata. «Sì. È solo un altro messaggio da parte del mio ammiratore segreto»

«Capisco. Andiamo a giocare?» gli domandò nuovamente lui senza pensarci due volte.

Il corvino annuì lasciandosi andare a un sorriso.

Poco dopo si diressero in palestra dove iniziarono il loro riscaldamento.

Natsu parlava con Kenma chiedendogli: «Cosa state facendo?»

«Facciamo un po' di riscaldamento prima di iniziare a giocare» ammise lui senza pensarci due volte.

La bambina li osservò tranquillamente e alcuni minuti dopo iniziarono la partita.

Durante quell'allenamento Hinata e Tobio provarono la loro veloce con il cambiamento ideato da Natsu portando a segno diversi punti.

Al termine dell'allenamento decisero di andare a mangiare qualcosa in un locale a metà strada tra la scuola e il luogo dove avrebbe alloggiato la squadra del Nekoma.

La cena passò tranquilla tra le risate ed al suo termine Hinata si rivolse a Tobio: «Ti va di venire a dormire a casa mia?»

«Sicuro che posso?» gli domandò lui perplesso.

«Sì. Non mi va di farti fare tutta quella strada che ti separa da casa da solo» ammise lui senza giri di parole.

Tobio accettò quell'invito senza pensarci troppo ed i tre andarono a casa di Hinata dove raggiunta la stanza di quest'ultimo si misero a letto per poter dormire e riposare un po' dopo quella lunga giornata che li aveva fatti stancare molto più di quello che si erano aspettati. 

La notte di NataleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora