Capitolo 3

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Edith aveva organizzato tutta la rubrica in modo da avere nuovi spunti ogni settimana, assicurandosi che le sue esperienze e quelle di Amber andassero di pari passo, ma senza che gli argomenti si ripetessero. Il primo articolo sarebbe dovuto essere a proposito di uno degli abitanti: un intervista sui pro e sui contro di vivere in un piccolo paese. Era un argomento abbastanza banale, ma per iniziare andava bene.

Lilith aveva consigliato alla giornalista di parlare con Rosemary Henning, la moglie del pastore. Rosemary era a Lacock da molto tempo e raccontava le storie meglio di chiunque altro. Inoltre, anche se questo non le era stato detto da Lilith, Edith sapeva di poter ricavare anche qualche informazione a proposito di Audrey, così da capire come comportarsi con lei, ma sopratutto così da soddisfare la sua personale curiosità.

Quella mattina Edith si alzò piena di aspettative, si vestì e fece una breve colazione, poi, dopo aver preso taccuino e macchina fotografica, si diresse in paese. La passeggiata fino alla chiesa si rivelò meno faticosa del previsto. Non faceva eccessivamente freddo ed era una di quelle rare giornate in cui il Sole regnava indiscusso nel cielo, senza che le nuvole oscurassero la sua luce.

Arrivata davanti alla chiesa, dove avrebbe dovuto incontrare la signora Henning, la giornalista si prese qualche minuto per osservarla; era circondata da un basso muretto, interrotto da un cancello in legno, aperto. Il cancello era collegato all'entrata della chiesa da un vialetto di pietra, costeggiato dal prato verde. Sopra la porta si ergeva imponente una torre, con un tetto lungo e affusolato. Dietro la torre la chiesa proseguiva con la sua forma irregolare e asimmetrica.

Edith entrò all'interno della chiesa titubante, il silenzio persistente la indusse ad avvicinarsi alla parete, così da farsi notare il meno possibile. Evitò la navata principale mentre risaliva la chiesa in cerca del pastore e di sua moglie. Lilith le aveva assicurato di aver già avvertito gli Henning della sua visita, ma non le aveva spiegato come trovarli.

I pensieri si rincorrevano nella testa di Edith velocissimi, che si poneva mille domande senza sapersi dare risposte sensate; intanto guardava il soffitto, ma senza vederlo davvero. Era così assorta nei suoi pensieri che sobbalzò quando qualcuno le mise una mano sulla spalla. Edith si voltò di colpo, ritrovandosi davanti ad un uomo sulla sessantina, con gli occhi stanchi e un caldo sorriso.

«Edith Hughes?» chiese, con un tono gentile.

«Sì, sono io»

«Mia moglie ti aspetta fuori, si sta occupando dei fiori nel cimitero» le disse, indicandole una porta sul lato della chiesa.

Edith capì che era il signor Henning e lo seguì fuori. L'erba verde era interrotta, ogni tanto, da lapidi di colore chiaro, che misero terribilmente a disagio la giornalista. Aveva sempre odiato i cimiteri, senza una ragione particolare, li odiava e basta. Erano così assurdamente silenziosi e pieni di fiori appassiti o finti, non li sopportava.

La moglie del pastore era accovacciata in un angolo, intenta a potare le foglie secche da una pianta. Appena vide Edith la donna si alzò e si rivolse a lei con un tono gentile:

«Mi chiedevo quando saresti arrivata, dolcezza» disse, lasciando la cesoia in mano al marito.

«Stando a quanto mi ha detto Lilith sei qui per una bella chiacchierata, giusto?»

«Sì, io sono una giornalista... Sono qui a Lacock per scrivere una rubrica e Lilith mi ha consigliato di intervistarla»

«Certo che te l'ha consigliato! Mi sono sempre reputata la persona più socievole e interessante, in questo piccolo paesino.» disse la signora Henning, fiera.

Edith accennò un sorriso.

«Come saprai, dolcezza, io sono Rosemary, ma puoi chiamarmi Rose. Mi pare che abbiamo molto di cui parlare, quindi è meglio iniziare subito.» continuò la signora, non ricevendo risposta.

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