Capitolo 3

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Quando scese la notte, cielo e mare divennero un unico manto nero e avvolgente, ma in quel punto lo zenit era più chiaro e mostrava i serpeggianti riflessi argentati del cosmo.

Faccia-di-gufo aveva afferrato il timone. Lo aveva stretto con forza, per paura che la goletta potesse cambiare direzione da sola, ma sembrava essere attratta proprio da quella strana luce.

Nessuno di loro aveva dormito. Erano rimasti a fissare la loro nuova meta, interrogandosi su ciò che li aspettava. Meira e Rebash non si erano sbagliati: più si avvicinavano e più la sagoma diventava un inconfondibile isolotto sormontato da una montagna frastagliata. Le sue punte erano dita di terra pronte ad acchiappare le stelle immobili sopra la sua sommità.

Quando furono abbastanza vicini, la luce smise di sfarfallare e si ruppe in una miriade di puntini sparpagliati ai piedi della montagna. Una spiaggia di sabbia bianca delimitava la discesa di gradoni di roccia dove si allungava un molo rudimentale. Il legno dei tre pontili era marcio, ricoperto da alghe e conchiglie incrostate sui pali che lo reggevano fuori dall'acqua. Velieri decrepiti, con le vele ammainate o ridotte a brandelli e gli scafi divorati dalle brume, sembravano ormeggiati lì da secoli.

«Lo conosco questo posto» Faccia-di-gufo inspirò l'aria fredda della notte. «Non dovrebbe trovarsi qui, e sembra che sia malridotto.» Il battito del suo cuore era accelerato. Avrebbero dovuto viaggiare più veloci per raggiungere quel luogo. Avrebbero dovuto incontrare altre navi sulla rotta. Che cosa poteva essere accaduto?

«Che vuoi dire?» gli domandò Meira.

«Quella costa si trova a sud di Sarese e la luce azzurra appartiene alla taverna Temeraria» le spiegò. Fece dei respiri profondi, ma non lo aiutarono a calmarsi. «Ne sono certo.»

La donna rimuginò a voce alta. «Sicuro di non sbagliarti?»

«Soltanto una persona può fabbricare delle luci simili: il suo nome è Sybelle, e gestisce la taverna Temeraria, un covo per corsari e marinai.»

«Corsari e marinai che hanno fatto una brutta fine» mormorò Rebash, ma nessuno dei due lo sentì. Si era appoggiato al barile di polvere da sparo. Passava da una mano all'altra il gabbiano storpio che aveva intagliato Varùl. L'uomo lo ammonì con lo sguardo e lui lasciò perdere la statuina. Sentiva le gambe molli, non voleva guardare ancora i resti di quelle navi che diventavano più grandi e nitidi. La bottiglia era diventata di nuovo fredda, ma evitò di toccarla con le mani sudate.

Meira affiancò il pirata al timone. «Dobbiamo procurarci delle provviste, se conosci questo posto, dovrai guidarci.»

Varùl incrociò le braccia al petto e scosse energico la testa. «Dubito che sia abitata, a me sembra soltanto un cimitero di navi, e poi non voglio farmi guidare da uno come lui.»

«D'accordo, allora se hai paura resta qui, con i relitti spettrali.» La donna si posò le mani sui fianchi e gli lanciò un sorriso di sfida.

Un angolo della bocca dell'uomo si sollevò con disprezzo. «Io non ho paura, donna. Ma qualcuno dovrebbe restare qui.»

«Ha ragione, qualcuno dovrebbe restare a fare la guardia. Se l'isola fosse davvero abitata potrebbero provare a rubarci la nave» s'intromise Rebash. Quel posto non gli piaceva, era una piccola isola, i laterali confini tondi terminavano nel mare. Non sapeva cosa nascondesse quella montagna, ma non voleva ritrovarsi imprigionato in un altro posto malfamato come Carnelian.

«Non credo proprio. Scendiamo tutti. Sarò onesto, non mi fido di nessuno di voi, e non voglio rimanere incastrato qui finché non capisco che cosa sta succedendo» replicò autoritario Faccia-di-gufo.

La donna annuì e prese quella decisione per tutti loro. «Allora andremo tutti. Vado a prenderci delle armi.»

Varùl scese dalla goletta per agganciare le cime al pontile. Aveva insistito ad andare per primo, e Meira era convinta che lo avesse fatto soltanto per non dare credito alle sue insinuazioni. Un'asse di legno marcio si ruppe sotto al suo peso. Urlò. Perse l'equilibrio e la sua gamba si incastrò nel buco tra le assi.

Vento in bottiglia e segreti di sirenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora