CAPITOLO 4: Io non esco con le sfigate

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La Treasly in fondo non era poi così male, sono le persone che la occupano, che sono insopportabili.

La Treasly aveva regole molto dure su alcuni argomenti, che, ovviamente, hanno stabilito col corso degli anni gli studenti. Ovviamente a loro convenienza.

Sinceramente io trovo queste regole davvero molto stupide e prive di senso, infatti credo di essere l'unica persona nella mia scuola che non le rispetta.

Non ricordo molto queste regole, anche perchè non le ho mai rispettate, ma due le ricordo: mai scopare con ragazzi già fidanzati.

Non l'ho rispettata. Ho scopato con il migliore amico di Wendle, e non é niente male, se non fosse per il fatto che nel mentre continuasse a parlare dicendo: "si piccola, ti piace." o "Oh piccola, sei fantastica." o anche "Principessa, voglio farti mia."

Capito tutto, però placati.

E rispettare alcune persone, tra cui Wendle e i suoi amici, ovviamente c'è anche la sua troia di turno, e le sue amichette civette.

Non l'ho rispettata, e non credo la rispetterò mai.

Ditemi che non trovate divertente la seconda regola ed io mi ammazzo. Come si può chiedere rispetto in questo modo? Mi sembra tutto così infantile. La cosa più divertente é che la seconda regola é quella rispettata meno di tutte, almeno dalla sottoscritta. Anzi, mi correggo, solo dalla sottoscritta.

Cercai di non pensare a queste stupide regole e mi avviai nella classe di Fisica.

Due ore noiose mi aspettano.

***

Finalmente. Cazzo finalmente. Non passavano più queste cazzo di ore. Detestavo con tutto il mio cuore Fisica, e non credo di essere l'unica.

Dopo essere uscita dall'aula mi avviai in quella di Biologia, e, per mia grande sfortuna, il mio banco viene condiviso con quel dinosauro preistorico di Wilson, Jake Wilson. Il migliore amico di Wendle, quello con cui ho scopato.

Arrivai nella mia classe e mi sedetti al mio banco. La classe é ancora tutta vuota, e intanto sfrutto questo momento per sistemare meglio le mie cose sul banco.

"Ehi." disse una voce alle mie spalle. O mio Dio no.

"Wilson." esclamai con voce sorpresa, sorridendo. Ricambiò il sorriso e prese una sedia, per poi sedersi al contrario su di essa, con la spalliera rivolta verso il petto.

"Chiamami Jake." mi corresse lui.
Io intanto continuai a mettere in ordine il mio banco, posizionando tutto con precisione, cercando anche di non sbagliare.

Dopo aver finito sospirai pesantemente, per poi mettere le mani su i miei fianchi alla modi Superman e sorridere a 32 denti.
Sentì uno sguardo addosso, così mi girai e vidi gli occhi di Jake puntati su di me. Così, confusa, inclinai la testa di lato con un espressione interrogatoria in volto.

Sorrise molto, ma davvero tanto. Ce proprio tanto. Sorrisi lievemente con un espressione sempre interrogativa in volto. "Sei davvero bella." ma va. No ok, scherzo. "Grazie." dissi sinceramente. Non mi aspettavo questo suo comportamento dopo una scopata. "Anche tu non sei niente male." esclamai ammiccando.
Sorrise e si avvicinò a me, per poi mettere la mano sulla mia coscia.

"Vorrei chiederti una cosa." disse Jake, per poi fare una pausa, come per aspettare una mia affermazione per farlo continuare. Feci un cenno col capo, e così sospirò e iniziò a parlare. "Io..." non fece in tempo a finire la frase, che la campanella suonò, così che diede inizio ad altre due ore di tortura. "Emh... non fa niente, parleremo più tardi, all'intervallo." accettai sorridendo, per poi girarmi verso quell'essere del professore e ascoltare questa odiosa e noiosa lezione, e sinceramente, ma lo dico col cuore, che a nessuno, ma dico a NESSUNO interessa sapere cosa sono gli acari della polvere.

Dopo circa mezz'ora, iniziai a sentirmi osservata, così, stufa, mi girai per capire chi mi guardasse, ma fu un errore. Avvampai quando vidi che Wendle mi stava guardando, non capendo bene il perchè.

Sapevo già che stesse sorridendo, ma feci finta di niente e continuai a scrivere gli appunti sul mio quaderno.

***

Sospirai quando sentì la campanella suonare l'inizio della ricreazione. Misi tutto a posto, per poi andare verso Jake.

"Jake." lo richiami. Lo vidi girarsi, ma con un espeessione diversa da quella di prima. Quasi come se fosse disgustato... "Sfigata?" rimasi scioccata dal nome che utilizzò per chiamarmi. "Scusami?" dissi con poca nonchalance. Rise leggermente esi avvicinò di poco al mio viso. "Io non esco con le sfigate." mi avvicinai al suo viso pericolosamente. "E chi ha detto che io voglia uscire con te?" dissi facendo uno sguardo innocente. Si inzittì facendo uno sguardo offeso e triste.

In questo momento mi fa tutt'altro che pena. Sto tipo é bipolare o cosa? Prima mi sorride, mi dice che sono carina, mi mette la mano sulla coscia, e poi mi chiama sfigata? No vabbè, io basita.

Il suo sguardo passò da triste ad arrabbiato, e non capì più niente quando sentì la sua mano schiantarsi sulla mia guancia. "Zoccola. Non permetterti mai più!" esclamò spingendomi. Il suo sguardo cambiò di nuovo: da arrabbiato passò a triste.
Io. Ora. L'ho. Ammazzo. Con. Il. Cuore.

Mi rialzai e gli afferrai la mano, la strinsi con tutte le mie forze, e ficcai dentro le mie unghia. Da notare la delicatezza delle parole che utilizzo. Si abbassa dal dolore, e così colsi l'occasione e gli tirai un calcio nei testicoli. Cadde a terra e poi mi guardò. Avevo le lacrime a gli occhi. La guancia mi faceva male, e lo spintone mi aveva fatto sbattere il fianco destro sullo spigolo del banco. Me ne andai incazzata nera, e mi avviai verso il mio armadietto.

Non feci caso alle risate stupide dei suoi amici, così aprì il mio armadietto e iniziai a prendere i libri delle materie successive.

Il corridoio era deserto. Quasi inquietante.
Le lacrime ormai rigano già le mie guance, così da farmi bruciare gli occhi.

Intravidi una mano chiudere il mio armadietto, sussultai dallo spavento, per poi sentire una voce chiamarmi: "Ckanzie!"

(capitolo revisionato)

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