Hoodie la fissava irrequieto: anche se in quel momento avrebbe voluto gridarle contro si limitò a fissarla. Kati stava cercando di respirare piano e lentamente per provare a calmarsi ma la situazione le stava sfuggendo di mano. Iniziava già a temere il peggio e questo per chi stava avendo un attacco di panico non andava affatto bene; la ragazza stava rannicchiata sul terreno su se stessa sul pavimento con le gambe incrociate al petto e il respiro corto con il battito del cuore a mille. Nella sua mente raffioravano brutti pensieri come: "sto per morire,non è vero?" "Mi ucciderà senz'altro" "non mi risparmierà". Fino ad ora lei non aveva mai avuto un attacco di panico quindi non aveva la più pallida idea di come gestirlo. Iniziò di colpo a tremare sempre con la testa appoggiata sulle ginocchia e più le ore passavano e lei non migliorava più con il tempo "brian" iniziava a spazientirsi. Lei sapeva che stava facendo tutto l'impossibile per sfuggire al controllo dell'operatore ma evidentemente quella creatura era più forte di lui. Dalla paura non le uscivano le parole di bocca e anche se in cuor suo voleva essere forte come le aveva insegnato sua madre in quel momento non ci riusciva. Perché? Perché quella sera non era semplicemente andata a fare dolcetto o scherzetto? Se avesse fatto così probabilmente niente di tutto questo sarebbe accaduto. "Se fai solo un passo falso giuro che me la pagherai cara,chiaro?" Disse freddamente guardandola negli occhi e costringendola ad annuire spaventatissima. Kati si limitò a guardarlo ancora per un po ma più le ore passavano più si domandava perché fosse diventato così e soprattutto perché si divertiva a veder soffrire la gente. Proprio kati non lo capiva. Si,okay l'operatore era la risposta più plausibile ma quando "quel tipo incappucciato" vedeva le sue vittime urlare piangere e tremare come una foglia non gli veniva che ne so qualche senso di colpa o almeno qualcosa in lui non scattava? Non era per niente assurdo per lui fare una cosa del genere? Oramai dato che non sapeva come aiutarlo si limitò a cantare un qualcosa con una voce molto dolce: una canzone che le cantava sempre la madre quando era bambina prima di addormentarsi e a lei faceva sentire bene. Tutto a un tratto il ragazzo si girò nella sua direzione iniziando ad ascoltare quel Soave e dolce suono che proveniva dalla sua voce e per un paio di secondi riuscì a riprendere il controllo di sé stesso. Che quella canzone avesse come risvegliato un qualcosa in lui? Kati non capiva nemmeno quello. Ma di una cosa era certa: la musica era in qualche modo prodigiosa e aveva capacità curative. Aveva sentito spesso di come la musica avesse aiutato un sacco di persone. Appena smise di cantare provò a tentoni ad avvicinarsi al ragazzo piano e lentamente.
Lei intanto si era calmata e il battito per ora era tornato regolare. "B...brian?" Provò a mormorare. "Stai... stai bene?" Disse quell'ultima frase degludendo. "È tutto apposto ora vero?" Brian la guardò negli occhi facendo solamente un sì con la testa e lei constatò che sotto sotto aveva aiutato per davvero. Tirò un sospiro di sollisvo: forse per un po di tempo sarebbe stata fuori pericolo."Canti davvero bene,sai?" "Ero talmente preso dalla melodia che per un attimo la seconda parte di me è sparita". "Grazie".
Kati sgranò gli occhi: la stava davvero ringraziando o stava sognando? Istintivamente si diede un leggero pizzicotto sul braccio e quando capì che non era un sogno ancora non ci credeva. Dalle sue labbra si formò un leggero sorriso. "Oh beh mi ha fatto piacere averti ehm aiutato". "Ma dimmi... la canzone ti ha ricordato qualcosa per caso?"
"Perché dici questo?" Esclamò il ragazzo oramai ritornato in sè.
"Non so.... è come se tu ecco.... avessi già sentita da qualche parte oppure avessi un buon ricordo".
"No,nulla". "Semplicemente mi era piaciuta e mi ero concentrato su quella".
"Mmh ok come vuoi".
In realtà non aveva proprio detta giusta: sapeva qualcosa,lo sapeva e non glielo voleva dire. "Perchè tenerla al oscuro?" Pensò nei suoi pensieri e mentre pensava a una cosa tanto importante si sentì il cigolio della porta aprirsi. Kati sussultò appena e si alzò per andare a controllare chi fosse. Dalla porta, all improvviso, entrò uno strano individuo con una maschera bianca in volto dai lineamenti femminili. La ragazzina iniziò a ricollegare i pezzi del puzzle e facendo "2 più due" arrivò a dedurre che quello fosse masky ossia il migliore amico di brian. Il ragazzo si richiuse la porta alle spalle e iniziò a squadrare la ragazzina. "E lei chi sarebbe?" "Una nuova vittima,eh?" "Dobbiamo farla fuori subito?" Chiese il tipo con la maschera all'amico.
"No,non ancora" "ho come l'impressione di averla già conosciuta". "E ho come impressione che per me fosse importante".
"Uh?" "Che intendi?"
"Non lo so in realtà,questo lo devo ancora scoprire per ora resta un mistero". "Cercherò di non farle del male per il momento voglio dire da ora dato che prima gli ho già dato una piccola lezione".
"Boh sono curioso proprio di sapere cosa rappresenti per te questa ragazzina".
"Credimi,amico mio, lo vorrei tanto sapere anche io".
STAI LEGGENDO
"Non Bisogna Giocare Con Il Fuoco"
FanficKati è una ragazzina di 17 anni appassionata di tutte le cose che riguardano il mondo dell'horror,dei thriller,delle creepypasta e infine Della serie su YouTube "marble hornets" dove va matta per il personaggio di Brian/hoodie. un giorno nella nott...