Capitolo IV

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Dopo esserci scontrati con quei mercenari ed esserci assicurati che il padre di Shizuka con il suo negozio stessero bene, siamo subito ritornati alla casa del cliente.

Dopo averci aperto la porta, Shizuka sembrava a dir poco entusiasta dall'idea di non avere più una minaccia da gestire. Ora lei e il padre avrebbero potuto vivere tranquillamente e senza problemi.

Questa è la cosa più importante.

Dopo esserci ricongiunti, in realtà ha notato le nostre ferite e subito ha cercato di aiutare.

Lucy era rossa intorno al suo debole collo a causa della stretta di quel mercenario da strapazzo, oltre ad avere vari graffi e tagli.

Io, avevo il taglio profondo della freccia che mi si era conficcata nel braccio e altre ammaccature.

Nulla che mi facesse male, ma doveva essere tutto disinfettato per bene. Oltre a questo, ovviamente, c'era stato un calo molto grande nella nostra magia corporea, eravamo sfiniti.

Dopotutto era sera inoltrata quando siamo tornati.

Prima di medicare le ferite, abbiamo mangiato qualcosina, e lì, Shizuka ci ha pregato di restare la notte per riposare e riprendere le forze.

Noi abbiamo accettato e, finito di mangiare ci siamo recati nelle nostre camere.

Ho passato la serata accasciato sul letto, non riuscivo a muovermi tanto ma ero felice della missione svolta.

Nonostante questo, anche Lu ci aveva rimesso, non me lo sarei mai perdonato.

Lei è più delicata di me e sicuramente le faranno anche più male le ferite, oggi a pranzo non aveva spiccicato parola ed io ero sempre più pensieroso e preoccupato per la sua salute.

Le parole che le aveva sussurrato quel tipo losco mi avevano fatto davvero arrabbiare. Forse da quella notte...o anche prima per me è come se Lucy mi appartenesse...è una strana sensazione...non penso sia giusta però, devo levarmelo dalla testa. Lucy non è un oggetto.

Però è come se fossi condizionato da ogni piccola cosa che le succede. Questa mia quasi possessività mi ricorda gli insegnamenti del mio papà Igneel. Mi diceva sempre che i draghi sono più possessivi e protettivi degli uomini con le persone per loro importanti.. Mi diceva di stare attento a questo, ma di stare anche tranquillo, che poi le cose si sarebbero sistemate nella mia testa, in continuo subbuglio.

Mi basta credergli e pensare ad altro. Le cose si vedranno.

E visto che quando si parla del diavolo, si dice che spuntino le corna, ecco arrivare piano Lucy fuori dalla mia camera.

Sento il suo odore e i suoi passi, li potrei distinguere da tutti.

Piano, dopo qualche secondo sento bussare due volte.

-Ehi Natsu...sono io, potrei entrare?- mi chiede da fuori con la sua voce candida e morbida.

-Vieni pure, Lucy, tranquilla- rispondo io. Da quando da noi si usa bussare quando si entra in una casa o in una stanza? Il solo pensiero mi fa ridere. Quante volte la ragazza davanti alla mia porta si era lamentata perché eravamo entrati in bagno o nella sua stanza senza permesso?

Mi piace avere questa comodità e familiarità con lei.

Dopo qualche secondo, fa capolino da uno spicchio della porta leggermente aperta, la testolina di Lucy.

Mi sorride -Scusami, sono venuta a medicarti- mostra ridente un cestino con l'occorrente: fasce, acqua fazzoletti ed altro.

-Hai ragione, me ne ero quasi dimenticato, da qua!- esclamo io avvicinando le braccia per prendere il cestino, dopo che lei si era già avvicinata al mio letto.

Ho capito cosa vuol dire amare  [NALU] (Completa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora