Capitolo 7.

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Si svegliò di soprassalto, mettendosi a sedere.
Aveva sognato di star precipitando in un nulla buio ed infinito.

Si guardò intorno.
La tapparella della sua stanza era alzata per metà ed entrava un po' di luce.
Il letto era sfatto, ma, oltre a lei, vuoto.

Sul cuscino dove la sera i suoi occhi, prima di chiudersi al sonno, avevano visto il volto di Cesare, giaceva un piccolo foglio di carta.

Clara lo prese, trattenendo uno sbadiglio.

"Porto a casa Chewbe e vado in studio.
Non dormivo così bene da una vita e scusami se non ti ho svegliata ma credo che tu abbia davvero bisogno di riposare.
Inoltre eri serena, finalmente.
Scrivimi quando vuoi e se stasera succede qualcosa fammi sapere.
Ci vediamo domani raggio di sole"

Clara sorrise al pensiero del giorno dopo.

Sarebbe stato venerdì, il loro giorno!
Da anni ormai il venerdì era il giorno in cui si ritagliavano dei momenti solo per loro.

Praticamente da quanto avevano tre anni si vedevano quasi tutti i giorni, ma raramente erano soli.

Ogni venerdì trovavano il modo di stare anche solo trenta minuti da soli.
Era la loro traduzione, nonostante nel corso degli anni si era modificata; alle superiori e all'università consisteva in una colazione fatta sempre alla stessa ora e nello stesso bar, da quando Clara lavorava in ospedale poteva essere qualsiasi cosa.

A volte aveva il giorno di riposo e Cesare passava a prenderla e la portava nel loro posto sui colli, a Monte Donato, altre volte aveva il turno di giorno e si trovavano a cena oppure a casa di uno dei due per un film, col turno di notte invece mangiavano insieme o si trovavano al pomeriggio per una passeggiata con Chewbe.

Andava bene qualsiasi cosa, pur che il venerdì avessero un piccolo momento per loro.

Clara adorava quegli attimi perché erano una sospensione dalla realtà, erano i pochi istanti in cui si sentiva davvero viva.

Quella settimana aveva già avuto il suo momento con Cesare, la notte appena passata era stata la più serena da tempo immemore, ma, nello stato di ansia e sconforto in cui si trovava, saper che il giorno dopo avrebbe avuto il suo momento con Cesare e non avrebbe dovuto aspettare un'altra settimana, la riempi di gioia.

Finalmente si decise ad alzarsi dal letto, notando che erano le 14.

Aveva dormito per quattordici ore, non le capitava da anni.

Andò in cucina e si preparò un pranzo veloce a base di uova strapazzate e pomodori e diede da mangiare anche a Sissy.

Poi controllò il cellulare, mentre sbadigliava.

Il primo messaggio era da Cesare.
Erano due foto: la prima ritraeva lei che dormiva da sola nel letto, scattata probabilmente prima che lui uscisse per andare in studio, la seconda era un selfie.

Clara vide un Cesare sorridente, con gli occhi impastati di sonno e lei, addormentata sul suo petto, con un volto tranquillo.
Dalla foto si vedeva anche la mano di Cesare, stretta sui suoi fianchi, come per proteggerla.

Era una delle foto più belle che avessero insieme.
Clara si diede della sottona ma la prima cosa che fece fu impostarla come sfondo della home del suo telefono.

Tornò sulla chat con Cesare per leggere anche il messaggio che le aveva lasciato.

Cesi🧸: "Raggio di sole illumini anche me"
Con il cuore pieno di felicità gli rispose, ringraziandolo per le foto e per essere rimasto con lei.

Rispose ai messaggi del gruppo con i regaz, dove Federico, arrivato sano e salvo a Londra, si lamentava di non poter andare in vacanza con loro (Fede🐢: "Se non posso andare in vacanza non ci andate neanche voi"), e a quelli sul gruppo con Elena e Beatrice.

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