Hidden truth: a Star Wars Story (Storia ad OC)

Prologo

Tanto tempo fa, in una galassia lontana lontana...

Un ticchettio metallico risuonò nell'aria della sera, tutti i rumori tipici del campo Jedi che sparivano mentre l'oblio, quello che avrebbe dovuto accompagnare il sonno, sgusciava via dalle sue giovani mani.
La Padawan aprì gli occhi e si guardò intorno, spaesata, tremando nel vedere ciò che la circondava: una serie di strumenti era posizionata su un tavolo e il simbolo del Primo Ordine regnava sul muro.

Nessun odore permeava quel luogo: era come trovarsi in un bunker.

Finalmente guardò affianco a sé e dovette trattenere un urlo.

Una delle sedie dove, una volta, venivano torturati i Jedi spiccava nel bel mezzo della stanza.
Con un uomo sopra.

La porta si aprì all'improvviso e non ebbe il tempo di riprendersi né di nascondersi, accecata da una luce rossa proveniente dall'esterno. Appena i suoi occhi si abituarono, però, il volto impassibile del capitano Hux la fece irrigidire sul posto: circolavano diverse leggende sul suo conto e tutte narravano di una mente acuta e fredda, incapace di accettare una sconfitta e una determinazione tale da spingerlo a scalare i ranghi del Primo Ordine come fossero scale...

Una mente consumata dall'ambizione e dal rancore.

Gli occhi dell'uomo si posarono su di lei mentre era distratta, congelandola sul posto. Le iridi dell'uomo, però, sembravano non aver percepito nessun movimento da parte della giovane Twi'lek: si spostarono invece verso il prigioniero, calcolando con estrema cura le sue condizioni e quelle della sedia che lo tratteneva.
- Mi dispiace per il ritardo ma il leader supremo ha richiesto la mia presenza all'improvviso. Allora, dove eravamo?

Il prigioniero rialzò a fatica il capo e Jara notò che, sul volto, non aveva nemmeno una contusione: qualsiasi danno gli fosse stato fatto era più interno, più crudele, e lo stava consumando passo dopo passo.
- Tu...
L'uomo sputò ai piedi del capitano.
- Tu non avrai mai quei Padawan, feccia imperiale!

Hux si limitò a sorridere, le labbra serrate e ondate di fredda rabbia a far vibrare l'ambiente attorno a lui.
- Lo vedremo. Mi hai già detto che li ha nascosti l'antico ordine Jedi e che vivono su un pianeta celato da millenni, non ti sembra una quantità notevole di informazioni? Ci vorrà poco per spillarti ogni singola goccia rimanente, ogni briciola.

Gli girò intorno come un lupo di Lothal e Jara fece un paio di passi indietro, terrorizzata dalla possibilità di intralciare il suo cammino, mentre Hux si appoggiava allo schienale della sedia per sibilare all'orecchio del prigioniero:
- Le verità nascoste sono la mia specialità!

Uno spintone incorporeo fece inciampare Jara mentre quella, sorpresa, cadeva finalmente verso  il sonno perduto, inseguita e tormentata dalle grida di quell'uomo mentre, nella sua testa, le sue parole si ripetevano come se fossero uno dei motti della Nuova Repubblica: Jedi dell'antico ordine.

Maestro Luke sarebbe stato molto turbato da tale notizia.

Un paio di occhi gialli si aprirono di scatto, le pupille ristrette, le labbra stirate in quello che sembrava più un ghigno che un sorriso.
L'uomo si alzò, spolverandosi i vestiti anche se su uno Star Destroyer ce n'era meno che bisogno e parlò con colui, o colei che l'ombra celava, chinando il capo in segno di rispetto prima di pronunciare anche solo una parola.
- Ho percepito una presenza estranea a bordo: i Jedi sanno del prigioniero.

{Spazio autrice}
Il prologo lo avevo scritto parecchio tempo fa, ancora prima di avere tutti i personaggi siccome, effettivamente, di quelli creati non ne partecipa quasi nessuno...
Detto ciò voglio darvi personalmente il benvenuto in questo viaggio che faremo, sperando che tutti consegnino l'OC in tempo o mi toccherà rincorrervi con il forcone (so uncivilised), quindi non fatemelo fare.
Che la Forza sia con voi, e spero che questa partenza leggermente turbolenta vi sia piaciuta!