Il male

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Zulema's pov
:"tesoro, fammi toccare ancora, un'altra volta." Apro gli occhi, terrorizzata. Fuori é ancora buio pesto e tira un vento forte. Sento una presenza vicino a me e subito mi giro impanicata, per poi scoprire che è mia figlia, e in un attimo mi tranquillizzo. Ho incubi ricorrenti ogni notte e mi sveglio madida di sudore. Fatima mi é stata vicina ogni giorno e senza di lei non so se ce l'avrei fatta ad andare avanti. Ha un effetto calmante su di me, mi tranquillizza così tanto che non riesco a farne a meno. Stiamo a 10 chilometri dalla città in cui vi é l'aereoporto e il jet privato che ci porterà negli Stati Uniti. Non vedo l'ora di andarmene e costruire finalmente un futuro con mia figlia. Mi giro verso di lei e la osservo dormire, il respiro piano e lento, la mano appoggiata sul cuscino e le gambe tirate al petto. Le accarezzo una guancia e mi avvicino a lei, posando la testa sul suo cuscino e sento il profumo floreale che emana. Chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal suo respiro, tranquillizzandomi.
Il forte profumo del caffè mi sveglia, e vedo Fatima seduta sul letto, intenta a guardare il cellulare e a mangiare un biscotto. Appena si accorge che mi sono svegliata prende un vassoio con sopra ogni ben di Dio.
:"buongiorno! Ho preparato ogni cosa che ti piace, e c'è sia il tè che il caffè, vedi tu quello che vuoi." Mi tiro su e prendo il vassoio. È la prima volta che qualcuno mi porta la colazione a letto, e non mi sono mai sentita tanto amata quanto ora.
:"grazie... di tutto." Le prendo la mano e gliela stringo, e lei mi sorride, illuminando la mia giornata.

Fatima's pov
Cerco di tirare su mia madre in ogni modo, e vedo che lei lo apprezza. È sempre stata lei la mia ancora di salvezza, quella che mi faceva sentire al sicuro e ora i ruoli si sono invertiti. Mi si spezza il cuore vederla così triste e sofferente, ogni notte si sveglia terrorizzata e io cerco di farla calmare, standole vicino. Ci sono passata anche io e so bene come ci sente; un pezzo tuo se n'è andato via per sempre e pensi che stai per toccare il fondo, ma non é così. Ci vuole solo tanta forza per risalire in superficie, e io lo so che lei é forte, tanto. Finalmente stiamo vicino alla meta, e tra pochi giorni staremo in viaggio per l'America, cosa che non mi pare vero.
:"dove ci fermiamo?" Chiedo a mia madre, mentre é intenta a guidare.
:"in campagna, non ce la facciamo ad arrivare in città, è già notte." Mi risponde, e ci fermiamo a un benzinaio.
:"vado a sgranchirmi le gambe nel mentre che fai benzina." E a fumare, penso, ma ovviamente non glielo dico. Mentre sto fumando, sento uno sguardo su di me. Mi giro e mi guardo intorno, ma non vedo nessuno. Quella sensazione rimane per tutto il tempo e mi incammino velocemente verso il camper, improvvisamente nervosa.
:"tutto bene?" Mia madre mi guarda e io non riesco a capire come faccia ad accorgersi di ogni piccolo dettaglio. Non voglio dirle che mi sento osservata per non darle un ulteriore peso.
:"si, andiamo." Le dico tranquilla, ma si nota benissimo che la voce mi trema .
Ci siamo fermate in mezzo alla campagna e stiamo fuori sui divanetti. Fra 10 giorni é Natale e io ancora non so cosa regalarle, ma qualunque cosa sarà, dovrà essere speciale.
:"vado a letto,sono stanca." Le dico, e lei annuisce,finendo la sigaretta. Mi butto sul letto e mi addormento all'istante.

Zulema's pov
Non mi accorgo della macchina nera ferma a pochi metri dal camper, ne i vari uomini che scendono. Sono cosi immersa nei pensieri che mi sfugge tutto, e me ne pento amaramente. Una mano mi tappa la bocca e un'altra mi tiene stretto il busto. Cerco di divincolarmi senza successo. Pedro Lopez sbuca dalla cerchia di uomini che si sono raggruppati intorno a me e mi si para di fronte.
:"Zulema... finalmente dopo tanto tempo." Il suo accento messicano e l'acqua di colonia spugnante mi fanno venire il voltastomaco.
:"ho aspettato per anni questo momento, e ora eccoti, di fronte a me, completamente indifesa." Ride. Ha una risata roca, malefica. Si avvicina e mi accarezza la faccia, e io chiudo gli occhi, disgustata. Vorrei ucciderli tutti e scappare, ma gli uomini dietro di me mi tengono stretta.
:"abbiamo vista tua figlia. È così carina, lo pensano anche i miei uomini, non é vero?" Si rivolge ai sicari intorno a lui e questi ridono, con uno strano luccichio agli occhi. A sentir nominare mia figlia il cuore perde un colpo, e cerco di dimenarmi, ma gli uomini sono ancora dietro di me.
:"perché non andate a controllare come sta? Le fareste un bel regalo.." fa l'occhiolino a 3 uomimi che entrano nel camper, e d'un tratto la paura prende il sopravvento. L'uomo dietro di me toglie la mano dalla bocca e io torno a respirare. L'immagine di mia figlia nel letto da sola mi fa girare la testa.
:"per favore, non farle del male, ti prego." È uno sforzo immenso essere gentile con lui e pregarlo, ma lo faccio solo per Fatima.
:"non le faremo niente, è solo un'adolescente." Il suo tono mi dà ribrezzo e vorrei sparargli in testa, ma non riesco a muovermi.
:"sai, in questi anni ho pensato spesso a come vendicarmi di te, e ora ho la risposta di fronte a me." Lo guardo, non capendo dove voglia arrivare.
:"tua figlia." Appena pronunciate queste parole, il suono di uno sparo proveniente dal camper spezza il silenzio della campagna. Lo vedo sorridere, e io cado a terra, le gambe che non mi reggono più.

Fatima's pov
Il tocco di una mano sulla gamba mi sveglia, e vedo 3 uomini ai piedi del letto. Subito mi tiro su e cerco di allontanarmi da loro, stando appiccicata al muro.
:"ei, tesoro, non avere paura, non ti facciamo nulla." L'uomo che mi tocca la gamba mi parla e vedo i suoi occhi che scrutano ogni centimetro del mio corpo.
:"dov'è mia madre?" Chiedo terrorizzata. Non posso crederci che ci hanno trovato, non voglio crederci.
:"sta bene, non preoccuparti." I 3 uomini si guardano e ridono. Ho il terrore che uno di loro si avvicini a me, ma rimangono stranamente immobili. L'uomo che mi ha messo la mano sulla gamba mi fa segno con l'indice di fare silenzio e mi tappa la bocca. Io non capisco cosa succede, quando vedo tirare fuori una pistola dalla tasca di uno dei sicari. Il cuore fa un capriola e rimango paralizzata. "É arrivata la mia ora." Penso e chiudo gli occhi. Appena si sente lo sparo, aspetto il dolore. Aspetto, ma non succede nulla. Apro gli occhi e vedo i 3 uomini che parlottano tra loro. Abbasso lo sguardo e solo ora mi rendo conto che non mi hanno sparato, hanno sparato a vuoto.
:"andiamo." Uno dei 3 uomini mi prende per un braccio e mi fa uscire da una porticina all'esterno, e io mi giro appena in tempo per vedere mia madre a terra, con una mano sul cuore. Ricollego tutto:hanno fatto credere a mia madre di avermi uccisa.

Zulema's pov
Ci sono attimi nella vita che sono interminabili, durano per ore, giorni, mesi e anni. Questo é uno di quelli. Non riesco a muovermi, non riesco a respirare, sento solo il suono dello sparo.
:"questo é quello che ti meriti, stronza." La voce di Lopez é carica di rabbia e se ne va, ma io me ne accorgo a malapena. Ho una mano sul petto, sentendo il cuore rompersi in tanti pezzi, e qualcosa dentro di me si é rotto. Credo che rimango così per tutta la notte, perche l'alba sta sorgendo e io sto ancora per terra, seduta sulle ginocchia. Per la prima volta, alzo lo sguardo, e vedo i campi di girasoli di fronte a me, e in lontananza l'alba che sorge. Lentamente mi alzo e mi dirigo verso il camper, completamente stordita. Entro e il silenzio mi avvolge. D'improvviso la realtà mi arriva in faccia violentemente. Mia figlia è morta. Un dolore mai provato prima avanza nelle viscere, arriva nello stomaco e sale nel petto. É un dolore quasi fisico e incomincio a perdere l'equilibrio. "Devo sdraiarmi sul letto." Avanzo a tentoni nella mia camera, sorreggendomi alle pareti e mi butto sul letto, le energie che mi abbandonano. Fisso il soffitto, e mi domando se un essere umano possa morire dal dolore. Chiudo gli occhi, e migliaia di immagini di Fatima riempono la mia mente. Lei quando ride, quando piange, quando è triste, quando é nervosa, quando è arrabbiata. Una sua immagine che mi sorride arriva dritto al cuore, e io sorrido a vederla così felice. Apro lentamente gli occhi e penso a quanto poco siamo state insieme, a quanto poco ci siamo vissute, e il dolore si fa ancora più profondo. Ho vissuto una vita rinchiusa dentro il mio guscio protettivo per evitare tutti i dolori di questo mondo, ma ora la realtà mi arriva come una secchiata d'acqua gelida. "Non vedrò più il suo bellissimo sorriso, non le asciugheró più le lacrime, non le starò più accanto dopo un brutto incubo, non rideremo più insieme." Questi pensieri mi arrivano dritto al cuore e io sento che sono morta con lei.

La mia dolce metà Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora