Capitolo sei

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Venezia, la città sull'acqua. Piccole gondole sottolineano l'atmosfera antica della città. Su quelle barche a remi gli innamorati si sussurrano sempre frasi d'amore. Chiese e piazze che il tempo ha lasciato inalterato, praticamente identiche dalla loro edificazione, e splendidi palazzi un tempo usati come sedi di ambasciate di diversi paesi, sembrano sfidarsi in una gara di grandiosità e bellezza. 

Eppure quello dei molti volti di Venezia. 

Per esempio, l'acqua marina che spesso invade piazza San Marco, la gigantesca piazza di fronte all'omonima cattedrale, ci può dare un'idea di che tipo di città è Venezia.

I locali la chiamano 'acqua alta', ed è un fenomeno piuttosto comune che si può osservare ogni anno da ottobre ad aprile, quando soffia il vento che arriva dal mare Adriatico. Le inondazioni a Venezia sono causate dal riflusso dell'acqua marina attraverso chiuse che regolano l'ingresso dell'acqua nell'immensa laguna che circonda la città. Non è che, a dire il vero, sia possibile attribuire una causa unica e definita a questo fenomeno. 

I cambiamenti della marea e della pressione atmosferica, la spinta dei venti e altri fenomeni naturali si accavallano per diventare una causa multipla alla copertura della acque di diverse parti della città, soprattutto quelle in cui il terreno ha subito un profondo avvallamento come la zona di Piazza San Marco, dove l'acqua copre completamente la strada e, nei casi peggiori, il passaggio pedonale viene addirittura vietato. Ovviamente le chiuse sono state dotate di un poderoso sistema di bocche per regolare e controllare il flusso delle acque. 

Quel giorno però si era verificata una marea eccezionale, tale da rendere del tutto inefficace il sistema, e a Venezia l'acqua alta aveva toccato livelli mai visti in passato.


-Prima il black-out, poi l'acqua alta. Che situazione di merda!-borbottò Mista dal posto di guida della barca a motore.

Erano già le dieci di sera passate. Stavano percorrendo lenti il Canal Grande verso sud, da dove normalmente si sarebbe potuta godere la splendida vista della città illuminata per turisti. A quanto pareva, il pericolo delle mine era oramai scampato, ma sulla strada di Bucciarati e compagni adesso c'era quello naturale del buio causato dal black-out, sommato al cambiamento del panorama dovuto all'acqua alta. Sarebbe stato sufficiente un attimo di distrazione per finire per sbaglio su una parete di pietra o su un marciapiede, e arenarsi definitivamente. 

-Non riesco a vedere neanche un punto di riferimento!

A causa del buio, tutti i palazzi erano diventati nere ombre indistinte e il campo visivo era spaventosamente allo zero. L'unica guida su cui potevano contare era il radar dell'Aerosmith di Narancia unito all'intuito di Mista. 

-Sembra quasi che non ci sia nessuno in città!

Il radar di Narancia non dava quasi nessun segnale. Solo pochi piccoli puntini rossi che pulsavano, e in mezzo qualcuno che sembrava per spegnersi da un momento all'altro. Tutto il resto era silenzio assoluto, come quello delle tenebre che li circondava al momento. No, un puntino grosso e brillante c'era. Si trovava nei pressi di piazza San Marco, il luogo che stavano cercando di raggiungere.

-...Silenzio!- esclamò Abbacchio senza staccare gli occhi dalla superficie lucida e nera dell'acqua. 

-Questa campana...chissà cosa vuol dire...-mormorò spaventata Trish, come a dar voce alla domanda inespressa di Abbacchio. 

Era un suono che aveva iniziato a farsi sentire poco prima quasi in sordina. Sembrava provenire dal grande campanile di piazza San Marco. A riprova di questo, man mano che la loro barca si avvicinava, diventava più forte, e risuonava con una forza tale che sembrava quasi rintoccare direttamente nel cervello.

Le Bizzarre avventure di JoJo: Golden Heart, Golden RingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora