Entrambe, ammaliate dal bellissimo discorso del professore, mentre battiamo le mani per congratularci ci scambiamo piccoli commenti positivi per far capire all'altra quanto ci sia piaciuto. Appena terminano gli applausi, notando che il diretto interessato è rimasto da solo, le propongo di andare a complimentarci di persona, giusto per prendere alla lettera le sue parole. Di sicuro non considererà il nostro gesto un tentativo di agevolazione durante le lezioni o di rientrare tra gli studenti preferiti, dato che il nostro unico ed ultimo scopo sarà quello di fargli spuntare un sorriso.
Dopo ciò ci dirigiamo verso l'uscita e proponiamo a vicenda nuove presentazioni da seguire. Nel mentre notiamo che davanti al portone di uno dei bellissimi palazzi all'interno del campus, rivestito interamente da rampicanti pieni di fiori colorati, vi è affollata una massa di persone abbastanza densa e così decidiamo di unirci a quest'ultime. Colui che provoca tante risate e quasi degli sfottò è il professore di storia dell'arte; egli indossa un cardigan a collo alto di colore nero, un pantalone blu elegante, un blazer oversize rosa pastello, scarpe nere ed infine un basco, berretto francese purtroppo non molto comune da queste parti. Ha i capelli grigi tendenti al bianco, la parte superiore del viso è evidenziata da dei baffi giganti a manubrio e dagli occhiali neri rotondi.
Osservandolo mi rendo conto sin da subito che ha un qualcosa di diverso da tutti gli altri; davanti al portone è posizionata una panchina e lui vi siede a testa in giù con un libro che a primo impatto, notando la copertina, sembrerebbe "Il buio oltre la siepe". Nel mentre si presenta, dicendo di chiamarsi Theodore Finch, e spiega abbastanza velocemente il programma di studi che chi si iscriverà al suo corso dovrà illustrare. Rimango un po' perplessa non capendo perché abbia utilizzato quest'ultimo termine al posto di dire semplicemente "questi saranno gli argomenti delle lezioni".
Leggendomi nella mente il professore prosegue spiegando che gli studenti dovranno di volta in volta immedesimarsi nell'argomento, nell'arte stessa e diventare tutt'uno con essa al tal punto da interpretarla ancor prima di apprenderla e successivamente spiegarla al resto dell'aula.Dopo aver affermato ciò molte persone, emettendo versi di disprezzo, si staccano dal gruppo non degnando neanche di un ultimo sguardo il signor Finch che sembra mettercela tutta nella spiegazione, volendo sembrare alternativo ed originale. Sam approfittando dell'occasione mi dà una lieve spinta per farmi capire che vorrebbe andarsene, anche se non le presto molta attenzione. Una volta smaltita la folla Theodore si alza e guarda attentamente i pochi rimasti. Quando qualcuno inizia a fare domande apparentemente "normali", magari riguardanti gli orari o gli esami, lui inizia a balbettare e a sentirsi a disagio.
In questo momento provo un po' di tristezza, sembra che non gliene importi nulla di ciò che pensa la gente finché si ritrova a fare ciò che gli piace, che lo fa star bene; lui pensa solo ad esprimere se stesso e la sua arte attraverso ogni occasione che gli porge la vita: vestirsi in un determinato modo, osservare, leggere un libro oppure fare una semplice presentazione al college.
E quando si sveglia dal suo trans momentaneo viene catapultato di nuovo nella triste realtà in cui se fai qualcosa di diverso da quello che fanno tutti, da quello che viene definito normale, sei strano. Per me le persone "strane" meritano tutto l'amore di questo mondo. Sono le persone più interessanti, sensibili, comprensive e divertenti. Non bisognerebbe mai vergognarsi, anzi, bisognerebbe essere fieri delle proprie "stranezze", fieri di essere definiti fuori dal comune.
___- Che perdita di tempo! Mi sembrava un po' uno svitato però pensavo che avrebbe potuto convincermi con un bel discorso. Fa nulla. - mi dice Sam facendo per tirarmi via, dato che il cerchio attorno al professore è svanito.
- Stai giudicando il libro dalla copertina. Oggettivamente non ha fatto intendere un bel niente su come saranno le sue lezioni e penso l'abbia fatto apposta per incuriosire. Con me c'è riuscito, anzi, non vedo l'ora di iniziare. - concludo soddisfatta.
- Ma guarda che probabilmente sarete da soli. Non lo vedi?- mi indica il signor Finch che è rimasto da solo davanti alla panchina e guarda un punto nel vuoto con un espressione quasi delusa. Dopo qualche secondo continua:
- Vorresti rimanere da sola con quel vecchietto? Probabilmente si sarà già dimenticato cosa sta facendo qui ed ora. Non mi sembra una persona stabile mentalmente. -- Appunto, ciò che sembra non è quello che è realmente. Un'impressione rimarrà tale se non le darai l'opportunità di affermarsi o di smentirsi. - nel mentre continuo ad osservarlo. Chissà cosa gli passa per la mente ora.
- Ho capito però la gente lo ha solo ed unicamente deriso, non penso che qualcuno, a parte te a quanto pare, si sia interessato davvero al suo mini discorso. - mi guarda stranita.
- Sam, non so che problema tu abbia o cosa ti abbia fatto quel signore per farti dare un'impressione così negativa sul suo conto, però a me è sembrato particolare e non vedo per quale motivo dovrebbe importarmi che alle persone apparentemente non piace. Vivi e lascia vivere. - mi sto un po' innervosendo, però cerco di sembrare il più calma possibile per non dare una cattiva impressione alla mia nuova amica, anche se me la sta dando lei stessa.- Nessuno è andato da lui a chiedergli informazioni riguard... -
Non faccio in tempo a farle finire la frase che per smentirla mi precipito da lui.
- Salve, volevo congratularmi per aver fatto una così buona impressione su di me. Ho trovato la sua persona davvero interessante, così come il discorso introduttivo riguardante le lezioni. Mi ha incuriosito molto il suo modo di vedere le cose e sono impaziente di poter apprendere e condividere questo modo di fare. - sorrido e spero che mi risponda con la stessa allegria.
- Oh, salve a lei. - appena si accorge che sto parlando con lui si illumina e si avvicina.- Mi fa davvero piacere che le sia piaciuto il tutto, di solito non faccio questa impressione agli studenti o alle persone in generale. Il mio corso in passato era uno dei più frequentati; beh, a quei tempi le persone erano diverse, meno superficiali e schive. Ora tutti debbono giudicare per qualsiasi piccola cosa che non è di loro gradimento. - parla abbassando di molto il tono della voce, in modo da far sembrare la risposta più cupa.
Continuiamo a parlare per altri cinque minuti e allo scadere di questi ci salutiamo quasi come vecchi amici; in realtà mi aspettavo una conversazione presa con più entusiasmo da parte sua, ma in fin dei conti son ben contenta di avergli fatto tornare il sorriso.
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Ciao a tutti! Lasciate una stellina e un commento se vi fa piacere, mi renderebbe contenta conoscere il vostro giudizio. Al prossimo capitolo! 🌻
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Resta con me
Teen FictionGrace è una diciottenne americana appena diplomata che vive la sua vita al meglio, godendosi le uscite con i suoi amici e facendo gite a più non posso con suo padre nei bellissimi boschi del Maine. Purtroppo non tutti all'esterno si mostrano per com...