ℂ𝕒𝕡𝕚𝕥𝕠𝕝𝕠 18

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La sveglia suona costringendomi ad alzarmi. Sveglio Scott e poi mi dirigo al bagno. Mi sistemo i capelli per poi indossare una maglietta larga e nera con sopra un un cappotto beige. Abbino un jeans dello stesso colore della maglia, pettino i capelli lisci e metto un filo di mascara. Scendo le scale e ovviamente nessuno, oltre a Scott, è presente. Sospiro delusa ancora una volta e mi dirigo in cucina. Apro il frigo per prendere del succo. Quando chiudo lo sportello mi spavento notando una figura che mi guarda appoggiata al piano cottura, ma poi mi accorgo che è Josh. "Dio santissimo, vuoi farmi prendere un infarto prima che io vada in tribunale?" Dico posando una mano sul tavolo di fronte a lui, facendo sbattere i tanti anelli che porto . "No affatto" ride passandomi un bicchiere dall'armadietto posto dietro di lui. Lo ringrazio per poi girarmi e versare il succo nel bicchiere. Le mani mi tremano e a fatica mi reggo in piedi, non mi accorgo del casino che ho combinato finché non sento il succo bagnarmi i piedi ancora scalzi. Ringrazio mentalmente di non essermi sporcata la maglia, ma impreco perché ho fatto un casino e devo essere lì prima. Vedo Josh abbassarsi e pulire con uno straccio.  "Grazie" dico cercando di ricambiare il sorriso che è stampato sul suo volto. Vado in salotto e vedo Scott seduto sul divano. Mi siedo accanto a lui, appoggio la testa sulla sua spalla e lui posa il suo braccio intorno alle mie spalle. "Sono le sette e mezza, andiamo?" mi chiede ed io annuisco. Davanti alla porta vedo Josh intento ad indossare dei mocassini e solo ora mi accorgo che è vestito con una camicia bianca ed un completo nero. "Dove vai?" Chiedo titubante. Lui si alza e si gira verso di me, mi guarda e poi dice "Mi pare ovvio". Lo guardo con aria scettica e lui aggiunge "Ella, vengo con te. Ti accompagno in tribunale con Scott." Io ancora più confusa domando "Perché ?". Lui in tutta risposta mi prende per mano e montiamo in macchina. Io salgo dietro mentre Scott guida e Josh sta dalla parte del passeggero. "Scott visto che siamo in anticipo di 2 ore e mezza, mi porti da lui?" domando speranzosa. "Certo" dice sorridendo. Arrivati davanti all'ospedale scendo dalla macchina e mi dirigo verso la sua stanza.
"Che fai qui a quest'ora?" La voce di Maya arriva dritta alle mie orecchie. "Ho bisogno di parlargli, oggi è un giorno molto importante." Dico accennando ad un sorriso, che però sembra più una smorfia. Maya mi saluta e torna al suo lavoro, mentre io entro nella sua stanza. Mi siedo accanto al letto, prendo la sua mano fredda e la stringo tra le mie calde. "Oggi è il grande giorno, Scott e Josh mi stanno aspettando in macchina. Sono passati 2 anni di inferno. Solo 2 anni da quando è iniziato tutto questo schifo che mi circonda. È passato invece 1 anno da l'ultima volta in cui ho visto i tuoi occhi cristallini scrutarmi. Vorrei poterli vedere ancora e ancora. Voglio un tuo abbraccio. Voglio una tua carezza. Io so che puoi sentirmi, e so anche che se vuoi puoi rispondermi. So che hai percepito tutte le mie lacrime, tutte quelle che hanno bagnato le tue mani. Mi manchi e non lo nego. Mi manchi tu e mi manca Kate. Mia madre è sparita di nuovo nel nulla ed io non ho più idea di cosa fare. So che è chiederti troppo, ma almeno un movimento della mano." Sto piangendo, sono un fiume di lacrime e non posso evitarlo. Mi lascio andare e con un singhiozzo strozzato quasi grido "Stringi la mia mano nella tua per favore. Ho bisogno di te diamine. Sono egoista a chiedertelo però ho bisogno della tua presenza." Non riesco più a parlare, poggio la testa sul suo petto e piango. Piango tanto, ma una speranza si accende in me quando sento le sue dita che cercano di stringere la mia mano. Alzo di scatto la testa ed impazzisco di gioia nel vedere la sua mano che a fatica stringe la mia. Ha gli occhi chiusi, ma si sta sforzando. Chiamo Maya e l'avverto di ciò che è appena accaduto. Lo abbraccio un'ultima volta ,anche se tutti i tubicini che lo circondano impediscono un po',e poi esco dalla sua stanza. Un sorriso mi si stampa in faccia, mentre cerco invano di rimuovere i residui di mascara dal mio volto. Esco di corsa dall'ospedale ed entro in macchina. "Ella cos'è successo?" Mi chiede Scott. Inizio a balbettare cose senza un vero senso logico finché Josh non prende la mia mano nella sua e mi dice di respirare. Faccio dei respiri profondi cercando di smettere di tremare dalla gioia.
Un ultimo respiro profondo e poi dico "Stavo parlando a Jace, e-e ad un certo punto mentre ero appoggiata a lui, l-lui mi ha stretto la mano tra le sue dita. I-io penso di essere al settimo cielo. Io voglio ,e ho bisogno, che lui sia qui accanto a me." Scott mi guarda con gli occhi lucidi ed io sorrido come un ebete. Mette in moto e partiamo. Adesso viene il difficile. Adesso devo affrontare la mia più grande paura, ma la speranza che Jace si possa risvegliare mi da una strana forza interiore. Voglio vincere,  lo farò per lui e tutte le ragazze che , come me, hanno sofferto per mano di un mostro.
Siamo davanti al portone d'ingresso con un'ora d'anticipo. "Allora Ella, devi stare calma, respira profondamente, devi dire ogni emozione che provi, è importante e lo sai. Se vuoi puoi parlarne con Josh, un pensiero esterno può sempre far piacere." Io annuisco ancora un po' intimidita dalla maestosità di questo palazzo. Josh mi prende per mano e mentre Scott entra a parlare con il giudice per questioni legali, noi entriamo e mano mano avanzo verso il banco a cui per la seconda volta dovrò sedere ed accusare. "La prima volta che sono stata qui ho fallito, non sono stata in grado di vincere per tutte quelle vittime. Ma stavolta, nonostante le mie gambe stiano tremando, sono qui e voglio vincere." Poggio il peso del mio corpo sulle braccia, che mi reggono appoggiate al banco. Josh avvolge le sue braccia intorno a me abbracciandomi. Mi lascio scaldare dal suo affetto e mi lascio cullare dal suo profumo. Ricambio l'abbraccio, ma le mie gambe non reggono e cado a terra trascinando Josh con me.
Mi copro il volto per evitare che Josh mi veda piangere, ma lui prende le mie mani e le posa sul suo volto. Mi fa un sorriso rassicurante per poi asciugarmi le lacrime. Lo stringo forte a me e piango. "Ella, andiamo in bagno ti sciacqui la faccia e poi torniamo ok?" Mi domanda. Io nego con la testa.  "Non voglio andare al bagno, non in quello per lo meno." Dico ricordando i volti distrutti delle ragazze. Lui annuisce e mi alza da terra. Mi porta fuori a prendere una boccata d'aria e poi si gira verso di me con un fazzoletto in mano. "Che fai?" Domando. "Avanti Ella, ti sistemo il trucco." Io annuisco per poi lasciare che Josh mi tolga il mascara colato per poi rimettermelo. "Grazie" dico con un fil di voce. "Di niente, ma ora ci sediamo su questa panchina e tu ,se vuoi, mi dici cos'è che ti preoccupa." Annuisco ed inizio a parlare "Vedi, non sono l'unica 'vittima'." Mimo le virgolette. "Oltre a me tante altre ragazze hanno subito una parte di tutto ciò. Mio padre e i suoi compagni, trafficavano ragazze e droga. Un brutto giro. Abbiamo provato a denunciarli una volta, ma le prove non erano abbastanza ed io non ero riuscita a testimoniare, c'era un senso di colpa che mi pervadeva nel mandare in carcere mio padre. Ora ho capito però, che lui è solo un mostro e merita di stare circondato da persone tali. Questa volta, sono determinata nel mandarlo in carcere. Lo voglio vedere sconfitto è sofferente. Lo voglio vedere dietro le sbarre. Voglio giustizia per me e per le ragazze. Hanno violato i nostri corpi." Josh sta in silenzio e lo ringrazio per questo, perché non voglio sentire frasi di circostanza. Entriamo perché è ormai ora. Ci sediamo in prima fila e mentre la stanza mano mano si riempie di persone aspettiamo che entri il giudice. Sto seduta in mezzo a Scott e Josh.
Le mie mani iniziano a tremare appena vedo il volto del mio cosiddetto padre, varcare la soglia. Josh intreccia la sua mano intorno alla mia, sento un formicolio alla mano appena lui intreccia la sua. Un caldo improvviso mi pervade, così levo il cappotto. Lascio la mano di Josh per un secondo e subito dopo la ritrovo nella sua. Appoggio la testa sulla sua spalla e cerco di respirare profondamente. Il giudice entra e da inizio alla sentenza. Il giudice mi richiede al banco, così mi alzo cercando di sembrare il più tranquilla possibile. Mi porgono domande, ma una fa davvero male. "Ha delle prove dell'ultimo atto di violenza del signor. Travis?" L'uomo che ha posto questa domanda ,nonché l'avvocato che difende mio "padre", mi guarda con sfacciataggine. Alzo lo sguardo per impedire alle lacrime di scendere. Alzo di poco la maglietta per far vedere la grande chiazza violacea che con il tempo sta svanendo. In aula cala il silenzio e tutti gli occhi sono puntati di me. Sento lo sguardo di Josh bruciarmi addosso, alzo lo sguardo verso di lui, ha le lacrime agli occhi e mi guarda con un sorriso triste sul volto. Mi sistemo la maglietta per poi togliere il piercing al mio labbro. "Signor giudice, c-come lei può vedere, sotto al punto in cui si trova l'anello che porto al labbro, c'è una cicatrice. È la cicatrice che quell'uomo mi ha procurato strappandolo dal mio labbro con la forza, ed oltre tutto era ubriaco e aveva fumato." Dico con un po' di insicurezza. Il giudice annuisce. "Chiedo ancora di porgere una domanda alla signorina Travis." Annuncia l'avvocato. Il giudice con sguardo scettico acconsente. "Signorina Travis, vorrei chiederle perché la prima volta non ha dimostrato le cose che oggi ha dimostrato. Perché ora è qui e sta accusando questo uomo, nonché suo padre le ricordo." Un ghigno circonda il viso dell'avvocato, e posso giurare che dalla rabbia che provavo è partita una scarica lungo tutta la spina dorsale. Guardo l'avvocato con aria superiore. "Non credo questa sia una domanda da dover porre all-" non lascio finire il giudice che prendo parola. "Scusi signor giudice, ma posso rispondere alla domanda. Nessuna preoccupazione." Prendo un respiro profondo per poi iniziare a parlare. " Signor Metis, forse la prima volta ero ancora una bambina, avevo solo 14 anni. Adesso sono qui e ne ho 17. Non sono riuscita a vincere la causa perché ero sotto minaccia. L'accusato Michael Travis, mi ha minacciata e non da solo. Lui e tutti gli altri uomini del losco giro, avevano sotto sequestro mia madre. Se facevo un passo falso loro le facevano del male. Questa cosa è andata avanti per anni. Ben 3 anni! Ma ora basta. Adesso signor Metis, ho deciso che questa cosa deve finire. Dobbiamo mettere fine a questa tortura nei confronti di giovani ragazze. Io chiedo che Michael Travis venga arrestato per il male a cui ha sottoposto sua figlia e tante altre ragazze!" Esclamò ormai esausta di rispondere a delle domande. Il giudice prende 5 minuti per pensare nel suo ufficio e poi torna. Si siede, mi guarda, guarda l'avvocato, guarda le altre ragazze che hanno testimoniato contro gli altri accusati ed infine guarda Michael. "Io dichiaro Michael Travis colpevole. Colpevole di aver imposto del male fisico a delle ragazze e colpevole di aver trafficato droga. La sentenza finisce qui. Grazie signorina Travis, è libera di andarsene." Io annuisco ed esco seguita da Scott e Josh. "Dovrei sentirmi bene ma non ci riesco. Ho ancora paura." dopo aver detto questa ultima frase mi lascio andare alle lacrime stringendo Josh tra le mie braccia.

Heyyyy 🌺🌺🌺
Doppio aggiornamento. È un po' più lungo rispetto agli altri e spero vi piaccia. Scusate gli eventuali errori. Lasciate una stellina se vi è piaciuto.

Ad un tono di distanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora