Prima di avventurarmi all'interno del piccolo, ma grazioso, edificio in cui dovrò alloggiare per almeno due settimane, mi reco all'accettazione, dove ricevo l'orario delle lezioni e le chiavi del mini appartamento. Lì una signora sulla cinquantina molto gentile si rende disponibile e risponde a tutte le mie mille domande da matricola riguardanti le cose più importanti e basilari che uno studente dovrebbe conoscere.
Una volta terminata la conversazione, non stando più nella pelle, faccio per dirigermi verso le abitazioni. Nel mentre guardandomi intorno rimango sempre più sorpresa dal bellissimo paesaggio che circonda il campus: mi ricorda casa. Spesso in autunno mi veniva voglia di andare nel bosco, in mezzo alla natura, lontano a stendermi sulle foglie cadute dagli alberi, tra il vento e la pioggia e i suoni della natura in sottofondo, con gli occhi persi nel cielo. Almeno questo ambiente non mi farà sentire più sola di quello che sono già.

Entrando nell'appartamento rimango piacevolmente sorpresa: è semplice ma elegante allo stesso tempo. È composto da tre piccole stanze, di cui rispettivamente il mini soggiorno unito all'angolo cottura, un bagno ed una camera con due letti ad una piazza e mezza posti l'uno difronte all'altro, contornati dalla rispettiva parete che purtroppo mi asterrò dall'adornare data la mia breve permanenza. All'improvviso sento che qualcuno sta aprendo la porta principale e mi dirigo verso di essa: inizialmente vado nel panico ma poi, da sciocca quale sono, rammento che non sono l'unica a dover abitare in questo posticino piacevolmente grazioso.
Vado incontro alla presunta ragazza stampandomi un sorriso smagliante in volto, così da dare subito una buona impressione. Noto che non riesce ad aprire la porta e così cerco di farlo io dall'interno. Capisco che non è stata una buona idea quando la porta si apre di scatto e ci scontriamo cadendo al suolo.

Entrambe ci massaggiamo la testa ridendo e appena si volta noto che ha una folta chioma di capelli castani che contornano un viso che mi è stranamente familiare; in seguito mi trattengo dal formare una "o" con la bocca.
- Ehi! Ma ci siamo già incontrate vero? - mi anticipa iniziando la conversazione con un sorriso che mi ispira tanta simpatia. È la ragazza gentile del fast food; pensavo che ritrovamenti del genere capitassero solo nei film.
- Direi proprio di si! - ricambio il sorriso aiutandola ad alzarsi.  - Mi dispiace di esserci ritrovate nello stesso modo, sembra che riusciamo ad incontrarci solo così! - entrambe ci facciamo prendere dal momento e scoppiamo in una fragorosa risata.
- Almeno siamo originali! Comunque piacere, Samantha, per gli amici Sam. - mi stringe la mano.
- Il piacere è mio, sono Grace. -

- Oddio non riesco ancora a crederci, tra tutte le persone di questo college il destino c'ha voluto far rincontrare!- continua sorridendo - So che posso sembrare strana, parlando di destino ed altro, o più felice del dovuto, però sono davvero contenta perché sei stata molto gentile quel giorno e di solito... beh nessuno lo è con me. - termina il suo mini discorso prendendo un bel respiro, dato che ha parlato davvero veloce. Quanto è dolce sta ragazza, mi fa tanta tenerezza.
- Non ti biasimo, davvero, io sono come te. Mi emoziono anche per cose piccole e a dirla tutta mi piace farlo, mi fa sentire positiva. - le dico mettendo da parte l'iniziale timidezza.
"Anche se nella mia situazione c'è poco da essere positivi.", vorrei aggiungere ma mi trattengo.
- Dai parlami un po' di te, se ti va. - continuo.
- La mia non è una delle storie più felici in realtà; ho un rapporto decente solo con mia madre, dato che mio padre ci ha abbandonate qualche anno fa, ho lavorato sodo per avere una borsa di studio per venire qui ed inoltre, lo stesso giorno in cui ci siamo viste, dovevo fare un colloquio online che purtroppo non è andato bene... - parla con un'aria sconsolata e improvvisamente il suo sguardo si perde nel vuoto.
- Uh mi dispiace... per cos'era? Se posso chiedere. - dico titubante.
- Uhm si certo, non preoccuparti. Era per entrare in un'agenzia per modelle; è sempre stato il mio sogno quello di sfilare, ma quando hanno saputo della mia altezza e del mio peso non hanno voluto neanche incontrarmi dal vivo. -

Appena finisce di parlare la squadro per intero, rimanendo discreta e non facendomi notare, e mi chiedo il motivo del rifiuto.
È oggettivamente davvero bella, alta nella media e con le forme nei punti giusti. So che bisogna avere determinate caratteristiche per rientrare nei canoni di bellezza delle agenzie, però per me sono solo stereotipi. Magari una bellissima ragazza come lei, dopo essere stata rifiutata, ha un calo di autostima e non si sente all'altezza. Per me lo scopo delle agenzie che reclutano modelle e modelli dovrebbe essere quello di esaltare ogni corpo nella propria bellezza e non di escludere a prescindere coloro che non sono considerati degni dalla società.
Mentre penso a questa ingiustizia noto che lei è rimasta in silenzio e, per rompere quest'ultimo, le propongo di andare ad ascoltare le presentazioni di alcuni dei professori che si terranno nelle rispettive aule.

Parliamo del più e del meno dirigendoci verso un'aula casuale, con l'intenzione di andarcene nel caso l'introduzione ci stesse annoiando, ed una volta arrivate restiamo in piedi ad ascoltare.
-Adesso voi prenderete un post it e, il primo giorno che per un viaggio, per un'uscita, per qualunque altro motivo uscirete di casa prima che lei (o lui) si svegli, ci scriverete sopra un complimento, uno qualsiasi, anche il più stupido che vi viene in mente (anzi, scegliete proprio quello) e lo appenderete allo specchio del bagno, in modo che sia la prima cosa che lei (o lui) vedrà quella mattina, con gli occhi cisposi e la tristezza di chi ha mollato il piumone una vita troppo presto. - inizia il professore di psicologia distribuendo dei post it ad ogni persona presente.

- E lo farete perché se lo merita.
Perché avrà una giornata dura (sono tutte giornate dure, anche se uno non se ne rende conto).
Perché così penserà tutto il giorno a ringraziarvi appena vi vedrete di nuovo, anche solo con un bacio più "sorridente" del solito.
Perché vi sopporta ogni giorno.
Perché non è da voi.
Perché quella volta in cui avete alzato un attimo la manica per essere più comodi a firmare, che fosse su un registro di matrimonio, un contratto d'affitto, un mutuo o anche solo su quella parte di cervello e anima che vi fa dire che sì, quella persona ha il carattere, la faccia, il profumo, la voce, la risata, il modo di arrossire con cui avete deciso di provare a promettere di invecchiare insieme; ecco, quando avete alzato quell'attimo la manica non la dovete mai più abbassare, dovete arrotolarla bene attorno al gomito. Perché i rapporti funzionano quando non funzionano. Quando ci si sente in debito, anche solo di un piccolo gesto, verso chi ha fatto la stessa promessa col vostro brutto muso come protagonista. Dovete mantenervi in moto, per quando il motore si ingolfa e c'è bisogno che voi sappiate quanto vale la pena farlo ripartire.
Prenderete questo post it e le (gli) scriverete quanto vi piace il suo naso, che ne so. Lo appenderete allo specchio. Avrete migliorato la sua giornata e la vostra. E non vi sarà costato niente.
Non cambierà un rapporto in crisi, non risolverà la fame nel mondo. Ma, male che vada, è un foglietto con una striscia adesiva e qualche centimetro di inchiostro buttato. Non una gran perdita, no?- conclude sorridente ed ammagliante, godendosi gli applausi.
_______________________________
Ciao a tutti! Lasciate una stellina e un commento se vi fa piacere, mi renderebbe contenta conoscere il vostro giudizio. Al prossimo capitolo! 🌻

Resta con me Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora