Ritrovamenti

499 16 2
                                    

Quando la gente mi conosce, la prima domanda che sorge spontanea è :"Perché è così cattiva? Quale grande dolore ha mai dovuto sopportare poiché arrivi ad ammazzare a sangue freddo la gente?" A dir la verità, me lo chiedo spesso anche io. Sono una donna che si fa rispettare e che non si fa mettere i piedi in testa da nessuno. Sono manipolatrice, narcisista, menefreghista e sociopatica. Ma tutto questo l'ho creato apposta io, una corazza di cemento intorno a me e sopratutto intorno al mio cuore. No emozioni, no sentimenti. Ho capito con l'esperienza che non ci si può lasciar abbattere dai vari tornadi e maremoti che la vita ha in serbo per noi, dai dolori e dagli eventi più brutti che ci possano capitare, perché sennò finiremmo tutti per impazzire. Ho creato questo cemento di muro per non soffrire più, per non pensare ogni giorno alla persona più importante della mia vita, mia figlia.

Zulema's pov
Il sole sta facendo capolino tra gli alberi, e un raggio di luce mi inonda la faccia. Mi rigiro ancora un po' nel letto, la mattina faccio molta fatica ad alzarmi, e alla fine apro gli occhi. La ventola del lampadario gira pigramente, e le tendine si muovono leggere spostate da una brezza autunnale. Mi alzo e mentre mi stiracchio mi dirigo in cucina, dove trovo una pila di piatti sporchi lasciati sul lavabo dalla sera precedente. La bottiglia di vodka è mezza vuota e la butto nel cestino. Mi preparo in fretta la colazione ed esco fuori.
È una bellissima giornata, la vista sul lago è da mozzare il fiato, e mentre sorseggio il caffè bollente e mi godo il panorama mi ritorna di nuovo lo stesso pensiero martellante che ogni giorno da 16 anni mi affiora nella mente :"Dov'è mia figlia? Starà bene?" Scuoto la testa e mi innervosisco :"Basta, sei ridicola" mi dico :"Sei stata te ad averla abbandonata" mi dice una vocina crudele nella mia testa. No, no, no, non di nuovo.
Ogni volta che penso a Lei, c'è sempre quella dannata vocina che mi dice tutte le cose che mi rifiuto di sentir dire, poiché non sono affatto vere. :"io so come sono andate le cose" rifletto, e detto questo torno dentro al camper sbattendo la porta.

Fatima's pov
Il sole accecante riflette sulla via alberata e un venticello mi scompiglia i capelli. Lo zaino traballa a ogni buca nella quale metto piede e prima per poco non mi slogavo una caviglia. L'aria è tiepida e per essere a metà novembre c'è umidità, deve aver piovuto da pochi giorni. Sono in viaggio da 3 giorni, ho con me solo uno zaino con tutti i miei effetti personali dentro, tra cui alcuni vestiti e il cibo. Sono scappata per la centesima (se non di più) volta dalla casa famiglia in cui sto da 3 anni, e finalmente ho preso la decisione più importante della mia vita. Ritrovare mia madre.
Non ho avuto un'infanzia semplice (d'altronde chi ce l'ha?); sono passata da una famiglia all'altra, e purtroppo non ho trovato sempre belle persone disposte ad amarmi. Lo so, ho un carattere ribelle e difficile, ma chi non ce l'ha a 16 anni?
La mia vita ruota attorno a una domanda :"dov'è mia madre?" Mi sono sempre chiesta perché mi avesse abbandonata all'ospedale in cui sono nata, e subito dopo essere scappata a gambe levate. Le facevo schifo? Forse non si sentiva all'altezza di essere madre? Ho tante domande ma nessuna risposta, e ora finalmente dopo 16 anni ce le avrò, perché si, sto andando a cercarla.

Zulema's pov
Passo tutto il giorno a lucidare i miei fucili e a cacciare nel bosco, e quando trovo una preda perfetta, sparo. Ho imparato a 9 anni a sparare, me l'ha insegnato Karim, mio zio. Passavo molto tempo con lui, era come un padre per me, e mi ha insegnato tante cose che mi hanno portato sulla cattiva strada. Ho passato tanti anni in carcere, un inferno totale, se non fosse stato per Saray, la mia migliore amica, mia sorella. Senza di lei, penso non avrei avuto tutta quella forza e quel coraggio per affrontare quelle stronze che stavano lì dentro. Ma ora che sono uscita, sono sola, come sempre del resto, e sola resterò.
Si fa sera, e mentre sto dentro il camper per decidere cosa farò domani, sento un rumore fuori, come se qualcuno avesse calpestato un mucchio di ramoscelli. D'istinto prendo il fucile e mi avvicino alla porta, e resto in ascolto. Passano 10 secondi, e lo risento. Mi faccio coraggio e apro la porta con un calcio, puntando il fucile verso quel qualcosa, o quel qualcuno. Una sagoma nera si distingue nell'oscurità del bosco, e non riesco a vedere chi sia. Carico il fucile e lo punto verso l'ombra. Piano piano la sagoma si avvicina e riesco a vedere chi è . Il fucile mi cade dalle mani e le gambe incominciano a cedere.

Fatima's pov
Se devo essere sincera, me la aspettavo diversa. Fin da piccola tutti gli adulti intorno a me mi avevano descritto mia madre come una donna cattiva, mostruosa, velenosa. Il mio cervello di bambina non riusciva a capire bene la situazione allora, e quindi mi immaginavo una donna come quelle delle pubblicità, perfette, bellissime e gentili. Appena ho visto mia madre che mi puntava il fucile contro, la prima domanda che mi è venuta spontanea è :"È veramente lei?" E dalla sua reazione ho capito di si, poiché le sue gambe hanno incominciato a tremare e i suoi occhi erano fissi su di me. Ci siamo guardate a lungo, in totale silenzio, e ognuna studiava l'altra. Devo dire che è una bellissima donna, per avere 48 anni, e le assomiglio anche molto. I lunghi capelli neri e gli occhi verdi che ho li ho ripresi da lei, mentre la bocca e il naso sono diversi. Rimaniamo lì a fissarci per almeno 2 minuti, quando io dico :"Ciao".

La mia dolce metà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora