Capitolo 4

42 1 0
                                    

"But there's a voice inside my head saying,
you'll never reach it."


Michael

Entrai nel locale e cercai con lo sguardo i miei amici. Quando mi accorsi che probabilmente dovevano ancora arrivare, mi andai a sedere.

Erano quattro fine settimana consecutivi che li obbligavo a passare la serata in quel locale, piuttosto che andare a ballare o da qualsiasi altra parte. Mi sentivo in colpa, erano costretti a farlo solo a causa mia.

Ma poi guardavo al di la del bancone del bar e capivo perché ne valesse la pena. La cameriera più carina di Liverpool lavorava lì.

Frequentava una scuola poco distante dalla nostra e quando aveva del tempo libero, aiutava i suoi genitori al bar di famiglia.

I capelli castani le ricadevano leggeri sulle spalle. Lentiggini dello stesso colore, le ricoprivano il naso, fino ad incorniciarle anche le guance.

Aveva gli occhi verdi, scuri. Venati di celeste, a volte di giallo. Erano magnetici.

A distrarmi da quell'immagine, quasi surreale, fu Louis con la sua delicatezza. Mi portai una mano sulla fronte, proprio dove il mio amico mi aveva appena colpito senza pietà.

Lo guardai male, mentre lui e Luke si prendevano gioco di me. "Si, ridete." dissi seccato. "Che amici." sbuffai. I due presero posto di fronte a me.

"Non te la prendere, Michael." disse Luke, divertito. "Sei tu che te le cerchi." aggiunse.

"La vuoi smettere di fissarla come se fosse commestibile e tu fossi digiuno da settimane?" chiese Louis. Alzai gli occhi al cielo.

"Io non.." iniziai. "Non negare." mi interruppe Luke, puntandomi un dito contro. Sbuffai scivolando sulla sedia.

"Buonasera, ragazzi. Posso portarvi qualcosa?" Il mio cuore iniziò a battere a ritmo irregolare e quasi feci fatica a riprendere fiato quando riconobbi la sua voce.

"Noi dobbiamo pensarci. Tu Michael avevi già deciso, vero?" chiese Louis, divertito. Infame.

Sentii addosso gli occhi della ragazza e non ebbi il coraggio di voltarmi. Di fronte a me, Luke gesticolava qualcosa, mentre Louis sporgeva la testa verso di lei, indicandomi di voltarmi.

"Allora, cosa posso portarti?" chiese con gentilezza, senza tradire il suo abituale tono solare e allegro.

Forse era per questo che mi aveva colpito. Nonostante fosse obbligata a passare il sabato sera a lavorare, piuttosto che a divertirsi, la vedevo sempre sorridente.

Michael, è la tua occasione. Contai fino a tre e mi voltai. Mossa errata. Era così vicina che, volendo, potevo contare le lentiggini che le coloravano la carnagione chiara.

Ingoiai a fatica il groppo che mi si era creato in gola. Le mani mi sudavano e le palpitazioni aumentavano.

"Magari.. ripasso tra qualche minuto?" chiese, incerta. Sentii Luke sbuffare. "Tre birre andranno benissimo." disse infine.

La ragazza distolse lo sguardo da me e io ripresi a respirare. "Arrivano." disse sorridente, per poi allontanarsi a passi veloci.

Guardai i ragazzi, fisicamente e mentalmente a pezzi. Mi era bastato averla vicino per pochi minuti, che era riuscita a sconvolgermi totalmente.

Louis scosse la testa. "Codardo." disse. "Idiota." aggiunse Luke . Sbuffai, portandomi le mani sul viso. Ero un disastro.

Skyla

UnexpectedlyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora