Capitolo 2

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Infilai velocemente la felpa dei Green day.Un altro giorno di lavoro,un altro giorno in cui la strada sarebbe stata chiusa,ed era solo il secondo giorno in cui lo sarebbe stata.Strisciai i piedi sull'asfalto grigio,quella città era stancante,quasi come la mia personalità piatta.Ero di nuovo faccia a faccia con quell'orrendo vicolo buio,e rassegnato,mi ci fiondai dentro,meno spaventato dal giorno prima.I miei passi riecheggiavano leggeri,mentre canticchiavo leggermente.
"...My car smell like chocolate"non avevo nemmeno la patente,ma i The 1975 facevano sembrare tutto così facile.
"Hai una voce meravigliosa"qualcuno sussurrò nel buio,seguito da un miagolio.
Mi congelai sul posto.Cazzo,il ragazzo del giorno prima,me ne ero completamente dimenticato.
"G-grazie"mormorai imbarazzato,e ringraziai Dio,che il vicolo fosse buio.
Presi fuori il telefono ed il portafoglio,non volevo di certo che quel poveretto e sexy ragazzo morisse di fame.Puntai la torcia sul portafoglio,da cui estrassi una banconota da cinque,poi illuminai il ragazzo,che mi guardava confuso.Gli porsi i soldi.
"I-io...Grazie"mi sorrise dolcemente,aprendo la mano,che si rivelò enormemente grande.
Lo osservai e sbiancai.Era la prima volta che lo vedevo in piedi,e scoprii che era alto quasi il doppio di me.Ad occhio e croce gli arrivavo all'ombelico,il che poteva essere un problema,nel caso avesse cercato di aggredirmi.
"O-ora devo andare"ora ero spaventato dal pensiero che volesse derubarmi.
"Oh...Ciao allora"prima che potessi dire qualcosa,sentii qualcosa di morbido strisciarmi sulla mia gamba.
"Darcy!Lascia in pace quel ragazzo!"esclamò con voce roca,guardando la mia gamba.
Abbassai lo sguardo,e osservai un minuscolo gatto bianco strusciarsi su di me,facendo le fusa.Era la cosa più dolce del mondo.Sorrisi,abbassandomi su me stesso,accarezzando la piccola testina pelosa,e sembrò piacergli.
***
"Quindi c'è questo ragazzo,che è un barbone,e che incontri tutti i giorni-da ieri-perché hanno chiuso la strada"ricapitolò Zayn mentre puliva il polpaccio del signore su cui era tatuato un pugnale con una rosa.
Il pugnale uguale al mio.
"Esatto"annuii.
"E lui...Com'è?"chiese insicuro.
"Alto,altissimo,i capelli ricci e scuri,due enormi occhi verdi ed ha due cuccioli di gatto,dio sono stupendi"fantasticai,venendo presto interrotto dalla risata del mio amico.
"Dopo sono geloso!"esclamò fingendosi offeso,con un sorriso.
"Ma tu sarai sempre l'unico per me"sorrisi roteando gli occhi,prima di tirargli una guancia.
"Ti voglio bene stronzo"dissi poi,ridendo leggermente.
"Ti voglio bene,barbone del mio cuore"rise scompigliandomi i capelli.
***
Velocemente aprii la porta di casa,richiudendola con altrettanta velocità alle mie spalle,sospirando.Tolsi l'enorme felpa,lanciando le vans in giro per la sala.Mi sedetti sul divano,ero sfinito,quel giorno avevo lavorato fino alle otto di sera.Non avevo per niente fame,ma al contrario non mi reggevo in piedi dalla stanchezza.Non mi ero mai sforzato così tanto.
***
Un urlo strozzato mi fece svegliare di colpo.Mi sedetti,la schiena faceva male,e realizzai in quel momento di essere sul divano di casa mia.Sussultai quando un altro urlo rimbombò nell'appartamento,facendomi alzare.Uscii nel balcone,mi sporsi per vedere e mi pentii.Era buio,ma riuscivo a distinguere una figura sanguinante,stesa a terra inerme.Indietreggia richiusi la porta del balcone alle mie spalle.Dovevo scendere a controllare?Probabilmente.Misi velocemente la felpa e infilai di nuovo le vans,scendendo le scale armato di cellulare con torcia,che accesi appena fui nel giardino.Una striscia di sangue che partiva dall'inizio della strada,fino al retro del giardino,dove la mia casa era affacciata,era spessa e scura.Deglutii a vuoto,seguendola a piccoli passi e gambe tremanti,finché due converse bianche,macchiate di rosso attirarono la mia attenzione.Mi avvicinai alla persona stesa a terra,qualche miagolio arrivò tenue alle mie orecchie.Sbiancai,due minuscoli gattini,giacevano accanto al corpo,rotolandosi su se stessi,corsi da loro,il pelo bianco di uno,era macchiato di sangue,ma sul pelo nero dell'altro,non si poteva distinguere.E capii.Quello era il vagabondo del vicolo.Qualcosa in me scattò.Di getto,presi i due cuccioli,e ne misi uno in ognuna delle due tasche della felpa,camminando poi,verso il ragazzo steso a terra,giacente in una pizza del suo stesso sangue.Cercai disperatamente di sollevarlo,in midi da poterlo scortare in casa mia,ma non fu per niente facile.Nonostante tutto, circa mezz'ora dopo si trovava sul divano,aperto,che formava un divano-letto,bendato e coperto da una pesante coperta,mentre dormiva beato.Riempii una ciotola di media grandezza con del pollo spezzettato,lo poggiai davanti ai cuccioli,che non esitarono a mangiare.Poi ne riempii un'altra di acqua e lasciai che i due bevessero,poi gli posi sull'isola del grande divano,accanto al loro padrone,sperando che andasse tutto bene.

I ship bullshit(Larry)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora