Destarsi dopo malapena due ore di sonno era un'impresa a dir poco ardua, ma Paulo riuscì ad essere molto convincente. E con convincente si intende rovesciare una secchiata d'acqua gelida sulla testa dell'orfano ancora dormiente.
Un risveglio alquanto brusco e parecchio spiacevole, ma che risultò molto efficiente.
«Buongiorno principessina!» lo schernì l'argentino lasciando a cadere a terra il secchio ormai vuoto. Indossava già la divisa da combattimento con tanto di mascherina che gli incorniciava gli occhi. «Dormito bene?»
Gab lo fulminò con lo sguardo intanto che finiva di sciugarsi la faccia con un asciugamano che Nick gli aveva passato.
«Che ore sono?» domandò alzandosi dal letto stropicciandosi gli occhi ancora assonnato. Oltre ai suoi compagni di stanza, nella loro camera erano presenti anche le ragazze già vestite e armate, come d'altronde lo erano già tutti fatta eccezione di Gabriele. Soltanto le maschere la maggior parte di essi ancora non portava.
«Le quattro e cinque» gli rispose prontamente Fahed con tono seccato dopo aver dato un'occhiata veloce al suo orologio. «Sono praticamente tre minuti che stavamo cercando di svegliarti.»
«Dormivi come un angioletto!» commentò scherzoso Nick facendo roteare su un dito i suoi occhialini. «È stato quasi un peccato svegliarti. Dico quasi perché in realtà è stato piuttosto divertente buttarti addosso l'acqua.»
«Confermo» dichiarò ridacchiando beffardamente Paulo.
Yen esaminò con una rapida guardata l'aspetto dell'orfano. «Hai un aspetto veramente orrendo!» commentò con una lieve smorfia d'insofferenza.
L'italiano voleva risponderle con un ironico "Ti ringrazio" ma non appena aprì la bocca da essa vi uscì un lunghissimo sbadiglio, perciò si limitò solamente a mostrarle il pollice in alto con una mano mentre con l'altra cercava di prendere la sua divisa che aveva lasciato appoggiata sulla testiera inferiore del letto.
Sapeva benissimo di avere in quel momento un aspetto schifoso. Le palpebre gli pesavano come macigni e riteneva che fosse già un mezzo riuscire a tenerle sollevate quel tanto che bastava per poter vedere cosa facesse e dove stesse andando, sotto gli occhi doveva avere di sicuro due borse da far impallidire quelle di Remus Lupin dopo il periodo di luna piena.
Si sentiva terribilmente stanco, l'unica cosa che aveva voglia di fare era buttarsi nuovamente sul letto e rimettersi a dormire profondamente. In realtà gli sarebbe anche soltanto bastato poggiare la testa al muro per poter cadere nel mondo dei sogni.
Avvertiva il proprio cervello che faticava a connettere rispetto a tutte le altre volte in cui si era appena svegliato, decisamente quella era una pessima notizia. Specialmente perché quella mattina avrebbero dovuto affrontare i tre Oscuri, anche se ormai poteva chiamarli con il loro vero nome di Liberatori, che si trovavano sulle loro tracce. Combattere in quello stato si sarebbe rivelata una pessima mossa al cento per cento.
Andare al molo, la notte prima, forse non era stata una grande idea, dall'altra parte però quell'incontro totalmente inaspettato con Bulhuui gli era servito abbastanza.
Perlomeno era riuscito a sfogarsi con qualcuno di tutti quei segreti che si era portato dietro da mesi.
Però, oltre a quelli di cui era riuscito in parte ad alleggerirsi, se ne erano aggiunti degli altri. Uno di questi gli dondolava sul petto, assieme alla piastrina che si portava al collo da anni, nascosto sotto la maglia del pigiama.
Era il ciondolo che il Liberatore gli aveva dato prima di sparire nel buio.
Nessuno dei suoi compagni doveva vederlo. Dri compresa.
STAI LEGGENDO
The Child - Compagni d'Infanzia
FantasySiamo abituati a leggere o ad ascoltare storie dal punto di vista dei buoni, di come questi abbiano sofferto a causa della malvagità delle persone corrotte dal potere, qualunque esso sia. Pochi però sono i racconti che ti spiegano perchè si siano l...