Non toccarla!

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Kati si addormentò quasi subito, era stremata. In sogno le apparve l'immagine di sua madre che le cantava una canzone.
«Mamma.» sussurrò lei mentre cercava di raggiungerla. Cominciò a correre, ma la figura si allontanava sempre di più. «Mamma!» Kati correva, voleva raggiungerla.

Nel frattempo Hoodie era impegnato a guardare la ragazza intensamente. Ancora non riusciva a capire perché si sentiva così attratto da lei. Quella canzone, come faceva a conoscerla?
«Possibile...» sussurrò tra sé e sé. Era tutto così complicato. Perché quella ragazza gli dava un sacco di problemi? Perché, ogni volta in sua compagnia, si sentiva libero?

Perché ogni volta che perdeva il controllo, sperava sempre che ci fosse lei ad abbracciarlo, a salvarlo.
Perché lei?

I suoi pensieri vennero interrotti da una mano che si appoggiò sulla spalla del felpato. Era Masky.
«Che dobbiamo fare?» il moro incrocio le braccia e inclinò la testa di lato con fare interrogatorio.
«Che intendi dire, non ti sto seguendo.» rispose Hoodie.
«Sai di chi parlo, Brian.»
Masky continuò a mantenere la stessa posizione e alzò il sopracciglio. Hoodie sbatté gli occhi ripetutamente e, quando il compagno gli indicò con il dito Kati che stava dormendo, finalmente capì. «Sappi che se l'Operatore lo viene a scoprire ti ucciderà.»
Brian rimase in silenzio.
«Personalmente non voglio essere nei tuoi panni.» continuò Masky quasi ridendo.
Intanto Brian rimaneva ancora in silenzio. Non voleva cacciarsi nei guai, ma non voleva nemmeno che Kati morisse.
«Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? È più importante una stupida ragazzina che la tua stessa vita?!» incalzò Masky sperando in una reazione del suo compagno. «Davvero? Cioè... boh, proprio non ti capisco. Cos'ha questa sciocca-...»
«Lei non è sciocca!» sbottò Hoodie di colpo interrompendo.
«Alleluia.» rispose sarcastico Masky.
Il respiro di Hoodie si faceva sempre più irregolare e le mani si chiusero a mo' di pugno. Masky lo guardò incuriosito e poi chiese: «Perché non la uccidi? Che ha di così tanto speciale rispetto agli altri che tu stesso hai fatto fuori?»
«NON LO SO!» urlò Hoodie con gli occhi pieni di rabbia. Masky lo guardò stranito. «Ti rende così debole, uh?» rispose « Sei irriconoscibile Brian Thomas. Hai ucciso, ferito, torturato delle persone, e ora? Una stupida ragazzina ti fa rammollire? Sai che c'è? Personalmente non me ne importa. Sappi solo che sono due le cose da fare: poni la parola fine a questa situazione uccidendo Kati, o come diavolo si chiama...» Masky prese fiato in modo da far accentuare una profonda suspence, mentre Hoodie lo guardava. Masky si avvicinò a lui con fare minaccioso e poi sussurrò: «...oppure dovrò ucciderla io.» concluse.

Per un attimo nella stanza calò il silenzio. Fu sempre lo stesso Masky a parlare: «Quindi? Fai tu o faccio io?» domandò a Brian mentre tirava fuori la pistola. «Non ti azzardare.» rispose Brian.
«Altrimenti?»
«Altrimenti questo.» con uno scatto fulmineo, Hoodie bloccò Masky  e lo scaraventò contro il muro. Il moro si lamentò dal dolore che gli pervase il corpo partendo dalla schiena, alzò la testa e vide Brian prenderlo per il colletto e sbatterlo a muro.
Le mani grandi di Brian bloccarono i polsi di Tim, il quale cercava di liberarsi di tanto in tanto.

La gamba di Brian si andò a posizionare tra quelle di Tim per assicurarsi di mantenerlo fermo.
«Non toccarla. Non sfiorarla. Non pronunciare il suo nome.»
Tim era come pietrificato dalle parole del suo compagno, sperava in una reazione però non in una così esagerata.
«Se qualcuno dovrà farla fuori, in quel caso quel qualcuno sarò io.» rispose ma tenendo il contatto visivo con Tim. Quest'ultimo si accorse di una cosa che ancora lo stesso Brian non si era reso conto.

«Brian...»

Il biondo spalancò gli occhi all'udire quella voce.
La stessa che implorava di non farle male.
La stessa che lo salvo dalla crisi.

Pian piano si girò verso di lei, lasciando libero Masky.

«Bene... vi lascio soli.» dicendo così, prese la pistola e se ne andò.

Kati era confusa, ma il suo sguardo era un mix di paura e tristezza.
Pensava, almeno in parte, di poter contare su di lui.

Povera illusa.

Brian si avvicinò a lei, ma Kati indietreggiò. «Stammi lontano.» disse minacciandolo con un piede di porco.
«Mi dispiace, Kati. Mi dispiace tantissimo.» rispose Brian uscendo dall'abitazione e inoltrandosi nel fitto bosco.

"Non Bisogna Giocare Con Il Fuoco"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora