Rientro in casa senza far rumore, sperando che nessuno mi senta e ci riesco. Mi chiudo in camera e mi metto in pigiama anche se so che non dormirò molto: ho mille pensieri per la testa e in teoria alle undici dovrei essere al ristorante a lavorare.Sono quasi le sei di mattina e intorno a me c'è ancora il silenzio, la domenica mattina è fatta per riposarsi e per sospendere per un po' i ritmi frenetici della vita però non sempre questo vale per me.
Nonostante sia sdraiata sul letto avvolta dalle coperte non riesco a prendere sonno, il mio cervello continua ad essere continuamente attivo e non riesco a non scollarmi di dosso ciò che è successo solo qualche ora fa; ma dopotutto perché dovrei? Non sono certo caduta dalle scale o scivolata per terra; ciò che mi è accaduto è qualcosa che non dovrebbe succedere nella vita normale di una ragazza ne devo prendere atto, ma non posso nemmeno farmi condizionare per sempre. Si creano dinamiche strane nella nostra psiche quando succede qualcosa che ci turba e spesso non possiamo decidere di controllare tutto. Devo semplicemente continuare a fare ciò che ho sempre fatto: andare avanti facendomi forza cercando di eliminare o domare le paure.
Tutto facile a parole.
In ogni caso riesco a chiudere gli occhi per poco più di due ore e decido che non sono dell'umore di poter lavorare oggi; non credo di reggere né fisicamente né mentalmente. Dopotutto da quando ho iniziato non ho mai saltato nessun weekend e la motivazione che mi spinge a non andarci oggi è più che giusta. Chiamo la mia titolare e non fa opposizione, dice che ce la faranno anche senza di me dato che non ci sono nemmeno tanti prenotati, la ringrazio, saluto e riattacco.
Approfitto della calma in casa per farmi una doccia rilassante, poi mi chiudo in camera e decido cosa fare. Non voglio far capire ai miei che oggi non vado a lavoro perché magari mi potrebbero chiedere spiegazioni e sinceramente non saprei cosa dirgli; non posso certo raccontargli ciò che mi è successo, ho paura soprattutto di mio padre, non riesco a immaginare cosa potrebbe farmi, potrebbe essere sicuramente peggio di ciò che è successo ieri.
Siccome non posso rimanere in casa, devo cercare di fingere di andare a lavorare e trovare un posto dove passare il tempo. Avrei dei compiti di latino da fare e mi viene in mente la mia compagna di classe Carlotta, quella con cui riesco ad andare d'accordo. Lei è brava in questa materia, io da quando ho capito che non mi poteva essere utile in alcun modo ho perso interesse e ho quasi smesso di studiarla, sono fatta così; se non c'è un motivo che mi spinge a fare qualcosa smetto di farla. Decido allora di chiamarla e chiederle se ha voglia di studiare insieme, mi risponde che le va bene e ci accordiamo che dopo pranzo andrò da lei. Solo che devo trovare il modo di fare qualcosa dalle undici alle due del pomeriggio; mi vesto come se dovessi andare a lavoro (leggings nero e camicia bianca), prendo lo zaino con le mie cose ed esco. Decido che mi farò un giro di questa città; è l'unica cosa che posso fare dopotutto.
È un giorno di fine ottobre un po' troppo freddo per questo mese e i colori tipici di questa stagione contornano la città nell'unico modo che la natura può fare; una semplice cornice vermiglia che inquadra un paesaggio urbano. Umano ma pittorescamente bello. Scelgo vie dove nessuno che io conosco abita o passa abitualmente e scopro posti nuovi o semplicemente li guardo in maniera diversa, più attenta del solito, più persa nella totalità dello cose. Ho sempre amato passeggiare, mi sento come una vagabonda in cerca di una direzione. Verso l'ora di pranzo mi fermo in un piccolo bar e prendo un panino per non spendere troppo e cerco di perder tempo controllando le notifiche del cellulare ma mi stufo quasi subito e decido che preferisco continuare a camminare e alla fine arriva l'ora per andare da Carlotta a studiare.
Mi viene ad aprire lei e andiamo direttamente in camera sua per metterci a fare i compiti.
- I miei oggi non ci sono, sono andati a farsi un weekend in montagna e abbiamo casa libera.- mi dice.
- Io, te e il latino; cosa c'è di meglio?!- gli dico ironica e ci mettiamo a ridere.
Prendiamo i quaderni, la versione da tradurre e il dizionario di Carlotta, il famoso IL, e iniziamo a tradurre. È un'impresa difficile ma alla fine la nostra versione ha un senso e decidiamo di prederci una pausa prima di studiarci i significati nascosti di questo scritto antico.Andiamo in cucina e Carlotta tira fuori la Nutella e le fette biscottate e decide di preparare del té.
- Non avevi detto che la domenica lavoravi?- mi chiede mentre sta mettendo l'acqua a bollire.
- Già, però oggi non avevano molto bisogno e mi sono presa un giorno libero.-
- Ah ,ok. Meglio così, almeno hai potuto dedicare più tempo al tuo amato latino.- scherza.
- Esatto- rido- la prima domenica libera che ho e la passo con l'amato Sallustio.-
- Pensa che poteva andarti peggio: se ti fosse capitato Cicerone? Sai che dramma!- ribatte Carlotta.
- Hai perfettamente ragione.- e scoppiamo a ridere.Si fanno le sei del pomeriggio e decido di andare dato che inizia ad essere buio. Non avrei mai detto ma aver passato il pomeriggio a fare latino con la mia amica mi ha risollevato il morale; non le ho raccontato quello che mi è successo e non abbiamo nemmeno tutta quella confidenza per farlo, però quelle poche chiacchiere mi sono bastate per farmi cambiare umore e trasformare la giornata. Torno a casa e c'è una strana pace; mia mamma che prepare da mangiare e mio padre tranquillo a guardare da TV.
- Come è andata la giornata, amore?- mi chiede mia mamma.
- Bene.- le rispondo sincera.
- Ottimo, cambiati e vieni a mangiare che è quasi pronto.-
- Ok, perfetto.- e mi esce una sorriso felice, mi sembra surreale ma allo stesso tempo normale tutto ciò.Sono in giorni come questi che mi viene da pensare che per quanto la vita possa sembrare dura ogni tanto ci dà una pausa.
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Il Mare D'inverno
Teen FictionLa vita è un continuo cambiamento. Questo è quello che pensa la protagonista di questa storia, una ragazza che non riesce a trovare qualcosa di stabile nella sua vita frenetica ed è in balia degli avvenimenti in prenda al fiume della vita. Linsday...