Capitolo sette

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Esagoni, triangoli, quadrati. Sono incredibilmente varie le figure geometriche in cui sono tagliate le pietre del pavimento della basilica. Basterebbe già solo quel mosaico multicolore a soddisfare gli occhi dei turisti entrati lì dentro. Invece, anche i muri sono tutti ricoperti di spettacolari mosaici. C'è quello che rappresenta il Doge Vitale Falier con i resti di San Marco, la seduzione di Erode da parte della bella Salomè, l'ingresso trionfale di Cristo in Gerusalemme...Storie di diversi periodi e rappresentazioni in diverse epoche ma tutte maestose e splendide.

Se poi si fa scorrere lo sguardo su in alto, lungo le colonne che descrivono ampi archi verso il soffitto, ecco che davanti agli occhi si apre la cupola, con la rappresentazione dell'assunzione di Cristo in Paradiso. 

Ci sono quattro angeli che risplendono nelle tenebre. In mezzo a loro Cristo, con le braccia aperte, che sale verso l'alto. Ai suoi piedi la Vergine con i dodici apostoli. La poca luce della luna che filtrava attraverso i piccoli lucernari, dava vita a quello spettacolo da panorama grandioso.

La gigantesca cattedrale di San Marco, l'orgoglio di Venezia.

In quel momento era completamente vuota. 

Non c'era nessuno dei turisti, nessuno dei fedeli che, di solito, non mancavano mai. 

Al loro posto c'era un'ombra, un'ombra così grande da velare l'oro dell'assunzione del Cristo che brillava nelle tenebre. 

Era un'enorme creatura bianca da cui emanava uno strano fetore. 

Entrambe le zampe anteriori erano protese in avanti, e avevano tre lunghi artigli ciascuna. Sei in totale, tra i quali si poteva intravedere il muso. Dalla bocca, che si allargava aperta come un ampio taglio sul muso, insieme a una saliva densa e giallognola che colava a terra senza sosta, si diffondeva un fetore tale da provocare conati dalla nausea, emanato a rumorosi sbuffi che sembravano quelli di uno stantuffo. Le orecchie, grandi in origine, dove un tempo erano rosa ora avevano assunto una tonalità arancione sporco e, insieme alla gigantesca coda rigida e tesa all'indietro, si agitavano con forza. 

Le piccole pietre che aveva sulla fronte e sul dorso delle zampe anteriori brillavano di un color rosso sangue, tanto che la luce che emanavano, rosso sangue anch'essa, diffondeva tutt'intorno un'atmosfera malefica. 


-Sei arrivato appena in tempo, Fugo- disse l'uomo basso, avvolto dalla sua tuta di gomma, rivolto al ragazzo dai capelli biondi. 

Il ragazzo, senza neppure darsi pena di rispondergli, continuò a guardare il mostro gigantesco che si trovava davanti ai suoi occhi.

-Adesso non ci resta che aspettare l'arrivo del nemico. 

La voce dell'uomo giungeva fievole e deformata, dal momento che aveva anche il volto quasi interamente ricoperto dalla gomma. 

-penso sia meglio non cantar vittoria fino alla fine, Sogliola. 

-Tu dici? Pensi che quelli là abbiano anche solo una speranza di battere questo mostro?

-Anche il killer che ha chiamato per eliminarli, quel Rigatoni, alla fine non è riuscito a battere i ragazzi di Bucciarati. 

A quelle parole, l'uomo nella tuta di gomma fece una smorfia di fastidio.

-Non pensavo di certo che da solo avrebbe potuto eliminare Bucciarati e tutta la sua banda! In fin dei conti, è riuscito a mettere tre su cinque nell'impossibilità di nuocere. Mi sembra un buon risultato. E poi, non si può dire che la vittoria è questione di fortuna?

-Fortuna? Si vede che lei è un giocatore d'azzardo.

Alle parole irriverenti di Fugo, l'uomo cominciò a innervosirsi. 

Le Bizzarre avventure di JoJo: Golden Heart, Golden RingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora