Capitolo 1

35 1 0
                                    

Venerdì.

Eravamo tutti carichi per iniziare quel weekend con una festa a casa di Lucas. Il mio Lucas per l'esatezza. Marta ed io ci saremo preparate insieme, come sempre. Per noi era come un rito di iniziazione per cominciare a fare baldoria a casa di qualcuno. Ci truccavamo, provavamo vestiti, scarpe e gioielli. Ovviamente tutto ciò non poteva avvenire senza un po' di musica in sottofondo, per caricarci un po'. Noi due eravamo migliori amiche, si, eravamo. Ora non lo siamo più, ma prima di arrivare alla parte brutta vorrei raccontare di come è nata questa nostra folle amicizia. Ci eravamo incontrate la prima volta in una festa di paese a Sant Monè, c'erano le giostre, le bancarelle dei dolcetti, insomma, vi era tutto quello che serviva per attirare un branco di banbocci con il muco al naso, la maglietta sporca di cibo e le tasche piene di caramelle, probabilmente rubate dal Signor Crac, il povero vecchio con problemi di memoria. Ma arriviamo al dunque. C'era un attrazione, che consisteva nel tirare palline colorate ad un bersaglio con una faccia da clown, se lo colpivi ben tre volte, avevi il privilegio di scegliere uno dei pupazzi più grandi. L'impresa non era facile perché i bersagli si muovevano, senza fermarsi. Decisi di giocarci comunque, anche se non sarei stata capace di colpire l'obiettivo nemmeno una volta, ma accanto a me c'era questa stramba ragazzina, capelli lunghi e neri, con delle gote rosse e ciglia lunghissime. Quella bambina era fenomenale, e con una tale destrezza, colpi tre volte quella faccia stupida da clown. Rimasi impressionata. Volevo essere brava quanto lei, così, camminando timidamente verso la stramba, le dissi queste esatte parole: "sei strana, ma se mi insegnassi, potremmo diventare ottime amiche". Lei mi guardò con un area al quanto diffidente, mi scrutò e velocemente elaborò un suo pensiero, a cui ero totalmente allo scuro. Mi disse: " in cambio che mi dai?". Per fortuna avevo dello zucchero filato con me, quello decorato, a forma di fiore. Le offrì subito il mio mangiare, ma lei con aria scherzosa disse: " no grazie, dovevo soltanto capire se l'arroganza faceva parte del tuo carattere, cosa che non si addice alle bambine dolci e carine come te". Da quel momento non ebbi mai più dei dubbi su Marta, era brava a giocare ma anche a dimostrare quanto fosse intelligente. Era una di quelle bambine che metteva a prova i propri amici, non dava mai fiducia a primo impatto e da lì, capì subito quanto fosse particolarmente selettiva verso le persone. Impossibile dimenticare questo giorno, ma arriviamo al dunque. Vorrei precisare che ci sono molti modi per rovinare un'amicizia e ce ne sono altrettanti per riapacificare i rapporti persi da un po', ma io ho quel tipo di carattere che rifiuta completamente il perdono, dover accettare il fatto che qualcuno mi abbia fatto del male, mi abbia detto una bugia, anche a fin di bene, mi spezza terribilmente il cuore, e quando succede, è difficile per me credere di poter accettare di dimenticare tutto ed andare avanti. Ti insegnano che l'amicizia è qualcosa di importante di una litigata e che è necessario superare questi brutti momenti, ma il mio cervello ha imparato ad imporre dei limiti alle persone, limiti che se vengono superati al di là della mia sopportazione, rovinano tutto. Ebbene si, Marta aveva deciso di tradirmi con il mio fidanzato. Con Lucas.

Chi tradisce non si penteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora