La fine è un nuovo inizio

87 9 6
                                    

Era notte fonda ed era una delle più fredde della stagione.
Masky correva per il bosco ormai da ore ed era disposto a tutto pur di trovare la ragazza e ucciderla. Aveva avvisato il suo compagno che se non l'avesse uccisa, lo avrebbe fatto lui. Masky non voleva altre complicazioni, non voleva disubbidire agli ordini dello Slenderman e non voleva che Brian ci rimettesse la propria pelle. Riconosceva che il loro rapporto non era dei migliori. Litigavano, spesso e volentieri, non si stancavano mai di farlo e finivano anche alle mani o addirittura a ferirsi gravemente con le armi. Nonostante ciò Tim nutriva per Brian un forte sentimento. Era l'unico che gli rimaneva, che gli era sempre stato accanto nelle sue crisi e nei momenti più difficili si facevano sostegno a vicenda.
Masky non capiva dello strano comportamento da parte del suo compagno all'inizio. Tutto poteva pensare, tranne la ragazzina. Perché lei? Che aveva di speciale? Avevano una connessione? Come mai non la uccide? Queste erano le domande che lo tormentavano ogni notte. Ma perché?

Ancora niente.
Vagava e vagava per il bosco e come un segugio stava attento ad ogni minimo rumore o respiro. Faceva così freddo che se Masky si fosse fermato sarebbe congelato. Era arrabbiato, furioso. Quella ragazzina lo aveva rovinato e aveva rovinato Brian, non lo poteva accettare.

«DOVE SEI!» urlò a pieni polmoni
Ormai era stufo di correre, ma doveva trovarla. Ormai era determinato e nessuno poteva dirgli di no e tantomeno fermarlo.

Intanto il corpo immobile della ragazza era ancora riverso a terra. Kati sembrò svegliarsi da un sogno profondo, non ricordava cosa fosse successo prima e perché era lì. La ragazza alzò lo sguardo verso il cielo e da un piccolo spiraglio riuscì a vedere il cielo diventare sempre più scuro. La luna sembrava come un faro, mentre lei era una piccola barca a vela persa in un oceano così vasto. Lei sapeva sempre come orientarsi, ma questa volta era diverso, tutto lo era e quasi non si riconosceva. Aveva come la strana sensazione di non essere la solita Kati, sembrava cambiata.
Camminava in mezzo agli alberi cercando Hoodie, aveva paura che gli fosse successo qualcosa. La testa veniva riempita da piccoli flashback, delle immagini di lei e Brian quando erano piccoli in quella giornata d'inverno. Kati aveva deciso di raccontare tutto a lui, non voleva segreti e sperava che magari qualcosa cambiasse. Che tornasse normale.

Masky si dovette fermare per prendere fiato, ma gli bastavano solo pochi istanti per riprendersi. Continuò la sua ricerca, ed iniziò a correre. Non accorgendosi di un sasso inciampò. «Maledizione.» aveva preso una piccola storta. «Fantastico, non ci voleva...» disse tra sé e sé. Maledicendosi un'altra volta, iniziò a correre stringendo i denti e ignorando il dolore lancinante.

Kati era ancora alla ricerca di Hoodie, ma di tanto in tanto veniva distratta dai rimbombi dei tuoni in lontananza.
Kati era una ragazza determinata, e niente e nessuno poteva impedirle di smettere ciò che iniziava. Camminava stando attenta a dove metteva i piedi per evitare una eventuale caduta. I rumori statici le riempivano la testa capì che si stava avvicinando.

Tra gli alberi la ragazza scorse la figura di Hoodie. Iniziò a correre più veloce e in pochi secondi lo raggiunse.
«Brian! Sei qui! Oh mio Dio ti ho trovato, finalmente.»
Il ragazzo si girò verso di lei, aveva gli occhi gonfi e rossi. «Brian che hai?» Kati lo fissava, era molto preoccupata. Lo sguardo cadde poi nelle nocche spaccate e insanguinate. «Ma che hai fatto?»
Brian le appoggiò la mano sulla spalla. «Mi dispiace Kati, tantissimo.»
«Ti dispiace? E di cosa?» la ragazza prese la mano di Brian e la accarezzò stando attenta alle ferite.
«Mi dispiace. Non doveva finire così. Perché mi hai evocato?!»
Kati era presa alla sprovvista. Non sapeva cosa rispondere.
«Oh beh... ecco... io...» balbettò Kati in preda all'agitazione.
«Ora mi tocca ucciderti!»
Era disperato, tremava e per tutto quel tempo Kati aveva tenuto la mano del ragazzo. La ragazza dal suo canto non aveva paura. «Brian io devo parlarti. Noi due... ecco... ci siamo già conosciuti in passato, sai? Eravamo bambini, beh... ti ricordi della pista di pattinaggio? Era una giornata invernale, e notai un bambino seduto da solo. Iniziai a fare amicizia, ma quel bambino era timido e testardo. Quel bambino eri tu, Brian.»
Il ragazzo le poggio una mano sulla guancia di Kati, la quale iniziò a piangere. Brian si avvicinò a lei e le diede un bacio sulla fronte.

Mostro.
Sei un mostro, perché sei così?!
Mi fai schifo.
Inutile.
Con questo atteggiamento non avrai nessuno.
Mostro. Ahahaha.

La sentiva, era vicina. Mancava così poco. Masky era pronto a spararle e a farla finita una volta per tutte. Un ghigno si stava formando sulle labbra del ragazzo, mentre procedeva sempre più a piccoli passi poiché aveva notato la figura della ragazza proprio davanti a lui. Sorrise quasi esultando. «Finalmente» sussurrò.

Prese la pistola e la indirizzò verso la ragazza. Prese la mira e sparò. La ragazza si scansò un secondo prima. «Dannazione!»
Kati si girò verso quella voce, non poteva essere. Masky era di fronte a lei con una pistola in mano. «Questa volta non andrai da nessuna parte, ragazzina.»
«Non se ci sono io, Tim.» si intromise Brian.
«Io ti avevo avvisato, se non li fai tu lo faccio io. Brian non hai coraggio, ti faccio un favore no?» incalzò all'amico.
«Hoodie...?» la voce sottile di Kati era come una dolce melodia. Brian le si era posto davanti alla ragazza per proteggerla. «Kati, tranquilla. Non ti ucciderò.» rispose il felpato guardandola negli occhi, che in tutta risposta ricevette un sorriso da parte di lei. Brian alzò lo sguardo verso il volto di Tim, il quale teneva in mano la pistola ed era pronto a sparare un altro colpo.

«Non mi dire, Brian. Ti sei innamorato? Ahahaha non posso crederci.»
«Lo trovi divertente?» domandò Kati.
«Tu stai zitta! Non hai il diritto di parlare. Ora per colpa tua siamo nei guai.» rispose Tim puntando la pistola verso la ragazza. « Certe cose vanno come devono andare. Questa volta no. Sai? Credevi di riuscire a sopravvivere? Credevi di essere speciale o qualcosa del genere? No! Tu sei come gli altri, non meriti privilegi. Tu sei solo una vittima.»

Quelle parole sembravano pugnalare il cuore di Kati. Iniziò lentamente a piangere. Brian se ne accorse e le prese la mano.
Masky posizionò la pistola e, quando finalmente fu pronto, dei tentacoli neri parvero spuntare da dietro a un albero. Una figura, vestita con un completo nero, avanzava a passo spedito mentre i tentacoli avevano già avvolto i tre ragazzi.

Lo Slenderman.

Kati impallidì. "Non mi aspettavo di certo che lo Slenderman in persona arrivasse e poi i suoi tentacoli sono davvero resistenti. Deve esserci un modo per liberarsi da questi cosi." pensò la ragazza in preda al panico.

Il tentacolo stringeva sempre di più e il rumore statico invadeva la testa. Voleva urlare ma non riusciva.
La testa le girava, gli occhi si facevano pesanti e il respiro le mancava.

Guardò Brian, aveva perso i sensi e così anche Masky. Quest'ultimi furono scaraventati a terra mentre lo Slenderman si avvicinava verso la ragazza. «M-Mi dispiace.» disse.
In un attimo tutti i ricordi più belli venivano a galla nei meandri della sua mente, i suoi genitori, i suoi amici.
Perché?
Lei non aveva mai pensato a come sarebbe morte, di certo non si aspettava una morte così dura e straziante. In quel momento avrebbe voluto portare indietro il tempo, non voleva cacciarsi in un guaio così grande, non voleva di certo rischiare la sua stessa vita.

Ormai era troppo tardi.








Il tiepido calore della primavera era alle porte. La dolce Kati stava ancora dormendo.
Dopo che i suoi la avevano trovata nel bosco, lei non era più la stessa. In una giornata come quella, un tempo lei era solita uscire e passeggiare insieme ai suoi amici, ora doveva convivere con gli incubi collegati ad una strana figura senza volto e ai ricordi confusi che di tanto in tanto venivano fuori come se fossero delle immagini sfocate. Per non parlare dello strano simbolo sul braccio, era un cerchio con una X. Non ricordava come se lo aveva procurato, ma sentiva un forte legame. Era marchiata.

Ma da chi?

"Non Bisogna Giocare Con Il Fuoco"Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora