"Nothing left that you can say,
cause you were never gonna take the blame anyway."
Skyla
Scivolai dalla presa di Calum e lo guardai, notando un'espressione piuttosto confusa sul suo viso. Evidentemente non aveva idea di chi avesse appena suonato il campanello.Uscii dalla stanza, intenzionata ad andarlo a scoprire. Calum mi seguì e mi sorpassò velocemente lungo le scale. Improvvisamente lo vidi nervoso. Forse, dopo tutto, sapeva bene chi fosse alla porta.
L'aprì e mentre mi avvicinavo all'entrata, lo vidi sforzare un sorriso. "Posso entrare?" chiese una voce maschile. "Si." rispose Calum, aprendo ancora di più la porta, in modo da lasciarlo entrare.
Osservai il mio miglior amico, il quale era teso come una corda di violino. Chiunque fosse, la sua visita non sembrava essere gradita.
Entrò un ragazzo. Appena si accorse della mia presenza, mi squadrò da capo a piedi.
Ero quasi sicura di non conoscerlo, eppure aveva un'aria familiare. Continuava a fissarmi e davvero stava rischiando di farmi innervosire.
Indossava dei jeans stretti, delle scarpe da ginnastica nere, una maglietta verde militare stropicciata e un paio di catene gli ciondolavano sul petto.
Gli piantai gli occhi addosso, chiedendomi quando si sarebbe deciso a distogliere lo sguardo.
Si creò una tensione palpabile, tanto che Calum, il quale non si imbarazzava mai, fece un colpo di tosse per smorzare l'atmosfera.
"Noi non ci conosciamo." disse, continuando a guardarmi. Per fortuna no, pensai. Gli occhi di Calum, scattarono in sua direzione, fulminanti. Si, era decisamente una visita non gradita.
"John." disse, allungando una mano. Stavo quasi per stringergliela. Alla fine, non lo conoscevo. Non potevo giudicarlo dall'apparenza.
Ma Calum mi guardò, chiedendomi espressamente con lo sguardo di non farlo. "Io vado." dissi allora.
Il ragazzo abbassò la mano e rise divertito. Perlomeno non se l'è presa, pensai. "Ti chiamo stasera." disse Calum.
Mi avvicinai a lui e gli baciai una guancia, prima di notare che quel John mi fissava ancora e seguiva con lo sguardo ogni mio movimento.
Raggiunsi la porta ed uscii, chiudendomela alle spalle.
Una volta in giardino, percorsi lentamente il vialetto che mi divideva dal cancello. Cercai di non dar peso a quel sesto senso che mi diceva di non andarmene.Ma alla fine continuai a camminare lungo il marciapiede, diretta a casa. Anche se ero confusa. Non avevo mai visto Calum così agitato e teso.
Continuavo a chiedermi chi fosse quel ragazzo, quando improvvisamente, il mio cervello elaborò una risposta.
E allora il cuore mi balzò nel petto e mi fermai allarmata. Un secondo dopo, stavo correndo verso la casa da cui ero appena uscita.
Una volta nel vialetto di casa, decisi di provare a vedere se la porta sul retro fosse stata lasciata aperta.Salii gli scalini della veranda e attraverso i vetri della porta, sentii ciò che temevo di più. Calum era in piedi vicino alla sedia del tavolo da pranzo. Era fermo, a testa bassa.
Dalla sua espressione potevo capire che c'era qualcosa che non andava. Calum non si sottometteva a nessuno. John, davanti a lui, gli intimava di dargli i soldi.
Fino a quel momento avevo sperato di essermi sbagliata, ma adesso ne avevo la certezza. Calum non era affatto uscito dal giro e adesso, gli stavano chiedendo i soldi fruttati dallo spaccio.
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Unexpectedly
RomansaLa verità é che non sappiamo con esattezza che cosa succederà domani. Forse riceverai un brutto voto o forse no, forse sarà una giornata perfetta o forse sarà l'ennesima brutta giornata. La vita é così, un pazzo e lungo percorso che ci accompagnerá...