L'odore del mare, il rumore delle onde, la sabbia calda sotto ai piedi e la mano di mio fratello nella mia.
Passeggiamo.
Lui con i piedi nell'acqua che schizza ovunque arrivando a bagnare i miei, nonostante camminassi sulla sabbia per evitarlo.
Passeggiamo, passeggiamo e basta per un tempo quasi infinito.
Ho perso il conto di quante volte ho fatto questo sogno.
L'odore del mare è la prima cosa che mi viene in mente pensando a mio fratello, non andavo al mare da anni ormai eppure lo ricordavo bene.
Il mare sa di sole, di crema solare, spry per capelli, di gelato avvolte, d'estate, ma sa anche di freddo, di alghe, sa di quelle piante che crescono lontano dalla riva, di bambù, è un'odore multiforme, a volte pungente, sgradevole altre confortante e piacevole, per me sa di casa ma di una casa a cui fa troppo male tornare.
Mi asciugai le lacrime con un lembo del lenzuolo, presi in mano il telefono, 6:27, mancavano ancora 3 minuti alla sveglia quindi ne approfittai per recuperare i cuscini e il piumino da terra.
Dopo un po' sentii la sveglia suonare, mi misi seduta sul letto cercando di scacciare i pensieri e feci una lista di ciò che avrei dovuto fare durante la giornata.
Quel giorno era il primo giorno di scuola, terzo anno, e potrà sembrare una cosa da niente se non fosse che non andavo a scuola da due anni e mezzo.
Ok, concentrazione, cosa devo fare oggi? Allora prima di tutto mi devo preparare per la scuola, poi colazione, poi aspettare Mia e Jessica e andare a scuola, poi appuntamento col preside e poi lezioni.
Per il resto si vedrà.
Guardai il telefono, 6:48, mi alzai e andai a prepararmi, presi un semplice paio di mom jeans chiari e una maglietta nera a maniche corte e andai a farmi la doccia.
Avrei voluto fare le trecce alla francese ma dopo aver provato per 5 minuti ci rinunciai e decisi di fare una semplice coda alta, misi un trucco leggero, non ricordavo neanche l'ultima volta che mi ero truccata.
Presi il mio zaino lilla, lo riempii con l'astuccio e un paio di quaderni e scesi in cucina a fare colazione.
Come tutti i pasti, la colazione si faceva rigorosamente in famiglia tutti insieme, non parlavamo molto la mattina, papa beveva il caffè e leggeva il giornale mentre mamma parlava per riempire il silenzio.
Il suono del campanello mi distolse dai miei pensieri, erano Mia e Jessica che erano venute a prendermi per andare a scuola insieme.
Feci per alzarmi ma mia madre mi fermò:
"Abigail ma non mangi nulla?" mi chiese.
Non mi ero neanche accorta di non aver toccato cibo, ero troppo persa nei miei pensieri.
"no, non ho molto appetito scusa, prenderò una mela da mangiare mentre vado".
Detto ciò presi una mela, misi la felpa e lo zaino in spalla, salutai e andai dalle mie amiche.
Aprii la porta e corsi ad abbracciarle, non avevo avuto modo di vederle per tutta l'estate, ci eravamo tenute in contatto con videochiamate quasi tutti i giorni ma stringerle tra le mie braccia era diverso.
"Ab, mi...stai...soffocando" disse Jessica, sciolsi l'abbraccio e scoppiammo tutte e tre a ridere.
"mi siete mancate da morire ragazze"
"anche tu ci sei mancata ... come ti senti per oggi? Pronta a tornare a scuola?" chiese Mia con uno sguardo dolce e leggermente preoccupato e la solita voce pacata che usava per le domande scomode.
"tutto ok per ora, sono solo felice di tornare alla normalità." tagliai corto e sorrisi.
Presi le mie amiche per mano per smorzare la tensione e cominciai a camminare "allora, gossip di cui dovrei essere informata?" ci scappò una risata e ci incamminammo.
Parlammo di nuove coppie estive, chi si era messo insieme, chi lasciato, chi tradito, visto che non sono andata a scuola l'anno scorso, o l'anno prima, era tutto nuovo per me, non conoscevo la maggior parte delle persone di cui parlavano, solo quelli con cui ero andata a scuola gli anni precedenti, e non ero mai stata fisicamente a quella scuola, ma per farmi sentire meno esclusa dal mondo le mie fantastiche amiche cercavano di tenermi aggiornata su ogni minima cosa che accadeva.
Mi raccontavano tutti i piccoli gossip, cercavano di descrivermi luoghi e persone, all'inizio mi mandavano anche qualche foto ma dopo che a Mia partì il flash davanti alla sua crush del momento si decise che era meglio evitare.
Continuammo a parlare fino ad arrivare a scuola, casa mia era distante giusto 20 minuti a piedi quindi non ci mettemmo molto.
Era un edificio a 3 piani abbastanza grande, dopo il cancello di entrata c'era uno spiazzo e attraversandolo si arrivava alla porta d'ingresso dell'edificio.
Appena varcai il cancello i miei piedi si fermarono, era pieno di persone, ragazzi, non ero più abituata alle persone e per un attimo sentii il respiro mancare, sentii Jennifer chiedermi se fosse tutto ok ma non fui in grado di rispondere.
Non potevo permettermi di fallire, non oggi, ero stata isolata dal mondo per troppo tempo e non potevo andare avanti cosi, andrà tutto bene, mi dissi, feci un bel respiro e buttai fuori tutte le preoccupazioni.
Non era così semplice ma mi diede quel minimo di forza per scollare i piedi da terra "si tutto ok, andiamo" risposi.
Entrammo, andai con le mie amiche verso gli armadietti, mancava ancora qualche minuto all'inizio delle lezioni però mi dovetti comunque separare da loro per andare al mio appuntamento col preside.
Andai in segreteria e mi dissero di aspettare qualche minuto, così mi sedetti e aspettai fuori dall'ufficio del preside.
Dopo 5 minuti ero ancora ad aspettare e dalle voci animate provenienti dall'ufficio che potevo sentire ci sarebbe voluto ancora un po', così presi lo zaino, tirai fuori una penna e un quadernino e cominciai a disegnare.
Mi piaceva disegnare, di solito disegnavo i sogni che avevo fatto, cominciavo a dargli vita e più dettagli aggiungevano più diventavano vividi, mi aiutava a ricordarli e per me i sogni erano importanti.
Chiusi gli occhi e cercai di ricordare il sogno fatto la sera prima, ero io con mio fratello, riuscivo a ricordare solo che camminavamo, mi sforzai di più e un'immagine della durata di un secondo mi venne in mente, era la mano di mio fratello che copriva il sole. Cominciai a disegnare.
Dopo altri 10 minuti vidi la porta aprirsi e uscì un ragazzo, non lo conoscevo ma corrispondeva ad una delle descrizioni delle mie amiche, credo si chiamasse Alex, ero abbastanza sicura che fosse lui.
Era arrivato l'anno scorso credo, Mia e Jess dicevano che era uno a cui piaceva saltare le lezioni e che aveva dovuto fare la scuola estiva e aveva passato tutte le materie per un pelo. Probabilmente è per questo che il preside doveva parlare con lui e i genitori.
Era un ragazzo alto, capelli scuri, occhi verdi, era bello, Mia e Jess dicevano che era il figo della situazione e si era fatto mezza scuola e potevo capire la ragione, aveva il fascino da bad boy ma non quel tipo che ti mette nei guai o simili ma quello gentile, quello che fa lo stronzo perchè è danneggiato, che ti fa credere che lo puoi cambiare, con lo sguardo duro ma gli occhi gentili, non mi sorprendo che molte sono attratte da lui.
Mi guardò un po' sorpreso, probabilmente per non avermi mai vista prima, non era una scuola che vedeva gente nuova tanto spesso e avevo già ricevuto almeno una dozzina di sguardi del genere.
Si sedette vicino a me e guardò il disegno, fece una piccola smorfia di, credo, apprezzamento, poi chiese "anche tu qui per i pessimi voti?".
"no, sono nuova a scuola".
"ah ecco, infatti mi sembrava di non averti mai vista" disse, "Alex Miller piacere" mi porse la mano, un po' riluttante di accettare il contatto fisico la strinsi e dissi "Abigail Wilson piacere".
La porta dell'ufficio si aprì di nuovo, i genitori di Alex salutarono il preside con una stretta di mano e lui mi fece segno di entrare.
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Our own love
RomanceAbigail Wilson, classica ragazza semplice: 16 anni, capelli castani, occhi marroni, carnagione chiara; tranquilla all'apparenza, ma con tanti demoni che le camminano a fianco. Dopo quasi 3 anni di assenza, ritorna a far parte della vita reale. Si...