Sweet Girl ~ Sequel Di "Nerd Boy ~ (Sterio)" | COMPLETATA |

Capitolo 16

- Cosa succede ad Elisa? - chiese Stefano sorseggiando il suo cappuccino.
- Sinceramente non ne ho idea, è da una settimana che non fa altro che andare a scuola, ritornare a casa e chiudersi tutto il tempo in camera sua. - ammise Mario guardando preoccupato il marito. Solitamente la loro figlia passava molto tempo fuori casa, sia in compagnia, sia da sola: passava i pomeriggi a fare lunghe passeggiate in centro, andava a fare compere con le sue amiche...

- Credi che le sia successo qualcosa? - domandò il rosato adagiando la tazza che manteneva in mano sul tavolo della cucina. L'altro annuì, dispiaciuto, aggiungendo:
- Dovresti parlarle. -
- Potresti farlo anche tu, no? - commentò.
- Ma tu sei la mamma, con te parla di più! - lo prese in giro il corvino con un ghigno dipinto in volto.
Il Milanese assottigliò gli occhi, lo fulminò con lo sguardo, per poi mostrargli il dito medio e afferrare il suo cappuccino con assoluta indignazione.

- Spiritoso oggi? - inveì.
- Che permaloso che sei, Ste! - lo accusò ridendo avvicinandosi a lui dandogli un bacio a stampo.
- Fottiti. -
- Preferisco fottere te. -
- Mario! -

- Scusa, scusa - disse Mario accarezzandogli i suoi capelli soffici e rosa come lo zucchero filato.
- Vai da tua figlia e parlale. - lo minacciò puntandogli un dito sul petto.
- Hai il ciclo oggi? - ipotizzò.
- Vai! -

Il Romano accettò divertito, si allontanò dal marito e si diresse verso la stanza da letto di sua figlia.
- Sto dormendo - abbaiò lei non appena lui bussò alla sua porta in legno di betulla.
- Eli, sono io, posso entrare? - chiese con dolcezza l'uomo.
- Voglio rimanere da sola. - affermò con il medesimo tono seccato.

- È successo qualcosa, ne sono certo. Sei sicura che non ne vuoi parlare? Rivolgersi a un adulto, soprattutto a un genitore, non ti rende una persona debole, anzi. - provò a convincerla fissando quella barriera che divideva i due.

Dall'altra parte della stanza la ragazza sospirò e mormorò un "sto bene" senza aggiungere altro.
Perché mentire se entrambi sapevano che non era affatto così?

- Fu la stessa cosa che dissi ai miei genitori dopo esser tornato a Roma e aver passato i giorni più belli della mia vita assieme alla persona che amo più della mia stessa vita. No, non stavo bene, ero lontano dal mio amante. Capii di amarlo solo dopo averlo abbandonato, che stupido che ero. - disse lui con nostalgia.

Solo in quel momento la ragazza decise di aprire la porta per farlo entrare. Il corvino la squadrò soddisfatto: indossava una felpa oversize color panna che le arrivava a metà coscia, i suoi leggins neri le fasciavano le gambe magre ed esili, ai piedi aveva delle ciabatte a forma di coniglio bianco infine i suoi capelli erano legati in uno chignon disordinato venuto abbastanza male. Sì, sua figlia era davvero una creatura incantevole nonostante non avesse delle curve perfette come le sue coetanee.

- Non volevo essere scontrosa, scusa - confessò abbassando lo sguardo. Il tono della sua voce era molto ridotto, sembrava molto triste.
- Tranquilla, tesoro, adesso mi spieghi il perché di questo tuo atteggiamento? - le rispose rivolgendole un sorriso rassicurante.

- Ho litigato con Mattia dopo aver picchiato dei bulli. - ammise schietta guardandolo negli occhi.
- Mattia sarebbe il ragazzo della biblioteca? - domandò l'uomo inarcando un sopracciglio. Ella annuì e continuò a raccontare:
- Mi ha detto che non potevo picchiare dei ragazzi solo perché mi avevano insultato. Io però l'ho fatto d'istinto, non ci ho riflettuto, ho agito e basta. Avevano insultato te, papà e Mattia! -
- C'è altro che devi dirmi, Eli? Ti conosco e sono sicuro che se fosse stato un semplice amico, tu saresti già lì a chiarire con lui. -

La giovane sospirò e sussurrò:
- Beh, la verità è che per me lui è più di un amico, è la spalla su cui piangere quando voglio sfogarmi, è l'abbraccio di cui ho bisogno nei momenti bui, è il fratello che non ho mai avuto... -
- o qualcosa di più importante? -
- temo di sì, e questo mi spaventa molto. -