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Klaus si stava avvicinando sempre più a me <ti amo Deva>. Troppo tardi: anche Elijah era arrivato.

<io ti amo Deva, non ascoltare Niklaus>

<lasciala in pace fratello>

<tu le distruggerai la vita>.

Proprio quando le cose stavano per degenerare Stefan mi svegliò. Dio benedica quel ragazzo.

<forza sorella, tra poco arriveranno i nostri amici>

<per i Mikaelson?>

<già>.

Ultimamente nei miei sogni erano sempre presenti i due Originali. Questo non mi piace affatto, finirò per cacciarmi nei guai...come sempre del resto.

Neppure l'acqua gelida della doccia mi svegliò totalmente. Scesi le scale e mi scontrai con gli occhi da cerbiatta di Elena.

<Katherine, che ci fai qui? Ah no, giusto...scusa Elena>

<dormito male?>

<incubi tremendi, nulla di cui preoccuparsi>. Viva me e le mie contraddizioni.

<caffè?> mi chiese Damon dalla cucina

<oddio sì>

<brutta mattinata? Ho persino mandato Stefan a svegliarti>

<va tutto bene, tranquillo>.

Dopo colazione mi svegliai del tutto e attesi con gran ansia l'arrivo degli altri. Riconobbi Alaric, Caroline, Tyler e mi presentarono Bonnie e Jeremy.

<Deva Salvatore...non ci posso credere>

<Enzo>

<voi due vi conoscete?>

<oh Stef, non hai idea di quanti vampiri ci fossero alla Augustine>

<ho scoperto perché i Mikaelson sono in città> cominciò Alaric

<a quanto ho capito vengono in pace, sono stanchi del movimento di New Orleans...vogliono tranquillità. Non resteranno qui molto, la useranno come casa estiva>.

Fantastico, avrei dovuto solo evitare di uscire ogni estate.

<se questo è vero allora sono i benvenuti> constatò Stefan

<certo, se solo Klaus non avesse tentato di sacrificarmi e Rebekah non mi avesse trasformata>.

In quel momento avrei voluto rispondere a Elena con "avranno avuto le loro ragioni" ma dovevo mantenere un profilo basso.

Damon

Deva si stava trattenendo. Capivo qualsiasi sua mossa; se doveva controllarsi era solita passare da una persona all'altra con lo sguardo.

Ultimamente era parecchio strana, misurava le parole come se una di queste scelta in modo errato potesse distruggerla. Non era da lei. Anche Stefan ha provato a capire cosa non andasse eppure non ha ottenuto niente.

Forse è la presenza di Elena che la turba o forse è cambiata, non è più la ragazzina di un tempo.

Deva

Tutti tornarono a casa.

<io esco> avvertii i miei fratelli mentre prendevo il giubbotto di pelle e la borsa.

Camminai diretta a casa Mikaelson.

<ti stavo aspettando Deva>

<i tuoi fratelli?>

<mi spiace, non sono in casa>

<ho avuto un déjà-vu>

<a chi lo dici>.

Attraversai i corridoi della casa seguendo l'ibrido, ci fermammo davanti a una porta di legno.

<prego> entrai nello studio.

Aveva ampie finestre, al centro c'era un cavalletto di fronte a uno sgabello.

<dipingi ancora>

<non so chi sarei senza l'arte>.

Avevo capito le intenzioni di Klaus. Mi accomodai sullo sgabello e lui iniziò a dipingere. Come la prima volta, avevo un lieve timore che arrivasse Elijah; i miei sogni alimentavano ancor di più questa sensazione.

<sei tesa, rilassati>

<ci proverò>

<la mia presenza ti fa questo effetto?>

<no, è solo una sensazione>

<è per Elijah, hai il timore che entri. Nonostante voi non stiate più insieme ti senti ancora legata a lui> abbassai lo sguardo pur di non incontrare quello dell'ibrido.

Klaus finì il suo lavoro e uscì.

<non vieni?>

<arrivo>.

Mi portò nel giardino dove vidi delle zinnie.

<le pianta Elijah dal 1919, ovunque andiamo lui lascia questi fiori>

<la zinnia significa nostalgia>

<conosci bene il significato dei fiori> il tono di Klaus era cambiato, non era certo contento di sapere che suo fratello sentiva la mia mancanza.

Tornai a casa pensierosa su quanto è successo.

Gli anni passano ma i Salvatore si trovano sempre in un triangolo.

𝐈𝐥 𝐫𝐢𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚|𝐓𝐡𝐞 𝐎𝐫𝐢𝐠𝐢𝐧𝐚𝐥𝐬Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora