▍MANGIARE DA BAMBINI, MANGIARE DA ADULTI: QUALI LE DIFFERENZE?

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Il processo del divezzamento porta gradualmente il bambino da una alimentazione unicamente lattea ad una variata come quella dell'adulto. Quando questo percorso alla scoperta del cibo si conclude (almeno nei suoi aspetti fondamentali, e questo avviene in genere verso l'anno o poco più) non sarà più necessario avere accorgimenti specifici per il bambino: la cucina sarà unica, ed i principi nutrizionali da seguire per gli adulti e per i bambini saranno gli stessi.
Le sole differenze che rimarranno saranno relative all'apporto calorico: su questo versante l'organismo in crescita deve avere un apporto in più rispetto all'organismo ormai adulto.

UN PO' DI NUMERI

Nel primo anno di vita occorrono circa 100-110 Kcal al giorno per ogni Kg di peso corporeo. Dopo i tre-quattro anni ne bastano 70-80, e dopo i dieci anni il fabbisogno si riduce a circa 50 Kcal al giorno per kg di peso.

Nei primi sei mesi di vita le calorie introdotto con l'alimentazione vengono all'incirca così ripartite:

il 55% delle calorie introdotte serve per il buon funzionamento dei suoi organi ed apparati (fabbisogno energetico di base: metabolismo basale);
il 15% serve per l'attività motoria (attività fisica muscolare) e per il mantenimento della temperatura corporea (termoregolazione);
il 20% è per l'accrescimento;
il 10% va perduto e non utilizzato (perdita con gli escreti, feci e urine).

Nel bambino per avere un grammo di aumento del peso corporeo ci vogliono circa 7 calorie. Oltre alla quota energetica in più per l'accrescimento bisogno tenere presenti anche alcune modeste differenze nella distribuzione dell'apporto calorico fra i vari principi nutritivi:
I lipidi (= grassi), che nel lattante forniscono il 45-50% delle calorie, da dopo il divezzamento devono fornire il 35% circa delle calorie, decrescendo progressivamente fino a poco meno del 30%, come nell'adulto. Mentre col progredire dell'età la richiesta lipidica diminuisce, va invece aumentando quella glucidica (= zuccheri o carboidrati): partendo dal 45% delle calorie totali fornite nel lattante si arriva fino al 60% circa nell'adulto. L'apporto calorico delle proteine rimane invece pressoché invariato nelle varie età, attorno al 10%.



Gli errori degli adulti: una base per l'educazione dei bambini

Il divezzamento del bambino potrebbe rappresentare un'ottima occasione per gli adulti di rivedere i propri errori ed arrivare ad una cucina più sana per tutti, dal momento che, dopo il primo anno, non esiste un'alimentazione da bambino e una da adulti, ma piuttosto un'alimentazione adatta all'organismo umano. E quindi dopo l'anno di vita, per sapere come dovrebbe mangiare il bambino, non si deve far altro che guardare a quelli stessi principi nutrizionali su cui siamo chiamati ad impostare la nostra alimentazione di adulti.
E' proprio sulla qualità dell'alimentazione infantile che si deve puntare perché fin dall'inizio l'uomo possa apprendere comportamenti alimentari più corretti. Certamente è più faticoso per un adulto correggere gli squilibri della propria dieta che non per un bambino apprendere subito una dieta corretta.

A conclusione quindi una sintesi di quelli che sono i principali difetti dell'alimentazione dell'adulto nella società industrializzata: è avendo come obbiettivo la rimozione di questi errori che si deve impostare l'educazione alimentare dei bambini per avere in futuro adulti che riscoprano il piacere di mangiare meglio.

Eccessivo apporto energetico

Le abitudini di vita createsi nelle società industrializzate hanno decisamente modificato il fabbisogno energetico dell'uomo: si sono notevolmente ridotte le spese energetiche per il lavoro e la conduzione della vita quotidiana (riscaldamento degli ambienti, mezzi di trasporto). La maggior parte di adulti e bambini conduce una vita troppo poco attiva sul piano motorio.
Si calcola che, mediamente, in questo tipo di società, l'apporto di energia con l'alimentazione sia divenuto superiore al necessario di circa il 30%. Se si ingerisce più cibo di quanto se ne consuma, questo si accumula nel corpo sotto forma di grasso, determinando un aumento del peso. Il sovrappeso e l'obesità che ne derivano sono alla base di numerose malattie e incidono sensibilmente sui livelli di mortalità. Il peso stabile, nei limiti della norma, contribuisce a far vivere meglio e più a lungo: eccesso di peso ed eccessiva magrezza sono fattori di rischio.

L'ALIMENTAZIONE DALLA NASCITA ALLA PRIMA INFANZIADove le storie prendono vita. Scoprilo ora