Capitolo 10

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Canzone per il capitolo: Once in a lifetime -One Direction

Il continuo bussare della porta non fa che infastidire tutti. Mi alzo dal divano dove mi trovo seduta e guardo l'orario sull'orologio posto sopra il televisore. Sono solamente le otto e mezza, ma non aspettavo visite. Apro la porta di casa, trovandomi davanti un uomo alto, con i capelli ricci tenuti fermi da una bandana di un accesso rosso. I suoi occhi nocciola si dilatano dalla felicitá e ancora confusa lo osservo, senza proferire parola. Lo riconosco solo quando gli guardo le mani, esageratamente grandi. Mi copro la bocca con le mani, dall'eccessivo stupore.

"Ashton" dico solo, prima di finire tra le sue braccia. Avevo ricevuto una sua telefonata, tempo fa, e allora, come adesso, ero infuriata con lui. Mi aveva abbandonato per partire per il lontano Canada, non preoccupandosi più di tanto di me. Ma quando finalmente risento quelle braccia stringermi, non posso più essere arrabbiata. Lo stringo forte, per paura che lui sfumi di nuovo, mi lasci ancora sola. Quando allento la presa, lo invito all'interno dell'appartamento e lo conduco in cucina, spiegando brevemente la situazione a James, che non sembra troppo felice. Ci sediamo entrambi senza pronunciare parole superflue. Sulle mie labbra alleggia un sorriso triste perchè, fin dall'inzio, ero stata delusa dal suo comportamento. Gli volevo bene, era una delle mie poche ancore di salvezza. Mi era stato vicino nei momenti difficili e anche in quel momento "di luce" avrei avuto bisogno di lui. Ma quel freddo giorno di gennaio, nonchè giorno del mio compleanno, lui mi aveva chiamata, dicendo che se ne andava e con poche frasi mi aveva fatta soffrire.

"Perchè te ne sei andato?" Chiedo subito, facendogli scomparire il piccolo sorriso sulle sue labbra. Si passa una mano tra i ricci nervosamente e mi guarda negl'occhi.

"Dinnanzi vorrei scusarmi con te. Mi rendo conto di averti fatto del male, lasciandoti sola ma in quel momento, andare con lei mi sembrava la cosa più giusta" dice amaro.

"Lei?"

"Zoe. Te ne avró sicuramente parlato. Quella mattina aveva bussato alla porta di casa mia, in lacrime. Si era scusata, dicendomi però che doveva partire. Per pura disperazione la seguii. La amavo, capiscimi." Il rancore provato verso di lui si attutisce, capendolo. Avrei fatto la stessa cosa se avessi saputo la destinazione presa da Luke. Non mi sarebbe interessato delle persone che avrei lasciato a Londra, avrei seguito la persona che amavo, ma per buie ragioni a me non era stato permesso.

"Ti capisco Ash." Dico sottovoce. Lui mi abbraccia nuovamente.

"Vuoi spiegarmi cos'è successo durante la mia assenza?"chiede dolcemente. Scuoto la testa.

"Ti basta sapere che ho una bimba stupenda. Il resto non è importante" dico. Lui comprende quanto l'argomento è delicato e sorride, cercando di confortarmi. Ci riesce, perchè quel sorriso luminoso, con le due fossette laterali, mi era mancato veramente molto.

"Cosa ti ha riportato qui Ashton?"

"Lei. Mi ha lasciato qualche anno dopo. Vivevamo in miseria e lei era stanca di me. Sono stato a Toronto per altri anni ma ero stanco. Quindi...eccomi qui"

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"Devo preoccuparmi anche di lui?" Il viso di James è a pochi centimentri dal mio. Mi muovo a disagio nel vasto letto, passandogli poi una mano tra i capelli

"No" dico dolcemente. "Ashton è solo un vecchio amico" continuo. Avvicina il mio corpo al suo, facendomi sentire il battito del suo cuore. Accenna un sorriso, baciandomi le labbra.

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"Ora stai meglio?" Chiede Luke, abbracciandomi per un fianco. Sorrido teneramente ed annuisco. Ci sediamo su una panchina dell'enorme parco al centro di Londra e entrambi ci stringiamo nei nostri cappotti a causa del vento che si è appena alzato.

"Diana so di essere un ipocrita a chiedertelo ma ho bisogno di sapere. Cosa è successo a Londra da quel giorno?"

"Quando quella mattina mi sono svegliata senza di te, mi sono trascinata a casa mia chiamandoti per tutto il pomeriggio. Eri completamente sparito. I tre giorni successivi rimasi nella mia camera. Sarei rimasta ancora se mio fratello Michael non mi avesse costretta ad uscire. Gli anni dopo furono solo un passare sfocato del tempo. James, la morte di Jack Jonas, Charlotte. L'amore per la mia famiglia mi fece andare avanti." Narro.

"Ti brillano gli occhi quando parli della tua famiglia" dice con un sorriso triste. Mi stringo tra le spalle. Rimaniamo in silenzio per alcuni minuti, a guardare la vita intorno a noi.

"Che strana situazione" proclama lui all'improvviso.

"L'ho sognata così tante volte" dice con gli occhi chiusi. Sorrido per la tranquillitá del momento. Guardo l'orologio sul polso e mi alzo dalla panchina.

"È tardi, devo andare" lo saluto con un bacio sulla guancia. Me ne sto per andare quando mi ferma all'improvviso.

"I gemelli Irwin sono tornati in cittá. Ora siamo al completo"
OMICIDIO

Visto che ho dovuto scrivere il capitolo qualcosa come tre volte, è venuto uno schifo. Ho messo all'inizio la "canzone per il capitolo" perchè mi sembrava un'idea carina che fanno in molti. Questo è l'ultimo capitolo del 2014 quindi...spero voi possiate passare un buon 2015! Vi adoro, grazie di tutto e scusatemi per gli errori. A presto!

P.S. probabilmente a breve, pubblicherò una nuova ff su Calum Hood.

Gli Occhi dell'Angelo || Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora