Capitolo 1

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Edith era certa di poter ridisegnare a memoria tutto ciò che la circondava, tanto aveva osservato ogni dettaglio di quel triste paesaggio.

Accanto a lei la sua amica Amber sembrava trovare particolarmente interessante lo spigolo della panchina, poiché lo fissava intensamente, sbattendo appena le palpebre, da almeno cinque minuti.

Edith si soffermò sul viso della sua amica e, come sempre, si ritrovò a pensare a tutto ciò che avevano passato insieme. Si erano conosciute all'università e Amber le era piaciuta da subito. Adorava il suo carattere gioioso e i suoi modi eleganti, che spesso cercava di imitare. La giovane giornalista osservò i lunghi capelli biondi della ragazza che per anni era stata la sua ombra. Dopo l'università avevano trovato lavoro per la stessa rivista e avevano condiviso "l'ufficio principianti". Avevano collaborato in alcuni progetti e si erano aiutate in praticamente tutti gli altri. Avrebbero collaborato anche stavolta, ma a molti chilometri di distanza e questo non entusiasmava nessuna delle due. 

Il loro capo era stato così entusiasta nell'esporre la sua nuova idea che le due giornaliste avevano subito accettato, senza capire bene cosa dovessero fare. Dopo aver a lungo studiato l'idea erano entrambe state tentate di rifiutare, ma i loro colleghi avevano fortemene sconsigliato questa opzione, poiché il loro capo difficilmente accettava ripensamenti e sopratutto perché, dopo un progetto del genere, spesso c'era da aspettarsi una promozione. Così, anche se a malincuore, le due amiche si erano ritrovate e fare le valigie e partire.

Edith ed Amber avrebbero dovuto passare i mesi successivi distanti, per scrivere una rubrica sulla vita nei piccoli paesi d'inghilterra con due punti di vista diversi. Entrambe si chiedevano che bisogno ci fosse di andare in due posti diversi e inoltre dubitavano fortemente che ai lettori interessasse se nei piccoli paesini inglesi a colazione si mangiasse questo piuttosto che quest'altro.

All'inzio Edith sperava che la rubrica  non piacesse a nessuno, così da poter tornare in redazione con Amber e ricominciare il lavoro di sempre. D'altra parte però chissà cosa sarebbe successo se la rubrica fosse fallita miseramente. La conclusione che non c'era molto da fare, se non prendere strade diverse, era apparsa sempre più chiara con il trascorrere del tempo e le due si erano rassegnate. 

Edith osservava così intensamente i capelli dell'amica che Amber se ne accorse e le rivolse un caldo sorriso. 

«Ormai ci siamo, eh» disse Amber, cercando di rassicurarla. «Magari non sarà così male, no?»

Edith si limitò a sorridere e fare spallucce, sperando con tutto il cuore che l'amica avesse ragione. Passarono ancora qualche minuto in silenzio, sedute sulla vecchia panchina della stazione degli autobus. 

Da sempre Amber era convinta che niente fosse peggio del silenzio, ma in quella particolare circostanza sapeva che la cosa migliore era parlare il meno possibile, lasciando carta bianca ai pensieri. Si passò una mano tra i capelli e sospirò, pensando a tutto ciò che l'aspettava. Chiuse gli occhi, sperando che il tempo si fermasse o quantomeno che scorresse più lentamente. Non era mai stata il tipo da fare questi pensieri, infatti aveva passato le ultime settimane a tormentare Edith con le più assurde attività che dovevano assolutamente fare "un'ultima volta" prima di partire. Tuttavia in quel momento voleva solo poter tornare nel loro appartamento, guardarsi un film e fare impazzire Edith, la quale, nota per il suo ordine, si dannava vedendo anche solo una scarpa fuori posto. 

Fare le valigie era stato un autentico disastro, con Edith che ogni tre quarti d'ora circa le ricordava di mettere le cose in valigia nel modo giusto e lasciare la casa il più ordinata possibile. Alla fine il loro appartamento era abbastanza ordinato ed entrambe se l'erano cavata con due grandi valigie e uno zaino a testa, bagagli che ora erano ammassati ai lati della panchina, ricordando alle ragazze l'imminente partenza. 

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