Capitolo 6.

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"Grazie" Rispose Clara, sorridendo leggermente alla cameriera che le porgeva il caffè.

Dario, affianco a lei, fece lo stesso.

Avevano entrambi gli occhi rossi e gonfi per aver dormito solamente qualche ora.

Si trovavano sui tavolini esterni di un bar vicino a Piazza Maggiore.
L'aria, nonostante fossero le undici di mattina di una giornata soleggiata di Giungo, era fresca.
Un leggero venticello scompigliava i capelli ricci di Clara, alleggerendole un po' la mente.

"Quando Domenica ti ho proposto un caffè non pensavo che l'avremmo  preso praticamente in after" Disse Dario, sorseggiando la sua bevanda.

"Non me lo dire.Finito qui devo anche andare a casa di Federico; io e gli altri lo accompagnamo in aeroporto"
Rispose lei passandosi una mano sugli occhi stanchi.

"È difficile vero?" Le chiese Dario, guardandola di sottecchi.

Clara fece una espressione interrogativa, così lui continuò.

"Avere Federico lontano. Il rapporto che avete voi cinque è davvero assurdo, l'ho visto davvero poche volte".

Si, era difficile.
Nel gruppo ognuno aveva un ruolo fondamentale.

Tonno era sempre disponibile; che fosse per un consiglio o venirti a riprendere alle tre del mattino dall'altra parte di Bologna, lui ci sarebbe sempre stato.

Nelson era ambivalente. Con lui si potevano trascorrere le serate più soft e tranquille, passate a vedere film e serie tc con una pizza ordinata all'ultimo, ma anche intraprendere un viaggio dell'ultimo secondo per una metà sconosciuta. Lui e Clara avevano fatto spesso follie del genere: come quella volta in cui completamente senza un senso logico, dopo un pranzo fatto in centro a Bologna avevano preso un treno ed erano andati a farsi un giro a Roma.
Nelson inoltre, era il primo a consigliare sempre di buttarsi, di lanciarsi in nuovi progetti. Riusciva a levare la paura dell'ignoto e ad incoraggiare chiunque.

Cesare era un porto sicuro. Sempre pronto alla battuta e alle prese in giro ma avrebbe difeso e protetto ognuno di loro in tutti i modi a lui possibili.

Federico invece era allo stesso tempo il più folle ed il più razionale del gruppo.
Riusciva ad essere incredibilmente serio, come nessuno degli altri quattro era capace, ma allo stesso tempo era anche il più difficile da trattenere quando partivano i cinque minuti di follia.

Clara era la mamma del gruppo.
Su questo non c'era altro da aggiungere.

Ma Federico le sarebbe mancato, ora più che mai.
Ora che sentiva di aver bisogno di tutta la razionalità possibile.

"Si, è complicato. Ma ormai siamo abituati, sono due anni che va avanti così" Rispose infine.
"Siamo qua per il libro comunque" Concluse.

E lui fece un sorriso immenso, mettendo subito sul tavolo la tazzina del caffè ed iniziando a raccontarle per filo e per segno come aveva ritrovato l'ispirazione, come aveva superato il famoso "blocco dello scrittore" e tutte le varie vicende con la casa editrice.

"Ormai è praticamente finito, tra qualche giorno mi manderanno una copia, la prima copia" Disse, con gli occhi che brillavano.

Clara lo abbracciò.
Era felicissima del traguardo che il suo amico aveva raggiunto.

Quel libro voleva dire tanto, era un riscatto per Dario. Finalmente era riuscito a mettersi in gioco, ad essere coraggioso e vulnerabile allo stesso tempo.

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