In pochi secondi ritrovo lacrime a solcarmi la pelle delle guance; il sapore salato a disturbarmi le labbra, ed in un ennesimo istante sento il caldo torpore dato dal contatto fisico, assalirmi. Le braccia di mia madre, piangente 一 anche lei - a stringermi, con la cautela solita di sempre, negli abbracci che mi offre, ora completamente assente.
A colmare questa sua mancanza vi sono però mio padre e mia sorella, che dopo della riluttanza iniziale 一 e la necessità della seconda di essere convinta a compiere un tale gesto -, decidono di unirsi anche loro nella stretta.
Le mie lacrime accettano di fermarsi nel momento esatto in cui scorgo, con la vista appannata, come tale gesto possa essere contagioso: anche ₭iara sta piangendo, e sono convinto che persino mio padre stia tentando di trattenersi dallo sfociare anche lui in questa valle.
Quasi mi sembra star diventando disturbantemente lunga come stretta 一 la tristezza nel vedermi andare via di casa, per il mio nuovo lavoro, ad imperare 一, quando in un solo momento sento tutti a distaccarsi da me; mio padre irrigidirsi e portare un braccio intorno alle spalle di mia madre, per condividere e rendere anche a lei serietà e compostezza.
È quando poso gli occhi sul viso di ₭iara 一 il volto ghiacciato, lo sguardo fisso su qualsiasi cosa ci sia ora dietro di me 一, che mi giro e scopro lo sporgente ciuffo biondo, con ambrate luci a riflettere; subito al di sotto la rosata e piccola fronte, ad anticipare delle folte e rossastre sopracciglia. Un naso imponente e spigoloso a dividere pietre di smeraldo, o illuminato bosco naturale, incastonate in occhi sottili.
Le labbra fini e la bocca ampia, con qualche pelo rosso a sporgere, dai baffi e la folta barba a pendere, ingombrante.Per un secondo mi ritrovo in stato confusionale, non comprendendo quale sia la ragione dietro l'idea che avrà portato il mio migliore amico, da ormai anni, ₮onno, qui in casa mia.
È infatti dopo che, senza accorgermene, riconosco di essermi concentrato per fin troppi istanti su quelle rosate linee 一 cinte di quel rosso intenso a comporre l'aspetto del mio amico 一, che comincio a formulare pensieri corretti, ragionevoli.
È venuto a prendermi.«Ciao Bic!»
«Sì, buongiorno ₮one! Scusami... puoi aspettare almeno un momento ancora? Sai... mi sono appena svegliato e sono venuto a sapere solo ora della notizia. Vorrei prima salutare bene la mia famiglia.»
Annuisce semplicemente, lasciandomi correre indietro verso la mia stanza: devo fare le valigie!
Appena uscito dalla spaziosa cucina mi ritrovo però ad udire le ormai più basse voci degli altri presenti in casa.
Alla domanda posta da mia sorella, infatti, ₮onno risponde che la porta di casa gli è stata aperta da mia nonna 一 peccato non aver ancora potuto salutarla questa mattina.Okay...
Sono agitato.
È giusto che lo sia; d'altronde non è cosa da tutti i giorni sapere che il proprio sogno, d'infanzia, si è avverato!Se ₮onno è stato l'incaricato di venire a prendermi, è probabile che non sarà solo colui che mi accompagnerà alla stazione spaziale, ma saremo anche nella stessa flotta!
Cosa porto con me?
Dovrò partire a tempo indeterminato, non potendo più tornare a casa dalla mia famiglia, e potrò parlare ai miei parenti solo tramite videochiamate 一 il corso universitario sugli studi delle macchine interne alle astronavi si riveleranno effettivamente utili!
Se tornerò sulla Terra, sarà difficile che riveda i miei conoscenti 一 già l'idea di poter essere inserito in una flotta differente da quella di ₮onno mi spaventa.Dubito sarò libero di indossare le mie fedeli camicie o magliette bianche, anche nei momenti liberi dal lavoro, data anche la presenza di una vera e propria divisa, o almeno questo è stato spiegato a noi aspiranti cadetti e tenenti spaziali, dal direttore della mia vecchia università.
«Dai Bic, sbrigati! Non serve che ti porti i profumi se poi vieni ricoperto da un blob nella prima missione che facciamo!»
Un brivido di fastidio mi pervade le membra, al solo pensiero che queste stesse verrebbero assorbite dal gelatinoso composto degli extraterrestri più famosi in tutta questa galassia 一 anche se, so con il suo shuttle spaziale, ₮onno abbia svolto missioni anche intergalattiche.
Un sorriso divertito mi solca il viso e le sporgenti guance, prima che riesca a gridare al mio amico nell'altra stanza come, piuttosto, ciò che lui ha appena insinuato succederà sicuramente a me, accadrà in verità proprio a lui.
Ancora come fossero mormorii, sento le voci dei miei familiari, ed in particolare le facoltose risate di mia sorella e di mio padre, mentre mia madre regala confortevoli cinte alle lunghe braccia di ₮onno 一 assisto al sorriso allegro ad orpellarle il volto, mentre rientro nella stanza.
«Trattamelo bene, eh, figliolo!» Richiede così mio padre, prima di posare al mio amico delle forti 一 ed a quanto pare anche dolorose, data la scalfita espressione sul volto del mio amico 一 pacche sulle spalle.
«S-Sì, certo signor Paruolo.»
«Papà, non serve che si preoccupi lui di me; sono grande abbastanza da sapere come comportarmi in missione, e proteggermi da solo.»
Una desolata e silenziosa lacrima a scendere per le effigi del volto di mia madre.
Vorrei fare qualcosa per lei, ma dubito che ciò rientri fra le opzioni che mi sono effettivamente possibili... So già bene come rimpiangerebbe le lacrime ora esposte, dopo aver visto suo figlio rifiutare la realizzazione del proprio stesso sogno, pur di non preoccupare ed "abbandonare" la propria madre ed i restanti membri della famiglia.Data la presenza di anche mia nonna in cucina, adesso, è effettivamente arrivato il momento dei saluti. Mi sarà difficile credere di non poter essere più a così stretto contatto con coloro a cui voglio maggiormente bene, ma questo è l'unico modo.
«Ehm... ecco, sì, scusate ma devo fare una chiamata. Tu, Nic, ricordati che dobbiamo essere alla stazione entro dieci minuti.» Pronuncia ₮onno dopo aver notato gli sguardi assorti e scambiati fra noi altri 一 il velo della tristezza e dell'affetto evidenti, ad imbarazzarlo.
Annuisco semplicemente, e nell'istante subito dopo averlo visto abbandonare la stanza, mi giunge in un sussurro la voce di mia madre, all'orecchio 一 si sporge con evidenza, data l'altezza troppo bassa per tale intento.
«Mi raccomando... Sbrigati a fargli la dichiarazione, perché dubito che rimarrà single ancora per molto. Già, ₭iara gli ha lanciato occhiate tutto il tempo. - » Arrossisco, mentre mia sorella sgrida 一 in effetti comicamente - mia madre, per ciò che ha spifferato su di lei. «Dicevo, sbrigati a dichiararti, perché è evidente che sei ricambiato!»Annuisco; è ormai da tempo, ormai, che mia madre ha scoperto la verità riguardante i miei sentimenti per ₮onno ed, in quanto aliena, la sua apertura mentale mi è stata incredibilmente d'aiuto in questi ultimi due anni, di silenzioso e dissimulato interessamento.
Dopo ciò, ormai di fretta, le braccia di mia madre si spostano per accogliermi fra di loro. Subito dopo stringo mia nonna, mia sorella 一 fintamente riluttante - e mio padre.
«Hey Nic, sbrigati, che dobbiamo andare!»
Vengo catturato così in un'ultima, soffocante, stretta da parte di mia madre, prima di ottenere da lei e mia nonna dei baci sulle guance; prendere la mia valigia e spostarmi verso di ₮onno, spostatosi ad aspettarmi direttamente sull'uscio dell'appartamento.
«Allora Bic-Fic, sei pronto?»
Annuisco.«D'accordo, allora guidi tu la macchina, 'chè voglio scoprire la qualità della tua patente... la hai anche per astronavi?»
«...Stai forse dicendo che guiderò sempre io?» Quasi mi ritrovo con il cuore fermo, giunto alla gola, all'impossibile da credere idea.
«No, sciocchino, ti stavo prendendo in giro... Però l'auto la guidi tu realmente, ora. Dato come sei bravo a ritardare, so già benissimo quanto tu sia veloce a recuperare il tempo per le scorciatoie... non provocando incidenti, possibilmente.»
Con un sorriso allegro in volto, lo seguo, superandolo perfino, diretto alla sua macchina 一 veglia il tentativo di sopprimere i saltelli di giubilo.
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Space Visitors | Nicolas
FanficÈ il 3000 e Nicolas Paruolo è appena stato richiamato per partecipare alla missione dei suoi sogni. Ha studiato anni all'università di Balig-na 129 per divenire cadetto e poi sergente, ed ora è il suo momento! A rendere il suo sogno, ora realtà, anc...