Dopo diverse ore di marcia giunsero all'accampamento. Eleanor era stremata. Il suo corpo era ancora provato e, quando scese da cavallo, non fosse stato per l'intervento dal re di Ashara che le aveva porto la mano sarebbe certamente inciampata sulle gambe malferme tremanti per la stanchezza.
La stretta sicura e delicata del sovrano sorresse la ragazza e al contempo rese evidenti a tutti i presenti i lividi lasciati dalle corde sui suoi polsi.
Magor era furioso e non lo nascondeva, Handir aveva serrato i pugni fino a sbiancare le nocche mentre trafiggeva con lo sguardo Thalion. Aveva fatto trasferire le sue figlie alla corte di Ashra perché fossero al sicuro, non per trovare la sua ultimogenita ferita in una zona di guerra. Talion gli doveva molte spiegazioni, ma non era il caso di discuterne sull'impulso delle emozioni davanti all'intera guarnigione. "Fate chiamare le guaritrici!" Ordinò perentorio e, addolcito il tono, si rivolse alla figlia: "è tutto finto, ora sei al sicuro e queste donne si prenderanno cura di te. Verrò a trovarti appena possibile." Eleanor annuì obbediente e si lasciò guidare dalle giovani accorse al richiamo del sovrano di Farastur.
Fu condotta ad una tenda nella zona più sicura del campo dove si trovavano tutti i non combattenti al seguito dell'esercito. Qui le guaritrici prepararono un bagno caldo e verificarono le sue condizioni di salute. Furono molto attente e delicate mentre indagavano su quanto accaduto alla giovane principessa, ma per quanto gentili, Eleanor fini per singhiozzare tra le braccia della guaritrice mentre ispezionavano il suo corpo risvegliando gli orribili ricordi di quanto accaduto.
Eleanor sapeva che le guaritrici agivano solo per il suo bene, ma le loro eccessive attenzioni presto presero a irritarla. Aveva avuto un momento di debolezza, ma questo non voleva dire che fosse fatta di cristallo. Aveva lottato contro il suo aggressore quando era ancora vivo, non avrebbe permesso che la piegasse ora che era morto. Aveva bisogno di darsi da fare e sentirsi utile per sentirsi meglio, non essere costretta a quel riposo forzato. Fu con autentica gioia che, mentre cercava di contenere l'ennesima attenzione non richiesta, sentì fuori dalla tenda delle guaritrici due voci che avrebbe riconosciuto ovunque e che stavano litigando con la severa responsabile per vederla.
Nessuno riuscì a fermarla, in un istante era uscita da quella prigione dorata dove le mancava l'aria
"Erech, Darren! "
" Eleanor, come stai? Appena siamo rientrati all'accampamento abbiamo scoperto che eri qui e siamo corsi a vedere come stavi, ma questa megera non voleva farci entrare." disse tutto d'un fiato Darren preoccupato.
"Sto bene, solo qualche livido e ferita superficiale: nulla di cui preoccuparsi. Voi, piuttosto, sembrate appena usciti da una lotta con i maiali reali." li prese in giro lei visto che in effetti erano sporchi di fango e sangue.
"Eravamo di pattuglia e abbiamo avuto una scaramuccia con alcuni attaccabrighe che ora hanno perso la loro baldanza." disse fiero Erech, mentre Darren annuì abbassando lo sguardo.
Eleanor percepì distintamente il turbamento nell'animo del cugino. Era sempre stato un ragazzo sensibile più portato per la musica e la letteratura che non per la guerra, ma era un principe di Namhar e non aveva avuto molta scelta sulla strada da percorrere. Essere un guerriero valoroso e amante della battaglia era ciò che tutti si aspettavano da lui e non voleva certo deludere su padre Magor.
Eleanor prese le mani del cugino e gli sorrise con dolcezza: "Sono sicura che ti sei fatto valere e che hai dimostrato grande compassione e giustizia in battaglia." Quelle parole strapparono a Darren un sorriso sincero e sentì in lui affievolirsi il disgusto verso se stesso per la violenza perpetrata. Quindi la cugina si rivolse a Erech la cui punta di gelosia nei confronti del minore, da sempre oggetto di maggiori attenzioni proprio a causa della sua natura sensibile, l'aveva colta di sorpresa per la chiarezza con cui la percepiva. " Quanto a te sono sicura che sei stato valoroso e hai dimostrato di essere il degno erede di vostro padre." quindi rivolta ad entrambi con un sorriso furbo li prese in giro "Ma ora puzzate come dei maiali quindi, prima che il macellaio vi scambi per la cena, che ne dite di andare alla vostra tenda: vi aiuto a togliervi le armature e vi fate un bagno, mentre dispongo per la cena. Mi siete mancati da morire e mi dovrete raccontare tutte le vostre imprese visto che siete così pigri da non scrivere mai." così dicendo cercò di superare i cugini per filarsela dalla tenda delle guaritrici, ma la severa responsabile la fermò "Dove credete di andare? Ho ordini precisi: devo prendermi cura di voi e inoltre ritengo che le tende delle guaritrici siano il luogo più consono ad ospitarvi..." Eleanor però non era intenzionata a farsi fermare: chi doveva convocarla, suo padre? Beh, l'avrebbe facilmente trovata nella tenda dei signori di Namhar, se davvero avesse desiderato accertarsi del suo stato di salute o avesse voluto parlare con lei, anche se dubitava di rientrare tra le priorità del genitore in quel momento. Il primo pensiero che Eleanor aveva scorto nella mente di suo padre, dopo l'iniziale imbarazzo per non averla riconosciuta, era rivolto alla tenuta dell'alleanza tra i regni e le opzioni che aveva per contenere suo zio Magor nel caso avesse agito di impulso. Il re di Farastur, suo padre non aveva dato disposizioni precise su dove dovesse alloggiare, solo che le guaritrici dovevano provvedere a sanare le sue ferite cosa che avevano fatto assolvendo al loro dovere. Nulla le impediva perciò di andarsene scortata dai suoi cugini. Si voltò e, decisa, incatenò gli occhi della guaritrice ai suoi: " Avete adempiuto hai vostri compiti accertandovi che fossi in salute. Ora spetta a me, in quanto scudiera di Namhar, fare altrettanto con i principi. Se temete per la mia incolumità rasserenatevi: i principi avranno cura di scortarmi ovunque e se qualcuno dovesse cercarmi potete benissimo informarli che mi trovo nelle tende del re di Namhar. Ora potete ritirarvi e occuparvi di altre faccende che meritano maggiormente la vostra attenzione. Cugini, andiamo."
I due guerrieri le furono subito al fianco e la seguirono ridacchiando soddisfatti. Nessuno era mai riuscito a zittire o contraddire quell'arpia, e ora vedere averla vinta da loro cugina li riempiva di orgoglio.
La donna era rimasta soggiogata da quello sguardo e aveva finito per chinare il capo e obbedire incapace di opporsi al suo volere. Appena la fanciulla si fu allontanata la guaritrice si affrettò a inviare una richiesta urgente per un colloquio privato con il sovrano di Ashra. In quella giovane principessa vi era molto più di quanto non apparisse, vi era il potere delle antiche regine e re Thalion doveva esserne informato.
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Il Risveglio
FantasyIn un periodo in cui i venti di guerra sembrano tornare a soffiare minacciosi, una secolare alleanza rischia di infrangersi e portare caos e distruzione. L'antica stirpe dei discendenti del dio del fuoco Ashura, a capo dell'alleanza, credono che so...