Quando un raggio di sole colpì con delicatezza il suo volto, Clara aprì gli occhi.
Si trovava nella stanza di Elena, a Parigi.
Era il suo ultimo giorno prima di tornare definitivamente a Bologna.Dal suo compleanno tutto era stato un vorticare, un po' confuso doveva ammettere, di emozioni.
Quasi tutte piacevoli, una sola confusa.
Si stiracchiò e, mentre si stringeva nella felpa di Cesare, uscì sul balcone per ammirare le prime luci della giornata.
Il cielo era di un azzurro splendente, nonostante ormai fosse passata la prima settimana di Ottobre.
Era lo stesso cielo che Clara aveva visto su Londra, la mattina in cui Steven si era risvegliato senza complicazioni dall'intervento, qualche giorno prima.Londra senza una sola nuvola, piena di sole, in Ottobre; quando mai capitava?
Clara lo prese come un segno, come una promessa. Le cose sarebbero andate meglio.
Prima di lasciare quel posto, quell'ospedale che tanto le aveva donato, che tanto le era servito a livello sia di crescita personale che di crescita professionale, aveva passato la sua solita mezz'ora con Steven, all'aria aperta.
Stava bene; i suoi nuovi polmoni erano perfetti.
E lui, finalmente, era felice, completamente sereno. Era tornato ad essere un bambino di undici anni spensierato, senza nessun dolore o carico sulla schiena.
La abbracciò forte giunto il momento di salutarla e le assicurò che avrebbe fatto tutti i compiti.
"Voglio diventare un medico e salvare i bambini come me" Aveva detto tutto felice ed orgoglioso.
E Clara gli accarezzò il volto con fare materno.
Ci sarebbe riuscito, ce l'avrebbe fatta.Non sapeva se avrebbe rivisto Steven, se le loro vite si sarebbero incrociate nuovamente.
Eppure era felice di averlo incontrato in quel momento della sua vita, nell'esatto momento in cui, sia lei che lui ne avevano più bisogno.
Steven le aveva donato la speranza che aveva perso, la gioia nel fare progetti per il futuro. Con Steven aveva ritrovato la sua grinta, persa con la morte di Leo.
"Scusami Leo sei ci ho messo tanto, ma sto tornando" Pensò, prima di tornare in casa ed andare a svegliare la sua amica.
La guardò con fare burbero mentre dormiva. La scosse distrattamente mentre, senza delicatezza, urlava: "Oggi è l'ultimo giorno, dobbiamo muoverci".
Elena si tirò su di scatto, gli occhi spalancati, mentre si guardava intorno.
Quando capì che il rumore era causato dalla sua amica, sbuffò.
"Clara la devi smettere, non sarebbe mai potuta funzionare tra me e Fede. Due città diverse in due Stati diversi, due persone con una costante mancanza di casa, due nostalgici. Non sarebbe andata"
Disse alzandosi e dirigendosi verso il bagno.Clara la seguì, decisa a non stare zitta.
"Avete solo paura, e sbagliate. Guardate dove sono finita io ad aver paura: sono innamorata della stessa persona da tutta la vita e tutta la situazione si sta ritorcendo contro di me" Disse esasperata alzando le braccia al cielo.
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Ti terrò per mano
FanfictionDalla storia: Clara si lasciò cadere, sfinita, sulle sedie reclinabili in legno del terrazzo, sospirando. Sentiva gli occhi di Nelson addosso, ma non era più il momento di essere forte. Calde lacrime iniziarono a scendere sul suo volto mentre formu...