Capitolo 3- La Sala Comune di Grifondoro

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Draco non riuscì più a staccare gli occhi di dosso ad Hermione, quella sera. Si ritrovò a fissarla mentre se ne stava seduta sconsolata in un angolo, o mentre ballava con Ron. In quei casi aveva provato così tanta rabbia da avere voglia di invitarla a ballare.

 -Ma no, io la odio .. E' una Sanguemarcio ... A mio padre non piace ... - era questo il problema maggiore: tutte le volte che guardava Hermione volteggiare nel suo abito azzurro, sentiva uno strano pizzicore alla nuca e appena si voltava scopriva che Lucius lo guardava infastidito, come se avesse avvertito lo stano sentimento che il figlio provava. 

Mentre tornava nel suo dormitorio, con Pansy accanto, pensò in quale sala comune passare la serata: sicuramente non in Tassorosso, troppa gente amichevole, e non aveva certo voglia di mettersi a giocare a Gobbiglie con un ragazzino del primo anno. Mentre pensava, vicino a lui passarono Harry e Ron: il sentimento di rabbia che provava raggiunse il cervello.  

-Hey, Potter, Weasley: dove andate? Sgattaiolate nella capanna di quel gigante?-    

 -Quel gigante si chiama Hagrid- lo fronteggiò Ron  -E noi stiamo andando nella sala comune di Corvonero. Da Luna -            

 -Luna Lovegood? Quella un po' deficiente?- s'intromise Pansy, con un ghigno divertito stampato in volto. Draco rise.   

- Luna non è una deficiente, è solo un po' ... -        

- Pazza!- Luna Loveggod era spuntata dietro Draco e Pansy, con i capelli biondi spettinati e uno sguardo rassegnato  -Sarà l'effetto dei Nargilli, sapete, Hogwarts ne è piena... -  

- Allora, andate senza la Granger?- chiese Draco, fissando Luna con aria disgustata.                                 

-Hermione ha detto che non aveva voglia di venire con noi. E' rimasta nella Sala Comune di Grifondoro ... -          

 - Oh, i Nargilli avranno giocato qualche brutto scherzo anche a lei!- esclamò Luna con aria preoccupata.           

 -Zitta, tu!- sbraitò Draco, e lanciando un ultimo sguardo torvo a Harry e Ron se ne andò, con Pansy che gli trotterellava dietro.                                                                            

 - Dove andiamo Dracuccio?- chiese mielosa.                                                                                                           

- Ehm, io vado a ... A cercare Piton. Devo... Devo chiedergli una cosa riguardo la pozione che abbiamo preparato oggi ... - rispose Draco. Allontanò Pansy e si assicurò che se ne fosse tornata al dormitorio di Serpeverde: qualcosa lo attirava dalla Sala Comune Di Grifondoro. Forse, pensava, era l'unica casata libera. Come già detto, non voleva finire in Tassorosso, in Corvonero avrebbe trovato Harry, Ron e Luna e in Serpeverde Pansy l'avrebbe tormentato. Poi c'era Hermione...            No, si ripetè, non andava in Grifondoro solo per vederla. Certo, al banchetto di Halloween era accettabile, anzi, era carina, ma c'erano molte ragazze ad Hogwarts più belle di lei. E la odiava. Si, era una sporca Sanguemarcio, niente di più e niente di meno...          Il quadro della Signora Grassa, appena lo vide, chiese se fosse lì per stare con degli amici. Draco rispose di si, pensando tristemente a Crabbe e Goyle, che non erano mai stati suoi veri amici.     La Sala Comune era piena di studenti riuniti in piccoli gruppi a chiacchierare o a giocare a Gobbiglie. Appena lo videro entrare con il suo smocking, lo sguardo deciso e di superiorità, molti ragazzini del primo e del secondo anno lo guardarono spaventati. Gli altri si limitarono a lanciargi sguardi stupiti. Riconobbe Hannah Abott di Tassorosso seduta ad un tavolo con Neville Longbottom e le gemelle Patil. Poco più in là c'erano un altro ragazzo di Tassorosso, Ernie McMillan, chino su un libro di Erbologia con Dean e Seamus che progettavano scherzi che avrebbero fatto invidia a Fred e George, seduti accanto a lui. Hermione e Lavanda sedevano su uno scalino che portava al dormitorio delle ragazze, annoiate. Draco si fermò a guardare Hermione: indossava ancora l'abito azzurro e le sue labbra erano così rosee e perfette... No, no, no! Il ragazzo si maledì per aver partorito simili pensieri.     

 -Che ci fai qui?- borbottò Hermione alzandosi in piedi e piazzandosi di fronte a Draco. Ha un buon profumo, pensò lui.   

-Niente, mi annoiavo e ho pensato di venire qui. Posso,ehm, baciarti?Ehm, volevo dire,sedermi qui con... Voi-  era risuccesso. Si era di nuovo perso negli occhi di Hermione e nelle sue belle labbra. Che poi non sono poi così belle, si disse. Hermione lo guardò confusa, poi si risedette.

- Fai come ti pare - e appoggiò il mento sulle ginocchia. Draco si mise accanto a lei. Notò, con un po' di gioia, che Lavanda si era allontanata e li aveva lasciati soli. 



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