Fermarsi.

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Ti consiglio di fermarti
per sentire sulla tua schiena
quel vento,
con cui facevi a gara
di resistenza e velocità.
L'hai fatto,
non sta succedendo nulla,
ti stanno venendo incontro?
Sì, ma non nel senso che temevi.
È una sensazione trasparente
e un po' angosciante,
lo ammetto e lo senti.
Fa paura quando l'aria non la trovi più davanti come quando le andavi incontro,
con l'illusione che essa fosse la cosiddetta costanza
per arrivare,
dove ormai non ricordi neanche più
il perché dei tuoi passi.
Fa paura che l'aria si veda solo a tatto
dietro di te,

stringi i denti e aspetti i coltelli che ti descrivevano gli altri tanto e troppo.
Il vento, invece, diventa carezza
in quanto non ha
la fisicità, la realtà
che invece sei tu.
Non comprendi, finché esso non si ferma.

Il freddo scompare
e nella nitidezza dell'aria ferma con te,
senti il calore dell'ambiente paziente.
Ora hai superato tutti,
hai raggiunto la vera scoperta
semplicemente rispettando
il tuo peso, valore
molto più importante
di un nullo, vuoto
vento.

31/05/2019

AlètheiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora