Mezzosangue

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Per settimane dall'inizio delle lezioni, io e Draco andammo molto d'accordo, in effetti, come fossimo fratelli da sempre. Lui era la mia ombra ed io la sua, ci separavamo unicamente quando eravamo costretti a raggiungere i dormitori, divisi tra ragazzi e ragazze. 

Per quanto riguarda le lezioni, tutto andava più che bene: ero, in ogni situazione, la più brava della classe, e tutti i professori parevano apprezzare i miei interventi, elogiandomi  con complimenti ed affermazioni orgogliose, alle quali rispondevo sempre con un'espressione fiera ed un filo di rossore sugli zigomi. Colui che invece non dava voce a quelle che, sperai,  erano le sue opinioni positive sul mio conto, fu il professor Snape, che si limitava a regalare molti punti a quella che era la sua casa, dopotutto. Mi era capitato non poche volte di domandarmi che cosa avrebbe fatto se io fossi stata in Grifondoro, ad esempio, ma non mi ero poi tanto soffermata su queste riflessioni, convinta di dovermi concentrare sullo studio e sulla mia effettiva situazione attuale.

Draco, invece, favoriva le lezioni di volo a quelle di Incantesimi, Pozioni, Erbologia... e non amava per nulla stare piegato sui libri a studiare. I suoi risultati scolastici erano poco più che sufficienti, ma non credevo sarebbe potuto essere altrimenti, dato il suo evidente disinteresse per ogni cosa riguardante lo studio. 

Stavamo uscendo dalla biblioteca, un pomeriggio, dopo che per quasi due ore, mi ero impegnata a portare avanti una ricerca da consegnare alla professoressa Sprout di lì a una settimana.

-Non colgo proprio il senso che esiste nello studiare delle stupide piante!- stava dicendo Draco, ed io ero sul punto di ribattere con un'affermazione ironica e simpatica, quando vidi, davanti a noi, una coppia conosciuta che veniva nella nostra direzione. Il mio sorriso si spense, per essere sostituito da un'espressione seccata. I due ragazzi tentarono di ignorarci e passare avanti, ma Malfoy non sembrava essere intenzionato a mandarli via senza prima fare due chiacchiere.

-Ehi! Che ci fanno due Grifondoro sfigati come voi nel corridoio dei vip?- domandò Draco, facendo un ampio gesto con il braccio, ad indicare i sotterranei. Sorrisi sprezzante.

-Cercate forse il vostro cervellino smarrito in un luogo dove c'è qualche neurone in più?- Sogghignò perfido.

-Andiamo via Harry.  Malfoy, un cordiale saluto-. 

Draco strinse gli occhi interessato.

-Ma non ci siamo ancora presentati!- ghignò -Io... vabbè, mi conoscono tutti!-

-Io sono Ronald Weasley-. Ron sospirò, consapevole di non poter sfuggire al Principe Delle Serpi.

-Oh, lo avevo intuito...- Gli rivolse un'occhiata schifata. -Tu chi sei?- parlò all'altro, stavolta.

-Harry, Harry Potter- sgranammo gli occhi, entrambi.

-Dunque è vero ciò che si diceva in giro, c'era chi aveva sentito il tuo nome durante lo smistamento, mio padre sarà divertito quando gli racconterò che lo sfregiato è poi finito nella casa dei buoni- sorrise malizioso.

Senza che Draco avesse il tempo di aggiungere null'altro, i due corsero via. 

-Ah! I tuoi che ne pensano di Potter,invece, Herm?- chiese, ed il mio cuore perse un battito. Ci misi un attimo per rispondere.

-Imieisonobabbani!- sussurrai con un tono rapido ed incomprensibile. Conoscevo la realtà dei fatti: molte importanti famiglie di maghi, consideravano indegni i figli di babbani di frequentare le scuole di magia.

-Certo che se le persone parlassero con più chiarezza, il mondo sarebbe migliore. Ti spiacerebbe ripetere?

-Io... i miei genitori sono babbani.

Draco mi guardò come se non mi potesse vedere. Dopo un lungo attimo di silenzio, l'unico suono che le sue corde vocali furono in grado di produrre fu un risolino nervoso. Passò ancora del tempo, prima che si decidesse a parlare.

-Divertente, Granger. Ho passato settimane  con una sporca Mezzosangue-. rise di nuovo. -Che vergogna!-

Mentre andava via da me, continuava a balbettare innervosito su quanto fosse vergognoso il fatto che fosse stato amico di una Sangue Marcio. Mi sentì male, e scelsi di non partecipare al banchetto di Halloween. Non avevo più appetito. Andai nel bagno delle ragazze, consapevole che la compagnia di Mirtilla non avrebbe potuto in alcun modo uguagliare quella spiritosa e simpatica di Draco Malfoy. Mi chiusi in un bagno, sperando che il depresso fantasma di quella ragazza mi restassi lontano. 

Non so quanto rimasi dentro quel gabinetto, ma quando uscii, ero più che mai convinta ad andare a parlare ragionevolmente con il mio compagno Serpeverde, sperando che mi avrebbe ascoltata e che non si sarebbe soffermato sui pregiudizi che probabilmente da quando aveva iniziato a sviluppare la frazione del suo cervello che lavorava sulla comprensione, gli erano stati inculcati. Sentii un rumore alquanto terrificante, e mentre mi sciacquavo il viso al lavandino perchè nessuno potesse capire che avevo pianto, sentii dei passi, che si avvicinavano sempre più alla mia collocazione. 

Mi voltai e non potei trattenere un grido acuto di puro terrore: avevo studiato le creature magiche con interesse e dedizione, e riconoscevo di  trovarmi di fronte ad un troll di montagna.

Sapevo che erano creature piuttosto stupide e... e nulla. Lo studio in questa situazione pareva non essermi d'aiuto. Urlai un'altra volta.

Scansai i suoi attacchi e corsi nella direzione opposta a quella nella quale stava muovendo la sua clava, distruggendo i lavandini e le porte dei gabinetti. Sentii la coscienza abbandonarmi nel momento in cui un'asse di legno mi cadde in testa. L'ultima cosa che udii prima di perdere conoscenza, fu una voce decisa e profonda che identificai come il timbro della McGonagall, che pronunciava una fattura che ahimè non riconobbi.

Poi, scorsi gli occhi da gatto della professoressa ed il suo viso spigoloso, prima che la mia visione sul mondo fosse sostituita da uno scuro sfondo nero di totale incoscienza.

Dramione - due serpenti oscuriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora