Capitolo 10.

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Clara appoggiò la testa al finestrino.

Era stanca, non aveva chiuso occhio per tutta la notte dopo la serata appena trascorsa.

Era rimasta a girarsi nel letto fino alle quattro del mattino con una semplice frase in testa: "Questa canzone l'ho scelta per te".

Non aveva detto né a Tonno né a Nelson di quella conversazione. Loro sarebbero partiti in quarta, avrebbero tirato fuori la loro interpretazione dei fatti.

Clara aveva bisogno di pensarci, di capire, di sentire. I suoi amici non avevano provato le sue stesse emozioni, non avevano vissuto quel momento.

La parte più irrazionale ed istintiva di Clara le diceva che qualcosa non andava, che quella frase detta in quel momento volesse celare di più.

Aveva percepito molte emozioni da parte di Cesare che all'inizio non aveva saputo cogliere.
Durante quella notte invece, ripensandoci, rivivendo la scena milioni di volte, le aveva catalogate.

Cesare era stato deciso: le aveva chiesto di ballare, si era mosso con rigore, i gesti rapidi e perfetti.
Era stato anche più passionale, ogni tocco sembrava quasi una carezza all'anima; questo l'aveva reso vulnerabile e sincero nello sguardo e lì, Clara ci aveva visto la rassegnazione, il rimorso e la paura.

Molte emozioni difficili da esprimere a parole.
Per Cesare, quelle parole, furono: "Questa canzone l'ho scelta per te".

Clara stava per impazzire; si stava ritrovando a dare ragione ai suoi amici.
Forse era davvero così, forse l'amava e aveva sempre avuto paura, forse il fatto che lei avesse presentato Gabriele a tutti l'aveva fatto agire.

Forse, un sacco di forse perché Cesare non era mai chiaro sui suoi sentimenti.

Clara chiuse gli occhi, cercando di dormire almeno durante il viaggio.
Erano le sei del mattino ed erano appena partiti: ci avrebbero messo circa nove ore di viaggio per arrivare a destinazione, un paesino no troppo distante da Lecce, in Puglia.

Mentre stava finalmente per addormentarmi partì alla radio "Before you go".

"Cambia subito canzone" Disse imperativa a Nelson.

Lui si girò di scatto, stupito dal tono di voce, mentre Beatrice, alla sua destra sul sedile del passeggero, gli tirava uno scappellotto per farlo guardare dritto.
Erano in autostrada d'altronde.

"Non farò nessuno domanda" Disse cambiando stazione radio.

Dario, al fianco di Clara, capì.

Cesare aveva chiesto a lui la sera prima di mettere quella canzone.

La guardò preoccupato mentre si addormentava.

*

"Io non ci credo, davvero Nelson?" Disse Tonno scendondo dall'auto.
Erano fermi nel centro della campagna del Molise, non sapevano dove con esattezza. Erano usciti dall'autostrada per pranzare in un posto tipico e, subito dopo quella pausa, si erano rimessi in auto per arrivare il più in fretta possibile.

Peccato che Nelson avesse preso una curva troppo larga e fosse finito col muso dell'auto dentro ad un piccolo fosso e non riusciva più ad uscire; le ruote anteriori si erano bloccate.

Clara era davvero assonnata; la sola ora di sonno della notte e il pranzo abbondante di poco prima si stavano facendo sentire.
Rimase seduta, dentro all'auto inclinata nel fosso, con i piedi fuori e la portiera spalancata, la testa appoggiata al sedile e gli occhi chiusi, mentre i suoi amici discutevano su quello che bisognava fare.

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